Elena Ceste



20
novembre

CASO CESTE, DENUNCIATO IL FALSO TESTIMONE SMASCHERATO DA QUARTO GRADO. “VOLEVO DIVENTARE OSPITE DEI TALK SHOW”

Elena Ceste

Davanti alle telecamere aveva millantato importanti rivelazioni su Elena Ceste, accreditandosi come super testimone nel caso di cronaca. Ma era tutto finto. E’ stato denunciato dai Carabinieri, Vito R., il 38enne impresario edile di Savona che si era dichiarato depositario di alcune confidenze da parte della mamma di Costigliole d’Asti scomparsa in circostanze misteriose il 24 gennaio 2013. “Eravamo diventati amici su una chat, ci sentivamo spesso al telefono” aveva inventato l’uomo – un incensurato di origini pugliesi – che aveva persino prodotto un faldone con tutti i presunti scambi informatici avuti con la vittima. Un atto di mitomania, il suo, compiuto con un solo scopo: quello di apparire in tv.

Mi sono inventato tutto, non ho hai avuto contatti con Elena Ceste. In questo periodo sono depresso, volevo diventare ospite dei talk in tv che si occupano ogni giorno del caso, volevo fama e visibilità” ha ammesso l’impresario edile, messo sotto torchio dai Carabinieri. Lucrando sulla povera Elena Ceste l’uomo sognava di essere inseguito dalle telecamere, come spesso accade ai protagonisti e ai testimoni dei principali casi di cronaca nera. E in parte ci era riuscito. Con le sue dichiarazioni, il mitomane aveva già richiamato l’attenzione dei giornalisti e di recente aveva rilasciato interviste sia a Chi l’ha visto? e che a Quarto Grado.

Il programma condotto da Gianluigi Nuzzi, in particolare, aveva ascoltato l’uomo e aveva evidenziato la fragilità della sua testimonianza, sottolineandone le numerose contraddizioni. Gli anticorpi giornalistici dell’approfondimento di Rete4 avevano respinto il castello di millanterie costruito dal mitomane, mentre la trasmissione di Federica Sciarelli aveva scelto di non mandare in onda l’intervista. Sentito dai Carabinieri, davanti ai quali aveva descritto nel dettaglio le (finte) confidenze di Elena Ceste, il geometra è stato denunciato per false dichiarazioni rese al pm e falsificazione del contenuto di comunicazioni informatiche.