Polemica



8
maggio

PIETRO VALSECCHI, MA UN PO’ DI AUTOCRITICA MAI?

Pietro Valsecchi

La stagione televisiva sta per concludersi e non è stata delle migliori per la fiction Mediaset, che ha collezionato risultati tiepidi con offerte che non hanno entusiasmato il pubblico. La sperimentazione e i nuovi linguaggi che il Biscione ha tentato di portare – per esempio la messa in scena del thriller psicologico e dell’esoterismo con Il Bosco e Le Tre rose di Eva 3 – non hanno pagato. E a qualcuno non va giù.

Pietro Valsecchi: dura critica alla fiction italiana dal numero uno della Taodue

Parliamo di Pietro Valsecchi, numero uno di Taodue, che nei giorni scorsi ha rilasciato delle pesanti dichiarazioni all’Adnkronos e, ben lontano da un eventuale mea culpa per gli scarsi ascolti raccolti di recente dai suoi Le mani dentro la città, Squadra Mobile e appunto Il Bosco, ha sparato a zero sulla fiction italiana e ancor di più sul pubblico che la guarda, apostrofandolo come “arretrato“.

“Ci sono diverse Italie e diverse fiction. C’è una Italia culturalmente, socialmente ed economicamente, e anche anagraficamente, arretrata, che si accontenta di una fiction didascalica, che ama le storie prevedibili, i personaggi tutti d’un pezzo, le biografie agiografiche; insomma una serialità rassicurante e banalizzante. [...] Esiste molta fiction che rispecchia in pieno questo obiettivo, che raggiunge spesso grandi ascolti ma che non racconta l’Italia vera, che non elabora un linguaggio contemporaneo, che ripropone stereotipi e può quindi essere insidiata da prodotti di acquisto rivolti a un target simile, come dimostra il successo delle telenovelas spagnole”.

Una posizione condivisibile da molti, che però sembra non tener conto della qualità dell’offerta. Perchè sì, sicuramente titoli quali Don Matteo, Il Commissario Montalbano o Che Dio ci aiuti seguono schemi ripetuti e rassicuranti, ma nel loro genere sono ben fatti, ben riusciti, confezionati a dovere. Mentre non si può dire lo stesso dei tentativi nostrani di indagare nuovi generi, spesso affrontanti con superficialità, senza un’adeguata preparazione e con risultati patetici.

Pietro Valsecchi: un invito ad innovare che però non sempre trova riscontro nelle produzioni Taodue




17
novembre

TALE E QUALE SHOW 2014, VALERIO SCANU CONTRO GIURIA E COLLEGHI: “PRESO IN GIRO E OFFESO”

Valerio Scanu imita Al Bano

Che non avesse preso bene il secondo posto era chiaro, visto la freddezza con cui Valerio Scanu ha festeggiato la vittoria di Serena Rossi nella finale di Tale e Quale Show 2014, evitando di starle accanto durante la sua esibizione in chiusura di puntata (aveva ben chiari i voti finali). E che il cantante ce l’avesse con la giuria era altrettanto palese, dal momento che nella prima puntata del Torneo è stato glaciale anche con loro.

Valerio Scanu: “la giuria ha aspettato l’ultima puntata per affossarmi”

Ma adesso il cantante ha deciso di vuotare il sacco attraverso le pagine del settimanale DiPiù, alle quali ha affidato uno sfogo tanto duro quanto in parte condivisibile. Sebbene Serena Rossi sia stata e continui a dimostrarsi molto brava, infatti, la vittoria della quarta edizione l’avrebbe meritata lui.

“Mi è dispiaciuto, non tanto perché non abbia vinto ma perché la giuria ha aspettato l’ultima puntata per affossarmi, mentre avrebbe potuto farlo benissimo con altri cantanti che ho imitato, non di certo con la Vanoni. Nelle puntate precedenti i giudici mi avevano sempre mantenuto nelle posizioni alte della classifica. Tranne una volta settimo, sono sempre stato primo, secondo o terzo. Avevo una media alta e non credo che la Vanoni meritasse la terzultima posizione. Non mi sono espresso durante la puntata perché volevo risentirmi per darmi un giudizio: ora posso affermare che non ero da prima posizione ma nemmeno da terzultima“.

Loretta Goggi, Christian De Sica e Claudio Lippi, che avevano dimostrato di apprezzare fin dall’inizio le capacità di Scanu nell’arte dell’imitazione, hanno invece bocciato la sua Ornella Vanoni che, comunque, tra tutte le prove fornite da Scanu è stata la meno riuscita. E quella bocciatura proprio non è piaciuta al buon Valerio, che, rotti gli argini, si è lasciato andare ad altri attacchi.


7
novembre

RENATO BRUNETTA CONTRO FEDEZ: FAI SCHIFEZ!

Fedez

Dopo il velenoso botta e risposta con gli esponenti del PD Federico Gelli ed Ernesto Magorno a causa delle sue “vicinanze grilline” (leggi qui), proseguono i battibecchi tra Fedez e i politici. Stavolta è Renato Brunetta a scagliarsi contro il giurato di X Factor 8, reo di aver ironizzato sulla sua statura nel corso della terza puntata live di ieri sera del talent di SkyUno.

“Questa scelta significa osare? Allora io vado a fare paracadutismo dalla testa di Brunetta

ha sentenziato Fedez a proposito della scelta di Victoria Cabello (sulla quale ha poi affondato il colpo a Xtra Factor) di assegnare alla cantante Ilaria la canzone “Get lucky” dei Daft Punk e Pharrell Williams. Una battuta che tutto ha strappato tranne un sorriso al capogruppo di Forza Italia, che via Twitter ha affilato la tastiera e replicato duramente:

Condivi questo articolo:
  • Facebook
  • Twitter
  • Digg
  • Wikio IT
  • del.icio.us
  • Google Bookmarks
  • Netvibes

, , ,





10
ottobre

E’ BUFERA PER IL “GRILLINO” FEDEZ

Fedez

“C’è il delirio al Maracanà” cantava questa estate il rapper-collega Emis Killa. “C’è bufera a X Factor 8″ potrebbe essere, invece, il nuovo tormentone di Fedez. Il giurato del talent di SkyUno, infatti, è finito nel mirino di Federico Gelli ed Ernesto Magorno, deputati del Partito Democratico. Il motivo? E’ canoro e si intitola “Non sono partito“, l’inno che il rapper milanese ha scritto per il raduno a Roma del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e nel quale – in perfetta linea con la politica grillina – viene preso di mira il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Fedez attacca: “Hanno chiesto la mia testa come agli anni del fascismo”

ha scritto e rivelato la scorsa notte Fedez dal suo profilo Twitter, passando al “contrattacco” con un messaggio, un tantino eccessivo nei termini, postato anche tramite la sua pagina Facebook:


2
ottobre

DISCOVERY CONTRO AUDITEL. L’AD MARINELLA SOLDI NUTRE DEI DUBBI E RILANCIA: CREIAMO UNA NUOVA SOCIETA’

Marinella Soldi, AD Discovery

Marinella Soldi, AD Discovery

Si fa sempre più popolato il coro di voci che nutrono qualche dubbio su Auditel e sul sistema di rilevazione degli ascolti attualmente in uso. Così a Sky, La7 e LT Multimedia ex Sitcom, si aggiunge il gruppo Discovery per bocca del suo Amministratore Delegato Marinella Soldi. Ascoltata presso la commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera, l’AD del noto gruppo editoriale ha espresso la sua contrarietà al sistema in uso, a quanto pare non più al passo coi tempi ma ancorato a strumenti creati nel 1984, non più in grado di “rilevare il mercato in maniera veritiera.

Auditel – Discovery attacca: “Ascolti sottostimati”

Se da un lato viene apprezzato lo sforzo di Auditel nell’allargare il panel da 5000 a 15000 famiglie, dall’altro Discovery ci ha tenuto a mettere in luce il fatto che ciò è avvenuto solo dopo la nascita dello Smart Panel di Sky, che peraltro già dalle prime rilevazioni sembra aver smentito i dati forniti dalla famosa società. Non solo, anche gli studi e le ricerche di mercato effettuate dalla stessa Discovery non combaciano con quanto rivelato da Auditel e dai quali si evince “che il mercato delle cosiddette nuove emittenti digitali è spesso sottostimato in termini di indici di ascolto.”

Auditel – Discovery propone nuova società

Per la Soldi, dunque, “rimane il dubbio che l’attuale sistema di rilevazione Auditel possa non più rispecchiare e monitorare la complessità del mercato e dell’offerta televisiva”. Poiché inoltre la società in mano a Rai e Mediaset continua ad andare a rilento con le novità annunciate, Discovery chiede che venga creato un nuovo ente composto da personalità totalmente indipendenti oppure che preveda un coinvolgimento di tutti gli editori, con una loro rappresentanza.





26
maggio

DARIO SALVATORI VS J-AX: SENZA TALENT, CARRIERA A ROTOLI. J-AX REPLICA: VESTITO COME UN VACCARO DEL TEXAS IN TRIP DA PEYOTE

Dario Salvatori

Dario Salvatori

J-Ax sarebbe presumibilmente l’ospite perfetto per ogni talk show pomeridiano. Come ribatte lui agli attacchi nessuno mai, e -va detto- è stata, anche da questo punto di vista, una piacevole scoperta per la televisione italiana, ancorata fin troppo al solito circoletto di personaggi dello spettacolo un po’ bolliti. Comunque sia, sabato scorso è di nuovo finito sotto attacco, e dopo Emma e Anna Pettinelli, è stata la volta di Dario Salvatori, in occasione dell’ultima ospitata a Le Amiche del Sabato su Rai1.

Giornalista e critico musicale, per Salvatori J-Ax (ma in generale tutti i coach dei talent show) si sarebbe avvantaggiato dal ruolo che ricopre tanto che “abbiamo visto carriere che sono ripartite, tour favolosi. E invece la precarietà ha colpito solo chi ha vinto, questo è dannosissimo”. “Se non ci fossero questi talent, carriera a rotoli“, per i coach. Non si è fatta attendere la risposta del coach rapper di The Voice, come al solito su Facebook, che ironizzando sul giornalista stesso

“una via di mezzo fra Boss Hogg di Hazzard e un poser qualsiasi che si veste da vaccaro del Texas in trip da peyote senza aver mai avuto un callo sulla mano in vita sua” ha dichiarato che “quelli come lui occupano il servizio pubblico come morti di fuffa, vivono dentro la TV italiana senza assolvere nessuno scopo pratico; esistono perché sarebbe più costoso e dispendioso adoperarsi per rimuoverli da lì, come quei satelliti dell’Unione Sovietica difettosi che continuano a orbitare intorno alla terra come spazzatura spaziale finché non cadono da qualche parte nell’oceano”.

Questo tizio vestito da vaccaro del Texas, completo di cravattino e scarpe a punta e una camicia che sembra uno di quei test che ti fanno da bambino per scoprire se sei daltonico”, il cui unico talento sarebbe quello di “emettere suoni con la bocca” può andare in diretta “ed essere pagato da tutti noi” perché l’Italia, non essendo un paese meritocratico, chi produce fuffa non “viene portato nel retro di un mattatoio e artisticamente terminato con l’aria compressa.”

L’occasione, frecciate a parte, è servita a J-Ax per chiarire il suo percorso musicale che, in effetti, non è terminato con gli Articolo 31. E’ vero che buona parte della sua discografia viene associata al duo di cui è stato co-protagonista, ma d’altra parte i fan hanno identificato in lui l’evoluzione degli Articolo.


23
aprile

UNA BUONA STAGIONE: IVANO MARESCOTTI “TAGLIATO” PERCHE’ CANDIDATO ALLE EUROPEE. L’ATTORE ACCUSA LA RAI DI CIALTRONAGGINE

Una Buona stagione - Ivano Marescotti

Proprio ieri sera vi abbiamo parlato di Ivano Marescotti e del fatto che in Una Buona Stagione si cimentava finalmente con un ruolo positivo e diverso dai soliti traffichini che interpreta. Ebbene, se vi avevamo incuriositi rimarrete a bocca asciutta, a meno che non recuperiate le puntate già andate in onda della fiction ambientata tra le vigne del Trentino: il suo personaggio, Neri Ferrari, non c’è più.

Una Buona stagione: eliminato il padre della protagonista Silvia

La Rai ha infatti deciso di tagliare tutte le scene in cui compariva Marescotti perché l’attore si è candidato alle prossime Europee nella lista Tsipras e, secondo la norma sulla par condicio, i candidati non possono apparire durante la campagna elettorale in programmi di intrattenimento. Una scelta che ha presumibilmente reso necessario un nuovo lavoro di montaggio per ovviare all’assenza di Ferrari, che nella storia aveva un ruolo secondario ma importante, in quanto padre di Silvia (Luisana Lopilato) ed alleato del protagonista Andrea Masci (Ricardo Dal Moro) nel tentativo di creare il tanto agognato vino. L’agronomo era poi fondamentale nella linea narrativa che riguardava la sua storia d’amore con Elisabetta (Anna Melato) e la battaglia di quest’ultima per ritrovare suo figlio: che ne sarà adesso di tutto il materiale che li riguarda? Dubbi legittimi che hanno scatenato le “ire” dell’attore, come leggiamo su Repubblica.

“Hanno tagliato anche il nome dai titoli, una cosa veramente inedita ed inaudita. Hanno tagliato le scene a spregio del pubblico senza neanche avvisare. Ed è sparito il padre della protagonista [...] Questa non è par condicio, ma è manipolazione di un’opera dell’intelletto. Danneggia gli altri attori che lavorano con me. La regia, la scrittura, il montaggio e il pubblico che vede una cosa manipolata e censurata. Una cosa che non si può fare”.

Una Buona stagione, Ivano Marescotti, candidato alle Europee, spara a zero sulla Rai


5
aprile

LA PISTA: SCOPPIA LA POLEMICA, MA NON BASTA A FAR SALIRE LO SHARE. RITA PAVONE FUORI LUOGO

La Pista

Più noiosa della prima puntata de La Pista c’è solo… la seconda puntata de La Pista. Ma fino ad un certo punto. Dopo gli interminabili e logorroici interventi di Gigi Proietti, altrove straordinario ma qui del tutto fuori contesto e lontano anni luce dai tempi e ritmi televisivi, qualcosa di tipico del piccolo schermo alla fine è saltato fuori: la polemica per le votazioni della giuria “di qualità”.

La Pista: la votazione della giuria non va giù alle squadre

A dare il “la” è stata LECCEzione con caposquadra Sabrina Salerno, che è risultata ultima in classifica avendo preso il minimo dei voti da tutti e tre i giurati. Secondo una delle ballerine il gruppo sarebbe stato penalizzato per aver cambiato stile di ballo, cosa che a detta loro avrebbero osato tra gli altri solo i Virality di Amii Stewart. Da lì le reazioni immediate delle Tacco 10 e dei Cosmo P., a loro volta convinti di aver offerto qualcosa di nuovo al pubblico. Sabrina Salerno si è allora mossa in difesa della sua squadra:

“Non vedo l’ora di rivedere il filmato. [...] Giustamente prima Rita diceva una cosa sulle espressioni, le facce, la poca convinzione e questo ci sta. Ma io voglio capire a livello di ballo cos’è successo. [...] Le ho viste in sala prove, sono stata con loro e mi sembrava andasse tutto bene [...] Non fa piacere, sono arrabbiatissima“.

Con un Flavio Insinna un po’ spaesato a fare da arbitro sulla pista trasformatasi in ring, la giuria ha rivendicato le proprie scelte tirando fuori la solita diplomatica spiegazione: i cinque punti (ovvero il voto più basso) devono per forza essere assegnati ogni settimana a qualcuno ma controvoglia, perché sono tutti bravissimi. Sarà vero? Mica tanto: a dirla tutta le esibizioni sono state meno entusiasmanti di quelle della prima puntata.

La Pista: l’exploit fuori luogo di Rita Pavone