E’ un Giurì che si avventura nel campo della critica pubblicitaria quello che oggi ha diffuso le motivazioni della pronuncia con la quale è stata definita la querelle tra Sky e Mediaset Premium in relazione alle pubblicità comparative con le quali le due pay tv si sono date battaglia in queste settimane.
Dov’eravamo rimasti? Nella sentenza del 13 ottobre l’organo chiamato a decidere sulla questione aveva definito lo spot Mediaset in contrasto con l’articolo 15 del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale. Nella motivazione resa pubblica in data odierna, il Giurì ha spiegato la propria decisione motivando che “le offerte non sono omogenee in quanto l’offerta di Sky, quella disponibile a 29 euro al mese, è assai più ricca e varia della parallela offerta della parallela offerta di Premium”. E questo non autorizza la pay tv di Cologno “a fornire al consumatore notizie fuorvianti come indiscutibilmente se si pongono in comparazione prodotti o servizi fra loro disomogenei“. Il giudice per questo motivo ha disposto l’immediata sospensione dello spot in questione. Da registrare che Premium è già corsa ai ripari dal momento che è in onda, proprio in questi giorni, lo spot in cui le zebre “possono solo sognare” la Juventus in Europa League se non sono abbonate al Digitale Terrestre.
Sul fronte opposto, è stata riconosciuta la legittimità dell’utilizzo della talpa Ugo. Proprio in relazione agli spot che vedono protagonista l’animale insieme a Fiorello, il Giurì si traveste da critico pubblicitario definendo questa tipologia di spot “un’intelligente idea creativa volta ad esaltare la ricchezza dell’offerta Sky” che la pay tv può mettere in pratica “avvalendosi di una tecnica pubblicitaria così fine e brillante“.