Il gioco è bello quando dura poco. Potremmo dire che sia questo in sintesi il giudizio del Giurì della pubblicità, chiamato in causa da Sky e Mediaset per gli spot comparativi in rotazione da settimane in tv e radio. Secondo il Giurì, la talpa di Sky, metafora del telespettatore della televisione terrestre, risulta essere “denigratoria” (pertanto viola l’articolo 14 del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale) mentre lo spot comparativo di Premium, con protagonisti due telespettatori abbonati rispettivamente a Sky e Mediaset, non rispetta i requisiti della comparazione (articolo 15).
La questione è stata sollevata nei giorni scorsi da Sky che in men che non si dica ha fatto ricorso presso gli organi competenti. Non si è fatta ovviamente attendere la contromossa dell’azienda di Cologno che ha presentato ricorso al Giurì per gli spot con protagonista Ugo.
Morale della favola: all’azienda di Murdoch è stato vietato l’uso della talpa Ugo (nonostante sia già pronta la nuova campagna “hollywoodiana” con Ugo e Fiorello per promuovere i 10 canali di cinema in alta definizione), d’altro canto non ne esce vittoriosa Mediaset, a cui è stata però solo vietata la trasmissione dello spot comparativo.
Ma la guerra tra le due aziende non sembra finire qui.
Come rivelato da Corriere Economia, alcuni giorni fa Cliff Friedman, a capo del fondo Highbridge che controlla (con gli svedesi Wallenberg) la paytv Dahlia, ha incontrato a Milano il numero uno di Sky Italia Tom Mockridge. A quanto pare tra i due sono in atto “prove di alleanza” per fronteggiare lo strapotere di Mediaset Premium (che ha scippato a Dahlia le squadre più importanti della Serie A) sul digitale terrestre.
Insomma, il “conflitto” tra i due colossi televisivi è veramente solo agli inizi e il digitale terrestre, in cui Sky tenterà di entrare anche tramite il beauty contest del Ministero dello Sviluppo Economico, potrebbe essere il campo di battaglia più aspro…
1. marcodesantis ha scritto:
13 ottobre 2010 alle 15:41