La stagione tv 2016/2017 era stata annunciata un po’ come l’annata della grande musica e dei grandi concerti da far (ri)vivere allo spettatore comodamente seduto sul divano di casa. Peccato, però, che il pubblico abbia finora risposto picche a quasi tutti i big “spalmati” in questi mesi da Mediaset e Rai nella privilegiata fascia oraria della prima serata.
Flop
BOOM! CULTURA MODERNA VERSO LA CANCELLAZIONE
La maledizione dei remake tv colpisce ancora. DavideMaggio.it è in grado di anticiparvi che tira aria di chiusura anticipata in casa Mediaset. L’imputato in questione? Ca va sans dire, il redivivo Cultura Moderna. Ripartito lo scorso 28 novembre nel preserale di Italia 1 dopo ben 10 anni di assenza, il format ideato da Antonio Ricci e affidato alla conduzione di Teo Mammucari potrebbe già essere vicino al suo tramonto.
SOSPESO COSI’ LONTANI COSI’ VICINI
Chiusura anticipata per la terza stagione di Così lontani, Così vicini, l’emotainment condotto da Albano Carrisi e Romina Power. Le ultime due puntate del programma non andranno in onda. Alla base di tale scelta il brusco calo di ascolti subìto dal programma, che venerdì scorso – contro la prima puntata di Pequeños Gigantes in onda su Canale5 – ha ottenuto una media di appena 2.700.000 spettatori e il 10,94% di share.
SCENE DA UN MATRIMONIO: DOPO IL FLOP IN PRIME TIME, LE ULTIME DUE PUNTATE IN ONDA A MEZZOGIORNO
Non è bastato rinnovare formula e linguaggio, e neppure strizzare l’occhio all’amarcord. Il ritorno in tv di Scene da un matrimonio è stato bocciato sonoramente dal pubblico di Rete4. La prima puntata, in onda martedì 25 agosto, è stata vista da appena 631.000 spettatori con il 3,33% di share. Un risultato decisamente al di sotto delle aspettative, che ha portato i vertici della rete a spostare in maniera repentina la trasmissione dalla serata del martedì a quella della domenica. Tale scelta è apparsa però da subito azzardata, dato che nel giorno di festa su Canale5 va in onda l’appuntamento in prima serata con le seguitissime vicende de Il Segreto, il cui target di riferimento non è poi così diverso da quello della trasmissione condotta da Davide Mengacci. Come prevedibile, lo scontro con la soap si è rivelato letale per Scene da un matrimonio, crollato nella seconda puntata ad una media di appena di 323.000 spettatori e uno share dell’1,78%.
IL PECCATO E LA VERGOGNA DELL’AUDITEL: 8,5 MLN PER DON MATTEO, 825 MILA PER DOWNTON ABBEY
Vergogna! 8,5 milioni per Don Matteo, 825 mila per Downton Abbey. Il ritratto auditel che emerge dall’Italia televisiva è impietoso.
Tuttavia prima di lasciarsi andare a facili populismi, è opportuno andare a fondo e provare a capire perchè certi prodotti funzionano e altri no. Del resto non sempre l’alta qualità è respinta con veemenza dal pubblico italiano e non tutte le modeste fiction tricolori sono ben accette. Tralasciando il fenomeno Don Matteo, ci interroghiamo sul perchè Downton Abbey non abbia catturato il Belpaese.
Downton Abbey: esiste una rete giusta in Italia per valorizzarlo?
Le ragioni sono molteplici. Molti attribuiscono l’insuccesso alla mancata coerenza tra il prodotto e la rete che lo manda in onda (Rete 4) ma la realtà è che non esiste in Italia una casa mediatica adatta ad ospitare Downton Abbey, con riferimento tanto alle reti tematiche (qual è una rete femminile dal palato fine?) quanto alle generaliste. Fantasticando, forse il posto migliore per Downton Abbey sarebbe stato Rai1. Il pubblico maturo dell’ammiraglia della tv pubblica, che è molto fedele, poteva, pur banalizzandone i significati, dare una chance al prodotto, lasciandosi affascinare dalle ambientazioni d’epoca (magari lo avrebbero chiamato “La tenuta”). Difficile un successo di ascolti, ma almeno la prima rete avrebbe aperto un canale verso un altro tipo di produzioni.
Tornando a Rete 4, bisogna ammettere che la rete diretta da Giuseppe Feyles dimostra di tenere al period drama salvo poi perdersi in un bicchiere d’acqua quando lo fa iniziare con sensibile ritardo rispetto alle altre proposte delle reti concorrenti (magari qualcuno avrà pensato che il prime time sarebbe stato occupato da Tempesta d’amore o peggio ancora che Tempesta d’amore fosse Downton Abbey) e carica di pubblicità la seconda ora di trasmissione.
Downton Abbey: l’Inghilterra non è l’Italia
SOLO FLOP PER LA5
“Non vogliamo fare solo ascolto ma tendenza”. Non manca l’ottimismo a Giancarlo Scheri nel presentare alla stampa gli obiettivi di Fashion Style, il nuovo talent modaiolo de La5. E, del resto, verrebbe da dire che in casi estremi l’unica cosa a cui appigliarsi è proprio la speranza.
I flop de La5
E’ vero che parliamo della produzione più ambiziosa mai realizzata dal canale ma è altrettanto assodato che la recente storia di La5 è costellata da flop e “mancati successi”. Il nuovo corso della rete, che predilige i programmi homemade, è al momento un sonoro fallimento. Nessun programma è riuscito ad ottenere ascolti all’altezza, nè tanto meno è riuscito a far parlare o creare brand awareness. Non ha pagato, insomma, la strategia di inseguimento e imitazione attuata nei confronti dei rivali del digitale terrestre. Sulla scia di celebri successi della concorrenza sono nati programmi come Non aprite quell’armadio, Vite in Apnea, The Chef, Torte d’autore; show che sin da subito il pubblico ha percepito male proprio per il tentativo di emulare l’altrui palinsesto. E’ bene ricordare, infatti, che i nanospettatori hanno un forte attaccamento verso le produzioni delle reti all digital. Come se non bastasse, tutte (o quasi) le produzioni – vuoi per contenuti, vuoi per realizzazione, vuoi per promozione e collocazione – hanno lasciato a desiderare (anzi diciamo che alcune di queste sono proprio inguardabili).
La5: sta fallendo la strategia di “affrancamento” da Canale 5
RAI1, ASCOLTI A PICCO PER L’INTRATTENIMENTO: SI SALVERA’ ANTONELLA CLERICI CON LA TERRA DEI CUOCHI?
Menomale che c’è la fiction, penseranno in quel di Viale Mazzini. A salvare Rai1 e a garantirle una vittoria nel periodo di garanzia primaverile è, infatti, il genere seriale mentre l’intrattenimento non se la sta passando bene. Nonostante lo sforzo di proporre prodotti nuovi, nessuna delle nuove produzioni ha ottenuto i risultati sperati e possiamo proprio parlare di flop.
Red or black, il game show condotto da Fabrizio Frizzi e Gabriele Cirilli, non è andato oltre il 13.8% di share medio, sprofondando all’11.73% nell’ultima puntata contro il debutto di Paperissima. Impensabile riproporre il format che ha chiuso con due puntate d’anticipo. Non è andata bene neppure a Paola Perego e alla puntata pilota di Eroi di tutti i giorni: proposto lo scorso venerdì ha raccolto appena 3.136.000 spettatori pari al 13.12% di share, tallonato da Maurizio Crozza su La7.
Se il venerdì sera si è rivelato un fallimento, le cose non vanno meglio al sabato sera. Altrimenti ci arrabbiamo, dopo un esordio tiepido (17.36%), alla seconda puntata è crollato al 13.12% con meno di tre milioni di spettatori. Il nuovo talent di Milly Carlucci ha dovuto piegarsi agli Amici di Maria. Risultati che fanno rivalutare quelli totalizzati un anno fa da E’ stato solo un flirt che siglò un più che dignitoso 18.5% di share.