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Di Padre in Figlia: un dramma così marcato da offuscare la speranza
di Stefania Stefanelli
19/04/2017 - 14:18

La fiction italiana ci ha insegnato che si può raccontare tutto con leggerezza senza per questo perderne in credibilità o veridicità, basti pensare a La Mafia uccide solo d’Estate per averne l’esempio più eclatante. Sarà per questo e per il fatto che gli anni ’60, televisivamente parlando, sono da sempre sinonimo di sorriso, ma Di Padre in Figlia all’esordio è risultato ostico ed eccessivamente drammatico per essere gustato davvero.
Di Padre in Figlia: un racconto all’esordio troppo drammatico e pesante
Va bene il racconto crudo di un patriarcato irrispettoso e becero, ma cominciare una prima serata a suon di urla, sesso spicciolo, violenza psicologica e bambini spariti nei boschi crea un carico d’angoscia che difficilmente passerà con l’andare avanti della puntata. E infatti questo debutto è stato troppo pesante, a fronte di una storia corale ben più ricca di sfaccettature e sulla carta foriera di speranza. Roba che, prima di vedere il seguito, verrebbe da farsi un grappino (tanto per restare in tema).
La storia della famiglia Franza in prima battuta è sembrata infatti una di quelle destinate a scatenare frustrazione e basta: un padre padrone ignorante e con una morale tutta sua, una moglie succube ed infelice, una figlia fiera ed intelligente che vive nella continua mortificazione ed un’altra che usa il fascino per ottenere tutto da uomini capaci solo di comandare ma non di capire.
Ma è una storia destinata a cambiare, come la trama promette, e dunque in questa circostanza specifica sarebbe forse stato utile ricorrere a quell’espediente che in troppi usano nel racconto filmico a volte senza una reale ragione, ovvero il flashback: partire dal futuro, cioè dal superamento dei limiti e delle ingiustizie, per poi tornare indietro a raccontarli avrebbe forse pagato di più e reso più godibile il prodotto che, per il resto, è stato confezionato a dovere.
Di Padre in Figlia: Boni e Capotondi nei loro ruoli tipici
Il cast è ineccepibile e gli interpreti giusti per i propri personaggi, nel caso dei due principali perfino “troppo”: Alessio Boni è impegnato in uno di quei ruoli “nervosi” in cui sa calarsi con estrema convinzione e Cristiana Capotondi dà vita ad una ragazzina molto più giovane di lei come sovente capita – forse per una questione di aspetto – ma con la quale risulta credibile come non le accade in altri contesti.
A spiccare su tutte sono però le prove di Stefania Rocca e Francesca Cavallin, la cui storia nella storia – l’amicizia nata tra una donna e la prostituta con cui il marito si intratteneva – è forse l’elemento più originale dell’intera fiction.
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Suarim dice:
Gli attori sono bravi, ma la storia è molto prevedibile! Davvero esistono famiglie dove non ce n'è uno felice? E vi sembra normale che la mamma abbia una storia d'amore con il suo vecchio fidanzato dopo trent'anni e pensi pure di abbandonare i quattro figli...mentre lui non parla mai di lasciare la moglie? E chi potrebbe mai diventare modella a più o meno trent'anni? Che il figlio sarebbe morto in qualche modo lo si capiva già dal titolo "di padre in figliA"...no, le fiction belle della rai sono altre, vedi "La porta rossa"
Engy dice:
@camillo cinfuegos, l'argomentazione "Ecco cosa si può fare: non guardare ciò che ci disturba o non ci piace. O no?" è - credo - tanto utilizzata quanto priva di logica: capita comunque di piazzarsi lì a guardare quel che passa il convento per così dire, dopodichè si da un giudizio. Per me comunque non sono state certo le poche scene di sesso a disturbarmi, ma l'eccessiva caratterizzazione dei personaggi, e non perchè non corrispondano al vero, ma perchè la realtà è una cosa, il film è un'altra e potrebbe ben rendere la realtà senza ricorrere a queste esagerazioni: padre troppo urlatore, insensibile, sprezzante, troppo padre-padrone, moglie troppo infelice, figlio gemello troppo succube e influenzabile e anche un po' scemotto, figlia maggiore per taluni aspetti troppo oca, figlia di mezzo troppo superficiale, figlio dell'ex socio troppo tonto, amico di Maria Teresa troppo positivo e paziente...
Camillo Cinfuegos dice:
E' bellissimo vedere come non sapendo a cosa attaccarsi quando una fiction, finalmente, è fatta bene e recitata altrettanto degnamente. Dicevo, non sapendo a cosa attaccarsi ci si attacca al... (bip). Per cui il problema è se, all'inizio, le scene di sesso dovevano essere trasmesse dopo le 22,00 invece che alle 21,45 per non disturbare i bambini che, a quell'ora, dovrebbero essere già a letto essendo passato abbondantemente il limite Carosello (siamo in quegli anni). Ogni qual volta sulla Raisi riesce a vedere qualcosa di decente, ci scappa sempre "...e il criticar m'è dolce in questo mare" e scatta il raffronto con le altre fiction o le serie tv specie se americane. Personalmente, per dirla alla Fantozzi, " Per me Games of Thrones è una cagata pazzesca" e, semplicemente, non lo guardo. Ecco cosa si può fare: non guardare ciò che ci disturba o non ci piace. O no?
Engy dice:
condivido la recensione, è tutto "troppo". Trovo invece inadatto Alessio Boni nel ruolo, al di là dell'eccessiva esasperazione dei toni e dell'esagerata concentrazione di tante caratteristiche negative su un unico personaggio; avrei visto meglio l'attore Pierfrancesco Favino.... ma forse ha troppo la faccia da buono, mentre Boni ha la bellezza del fetenteissimo, dello stronzo. E alla Capotondi fanno recitare la parte della brava, buona, studiosa ... ma troppo oca, troppo ingenua, troppo veramente: la scena dove lei chiede al suo amico di fare l'amore (per favore, per cortesia), è ridicola.
Bassanese dice:
Sono di Bassano ed in teoria sarei più o meno coetaneo della figlia Maria Teresa. Ho vissuto quegli anni in quei posti e conosciuto molte famiglie che avevano un padre-padrone esattamente così. Non la trovo male come storia anche se vederla (e sentirla) da bassanese non può che suscitare ricordi e percepire tutte le inesatezze. La cosa peggiore è il dialetto, nessuno a Bassano parla in quel modo, con quella cantilena. Anche Bassano viene presentata "troppo bella", nel 68 era grigia, semi disabitata e con una popolazione anziana perchè il boom edilizio aveva svuotato il centro storico. Le poche macchine storiche che si vedono vanno benissimo ma mancano le tante biciclette e motorini che popolavano le strade. Comunque, tutto sommato il mio parere è positivo.
fuffa dice:
@Stefania ma che concetto sarebbe il "sesso spiccolo"?!?!? se si decide di mostrare un bordello...quello è. Sareste più onesti (insieme a @MarcioDentro) a criticare proprio la scelta autoriale di mostrare una casa chiusa in una fiction rai di prima serata! addirittura poi essere perplessi perché si mostrano due fratellini che dormono insieme...e non voler passare per bigotti??? ahahah
Stefania Stefanelli dice:
Guardate che non si parla di sesso spinto ma di sesso spicciolo e continuo.
daniele dice:
Fiction straordinaria, COMMENTI NEGATIVI inutili!!! fatela voi la prossima!!!