“Quando un uomo con la macchina blindata incontra un uomo con un lanciarazzi…”, se sei in una fiction americana vedrai esplosioni a non finire, maxi tamponamenti che coinvolgono almeno una decina di mezzi pesanti, vetture che sorvolano tir e, infine, l’uomo nella macchina blindata andata in fiamme, uscire illeso e rispondere al fuoco. E magari centrare al primo colpo il cattivo col lanciarazzi.
Se sei stai seguendo Coliandro, invece, la risposta è più semplice: “l’uomo con la macchina blindata è un uomo morto.”.
È proprio per questo motivo, per la sua disarmante genuinità, che l’Ispettore Coliandro è diventato uno degli anti-eroi televisivi preferiti dal pubblico più giovane, soprattutto sul web (esiste un blog dal nome “ridatecicoliandro“, che caldeggia da tempo il ritorno in tv dell’ispettore), con picchi di gradimento alti soprattutto fra i laureati. La terza serie dell’Ispettore Coliandro torna su Rai Due a partire da martedì 1° settembre, alle 21.05, con quattro puntate inedite (sul web circolano voci, non confermate, di due nuovi episodi in fase di realizzazione), i cui intrecci spazieranno dal terrorismo neofascista a quello islamico, fino ad andare a coinvolgere personalmente uno dei personaggi più vicino all’ispettore.
Numerose saranno le new entry che affiancheranno il già collaudato cast di Coliandro: da segnalare senz’altro la più eclatante. Francesco Facchinetti comparirà nella terza serie nel ruolo di uno spietato serial killer. Fra le altre si segnalano Chiara Gensini (I Cesaroni), il boxeur Francesco Damiani e lo storico Clark Garrison di Beautiful, l’attore Daniel McVicar.
I titoli ufficiali dei quattro episodi previsti sono stati appena resi noti: “Sempre Avanti” (3×01), “ Couscous alla bolognese” (3×02), “La notte dei sospetti” (3×03), “Cassandra games” (3×04).
Il quarto episodio della terza serie, proiettato in anteprima all’ Officine Festival di Bologna il 22 febbraio 2009, non ha tradito le aspettative dei fan più affezionati, conservando l’accattivante stile alla Lucarelli e l’inconfondibile impronta di genere made by Manetti Bros.
Coliandro, creatura mitologica a metà fra Milian e un giubbino in pelle anni 70, riunisce in sé le potenzialità investigative di un poliziesco, quelle adrenaliniche di un thriller e un latente humor da black commedy alla Allan Ball.
Un prodotto italiano senz’altro capace di distinguersi nel crescente panorama delle fiction nostrane: il livello qualitativo firmato Lucarelli ne garantisce l’originalità, evitandone la classica strizzata d’occhio ai serial americani. Il personaggio dell’Ispettore Coliandro rifugge lo sfolgorante stereotipo dell’impavido eroe all’americana, ponendosi invece, sul piano assiologico, come un anti – eroe imbranato, sporadicamente fortunato, alquanto misogino, non particolarmente coraggioso e, come ha detto lo stesso Morelli un anno fa al Roma Fiction Fest, “un po’ coglioncello”. Quello che emerge dalla costruzione del personaggio è, dunque, una squisita “inferiorità” sul piano valoriale da sempre inscritto nella figura dell’ Eroe classico.
Coliandro si adopera per arrivare alla meta, ma c’è sempre qualcosa che va storto, accade comunque qualcosa per cui il merito dei successi sul lavoro non gli viene riconosciuto… per non parlare poi del suo rapporto con le donne. Per quanto abbia la fortuna di incontrarne sempre di bellissime, per quanto sia notevolmente affascinante, sembra comunque destinato a non saper combinare qualcosa di buono.
È come un noto personaggio dei fumetti che si ostinava far volare il suo aquilone, a giocare a baseball e a fantasticare sulla “ragazzina dai capelli rossi”. Insomma, detta alla Schultz, Coliandro sembra tanto il Charlie Brown della situazione. Sensitivo quanto basta per capire che non è davvero adatto alla società in cui vive, ma che fa di tutto per appartenervi, esserne accettato e migliorarla.
1. Peppe ha scritto:
28 agosto 2009 alle 17:01