Se ne riparla tra un mese circa. Il CdA Rai riunitosi ieri a Viale Mazzini ha deciso di sospendere fino al 2 giugno la delibera consiliare del 23 febbraio 2017, quella riguardante il famigerato tetto agli stipendi degli artisti del servizio pubblico. Entro quella data, la Rai dovrà autoregolamentarsi. Nella sua ordinanza, l’assemblea presieduta da Monica Maggioni ha tenuto conto dell’indicazione del Ministero dello Sviluppo economico, che nei giorni scorsi aveva di fatto abolito il discusso provvedimento. Tale indicazione era stata preceduta da un parere dell’Avvocatura dello Stato.
Ora la palla passa nuovamente ad Antonio Campo Dall’Orto, che ha tempo fino al 2 giugno per chiudere definitivamente la questione. Il Consiglio, infatti, ha dato al contempo mandato al DG di presentare entro tale data un piano organico con i criteri e i parametri per la “corretta e chiara individuazione dei contratti con prestazioni di natura artistica, nonché i meccanismi di determinazione della relativa retribuzione al fine di definire una autoregolamentazione in materia“.
Secondo quanto riportato da organi di stampa nei giorni scorsi, è stato lo stesso Ministero a chiedere alla alla Rai di dotarsi di un regolamento interno che le consenta di individuare che cosa sia davvero una prestazione artistica. In tal modo, si potranno evitare i rimbalzi di responsabilità che hanno trasformato la vicenda degli stipendi nel classico inghippo all’italiana.
Rai, Delia Gandini nominata Responsabile Anticorruzione
Nella seduta di ieri, il CdA Rai ha anche nominato all’unanimità come Responsabile per la prevenzione della corruzione Delia Gandini, attuale direttore dell’Internal Auditing, che riunirà dunque sotto un’unica posizione i due incarichi. La nomina arriva a pochi giorni dalle dure parole pronunciate dal presidente dell’Authority anticorruzione Raffaele Cantone, che su La7 aveva bacchettato la Rai ed annunciato l’esistenza di un’inchiesta della Procura su alcune nomine a Viale Mazzini.
Intanto, slittano le annunciate vertenze del CdA sul DG Antonio Campo Dall’Orto, per il quale – in caso di un riscontro ritenuto insoddisfacente – potrebbe scattare la sfiducia da parte dei Consiglio stesso.