Giurì della pubblicità



21
ottobre

IL GIURI’ DEFINISCE ILLECITA LA PUBBLICITA’ COMPARATIVA MEDIASET PREMIUM, PROMOSSA INVECE LA TALPA DI SKY.

Fiorello, Talpa ugo

E’ un Giurì che si avventura nel campo della critica pubblicitaria quello che oggi ha diffuso le motivazioni della pronuncia con la quale è stata definita la querelle tra Sky e Mediaset Premium in relazione alle pubblicità comparative con le quali le due pay tv si sono date battaglia in queste settimane.

Dov’eravamo rimasti? Nella sentenza del 13 ottobre l’organo chiamato a decidere sulla questione aveva definito lo spot Mediaset in contrasto con l’articolo 15 del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale. Nella motivazione resa pubblica in data odierna, il Giurì ha spiegato la propria decisione motivando che “le offerte non sono omogenee in quanto l’offerta di Sky, quella disponibile a 29 euro al mese, è assai più ricca e varia della parallela offerta della parallela offerta di Premium”. E questo non autorizza la pay tv di Cologno “a fornire al consumatore notizie fuorvianti come indiscutibilmente se si pongono in comparazione prodotti o servizi fra loro disomogenei“. Il giudice per questo motivo ha disposto l’immediata sospensione dello spot in questione. Da registrare che Premium è già corsa ai ripari dal momento che è in onda, proprio in questi giorni, lo spot in cui le zebre “possono solo sognare” la Juventus in Europa League se non sono abbonate al Digitale Terrestre.

Sul fronte opposto, è stata riconosciuta la legittimità dell’utilizzo della talpa Ugo. Proprio in relazione agli spot che vedono protagonista l’animale insieme a Fiorello, il Giurì si traveste da critico pubblicitario definendo questa tipologia di spot “un’intelligente idea creativa volta ad esaltare la ricchezza dell’offerta Sky” che la pay tv può mettere in pratica “avvalendosi di una tecnica pubblicitaria così fine e brillante“.




13
ottobre

SKY VS MEDIASET: IL GIURI’ BOCCIA LA TALPA UGO E GLI SPOT COMPARATIVI. SKY DIALOGA CON DAHLIA?

Sky vs Mediaset, vietati gli spot comparativi

Il gioco è bello quando dura poco. Potremmo dire che sia questo in sintesi il giudizio del Giurì della pubblicità, chiamato in causa da Sky e Mediaset per gli spot comparativi in rotazione da settimane in tv e radio. Secondo il Giurì, la talpa di Sky, metafora del telespettatore della televisione terrestre, risulta essere “denigratoria” (pertanto viola l’articolo 14 del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale) mentre lo spot comparativo di Premium, con protagonisti due telespettatori abbonati rispettivamente a Sky e Mediaset, non rispetta i requisiti della comparazione (articolo 15).

La questione è stata sollevata nei giorni scorsi da Sky che in men che non si dica ha fatto ricorso presso gli organi competenti. Non si è fatta ovviamente attendere la contromossa dell’azienda di Cologno che ha presentato ricorso al Giurì per gli spot con protagonista Ugo.

Morale della favola: all’azienda di Murdoch è stato vietato l’uso della talpa Ugo (nonostante sia già pronta la nuova campagna “hollywoodiana” con Ugo e Fiorello per promuovere i 10 canali di cinema in alta definizione), d’altro canto non ne esce vittoriosa Mediaset, a cui è stata però solo vietata la trasmissione dello spot comparativo.

Ma la guerra tra le due aziende non sembra finire qui.