“I understand French but no speaking”: questa è solo una delle disarmanti frasi che la Clerici ha detto durante la serata ai suoi ospiti (nello specifico questa faceva parte della veloce intervista fatta a Bob Sinclair). Del suo stile e del suo modo di fare è stato oramai già detto tutto: le sue frasi sono semplici, i suoi modi di fare sconfinatamente normali e la sua goffaggine, anche se a volte studiata e meditata, rimane un’arma perfetta a sua disposizione. Per la prima volta in questa edizione è salito sul palco un comico che risponde al nome di Giovanni Vernia (il Jhonny Groove di Zelig) e soprattutto il primo sketch tra il caratterista e la conduttrice, è stato decisamente simpatico.
La serata è piacevole e scorre via ritmata. Ad imprimere il ritmo sono ovviamente le canzoni: 4 nuove proposte in finale, 12 duetti per esaltare gli Artisti in gara, e poi gli ospiti Bob Sinclair e Jennifer Lopez. Televoto e Orchestra di Sanremo incoronano reuccio della “Nuova Generazione” Tony Maiello, mentre sul fronte “Artisti” il pubblico da casa non supporta abbastanza Enrico Ruggeri e Fabrizio Moro che vengono definitivamente eliminati dalla gara. Una volta calato il sipario rimangono però almeno “tre zone d’ombra”, “tre misteri sanremesi” senza apparente soluzione e di cui vi facciamo un breve sommario.
Il primo è il fenomeno “li fai uscire dalla porta e rientrano dalla finestra” e nello specifico ci riferiamo al duo Pupo-Emanuele Filiberto (più Luca Canonici). Eliminati già la prima sera e subissati di fischi ad ogni piè sospinto, non solo sono stati salvati ieri nel ripescaggio a cinque, ma hanno anche staccato il ticket per la finalissima di stasera. A questo punto le alternative sono due: o il pubblico in sala è stranamente affollato di militanti anti-monarchici che hanno problemi di udito (e quindi non apprezzano il capolavoro messo in scena dai due presentatori), oppure il pubblico a casa ha frainteso il meccanismo del televoto e si è convinto che bisogna votare Emanuele Filiberto per la simpatia e la tenerezza suscitata, e non per la musica di cui si fa ambasciatore. Mistero.
Il secondo punto interrogativo riguarda invece le indagini sul probabile ingaggio di Topo Gigio come autore delle domande che la Clerici fa ai propri ospiti. Ebbene si: Antonella ha fatto di nuovo le sue impertinenti e pericolosissime domande. A subire il duro faccia a faccia è stata questa volta Jennifer Lopez che ha dovuto schivar interrogativi come: “Hai mai avuto problemi con il tuo corpo? Fai tanta ginnastica? Ci puoi dare qualche consiglio per tenersi in forma… Sai, noi donne...”. Alla fine del faccia a faccia c’è chi giura di aver visto l’attrice portoricana seriamente provata dal fuoco oratorio della Clerici e intenzionata a brandire il bouquet con i fiori di Sanremo contro chiunque avesse osato farle domande altrettanto sconcertanti.
Terza ed ultima questione irrisolta, rimane infine la difficile comprensione degli abiti che la conduttrice decide di indossare ogni sera. Dopo i drappeggi rossi, quelli argentati e quelli in oro, ieri sera la Clerici ha dato prova di totale irresponsabilità stilistica indossando per gran parte del tempo, un tubino che ricordava i colori del mare. Fin qui nulla di male, se non fosse che alla fine il risultato era simile ad un’orata appena pescata o ad un’alice appena marinata. Lo stilista si è già dato alla fuga, ma oramai la sua taglia è stata messa in molti stati e presto o tardi, verrà preso e consegnato alle forze dell’ordine.
LA GARA
Si comincia con la nuova principessa della “Sugar” (casa discografica di Caterina Caselli), Malika Ayane, elegante e convinta, circondata dalla coreografia dei ballerini della Scala. I minatori di Santa Fiora accompagnano invece Simone Cristicchi nel suo irreverente inno a Carlà, mentre terza in ordine di apparizione è Irene Grandi che con Marco Cocci intona “Charlie fa surf”… pardon, laspsus freudiano… “La cometa di Halley”: un brano grintoso ma che nell’incedere ricorda fin troppo la canzone dei Baustelle, per essere classificata come una “novità”. A seguire Irene Fornaciari e i Nomadi (con l’aggiunta di Mousse T e Susy) e Marco Mengoni accompagnato solo da un quartetto d’archi: la sua “Credimi ancora” diventa così più gotica e oscura, ma nonostante il nuovo arrangiamento non fa nessun salto di qualità.
Quando poi sul palco mettono piede Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici, il teatro si riempie di fischi e c’è bisogno di una presentazione perentoria da parte del ct della nazionale Marcello Lippi per placare la platea infuocata. La Clerici in panne ricorda l’obbligo di “non parlare” per i cantanti in gara ma niente da fare, parlano tutti: parla ancora Lippi, parla Pupo e il tempo e il televoto scorrono. Poi “Italia amore mio” parte, e parte pure il coro delle “Divas” (vestite da tricolore); alla terza serata c’è ancora poco da aggiungere: se questa è una canzone degna di tanta eco, allora davvero i gusti musicali italiani sono alla frutta. Ritorna poi per la quarta sera consecutiva sul palco Valerio Scanu, nuovamente in compagnia di Alessandra Amoroso; lo seguono Arisa ed Enrico Ruggeri che riesuma i “Decibel” e così l’incipit de “La notte delle fate” diventa molto anni ’80.
Decima concorrente in gara Noemi; i Kataklò (artisti-acrobati) sono solo un orpello in più, perché la diavolessa di X Factor domina con eleganza e semplicità il palco e il pubblico apprezza davvero. A concludere la “sporca dozzina” Fabrizio Moro (con Jarabe de Palo) e Povia in compagnia di Marco Masini.
La “Nuova Generazione” anche durante la (sua) finalissima rimane un’appendice della gara principale e arriva sul palco solo dopo le 23. Quattro veloci esibizioni, nuovamente giudicate da orchestra e televoto. Parte Jessica Brando e a lei segue Tony Maiello (che finalmente non è più vestito come un cameriere). Raccomandato suo malgrado (perchè della casa discografica di Mara Maionchi), “Il linguaggio delle resa” di Maiello si conferma un brano sanremese, eppure intenso ed incalzante e non si può dire che il ragazzino della prima edizione di X Factor non sia maturato. Bene anche Luca Marino e Nina Zilli, adepta convinta di Giuliano Palma e tanghèra assassina ne“L’uomo che amava le donne”. Dopo la mezzanotte e dopo l’esibizione da cubista della Clerici, arrivano i responsi: Tony Maiello vince la categoria “Nuova Generazione” (e il padre invade il palco), mentre a Nina Zilli il premio della critica “Mia Martini”. Noi ve l’avevamo detto!
A 00.40 parte poi la carrellata dei superfinalisti di stasera, rimangono fuori: Enrico Ruggeri e Fabrizio Moro.
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1. McooO ha scritto:
20 febbraio 2010 alle 04:06