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SERVIZIO PUBBLICO: E’ SCONTRO TRA SANTORO E TRAVAGLIO CHE LASCIA LO STUDIO (VIDEO)
di Marco Leardi
17/10/2014 - 01:58

“Divorzio” in diretta tra Michele Santoro e Marco Travaglio. Il giornalista ed editorialista di Servizio Pubblico ha abbandonato lo studio visibilmente stizzito e in aperta polemica con il conduttore, a seguito di un battibecco dai toni accesi consumatosi poco prima. Ad infiammare le polveri era stato proprio il vicedirettore del Fatto Quotidiano, che nel suo editoriale se l’era presa con il Governatore della Liguria Claudio Burlando, ospite in collegamento. Ne è nato un alterco, durante il quale Travaglio è stato zittito proprio da Michele Santoro, il sodale di sempre.
“A Genova il territorio è responsabilità della Regione, che da nove è retta da un renziano: Claudio Burlando” aveva attaccato Travaglio, rimproverando al politico di aver favorito una sregolata cementificazione del capoluogo ligure. Il botta e riposta si è acceso, trasformandosi in un vero e proprio scontro. Poco più tardi nel confronto si è inserito anche un giovane volontario genovese, uno dei cosiddetti “angeli del fango” che hanno prestato assistenza agli alluvionati, il quale a sorpresa ha bacchettato Travaglio. Quest’ultimo, quasi spiazzato, lo ha rintuzzato: “non capisco cosa c’entro io in tutto questo discorso. Sono stupefatto, prenditela con chi hai eletto!“.
Di fronte a tale reazione inviperita, lo stesso Santoro ha invitato Travaglio ad accettare il confronto facendo così crescere la tensione in studio. Il climax lo si è raggiunto di lì a poco, quando il conduttore avrebbe concesso l’ultima parola a Claudio Burlando, incontrando il disappunto di Travaglio. “Lascialo parlare, Marco. Non è giusto questo, non è giusto! Ha appena ricevuto delle critiche, è giusto che possa replicare. Basta, questo è un luogo democratico. Basta, non si insultano le persone. Questo è un luogo di discussione!” ha strillato Santoro, zittendo il collega che continuava ad accusare il governatore di “aver fatto delle porcate” a Genova.
Clamorosa la reazione di quest’ultimo, che – come in preda ad uno scatto isterico – ha abbandonato la sua postazione ed è corso fuori dallo studio.
Lite Santoro – Travaglio a Servizio Pubblico: il video
Consumatosi lo strappo, Michele Santoro è ritornato sulla lite e ha chiosato:
“Da trent’anni faccio questo tipo di trasmissioni. Sono trent’anni che io credo nel dibattito e nel libero confronto tra le posizioni più diverse. Il potere politico ha delegittimato questi luoghi di confronto. Fino a che io esisterò ci sarà la possibilità per persone come quelle che hanno parlato da Genova di dire a Burlando quello che pensano e per Stefano di dire a Marco Travaglio quello che pensa. E Marco Travaglio avrà tutto il diritto di replicare, però ascoltando anche le ragioni degli altri. Se nel Paese o sulla rete sta emergendo questa voglia di non sentire gli altri, mi dispiace per quelli che la nutrono. Io personalmente non la condivido e finché sarò vivo non la condividerò“.
Parole di fuoco che, conoscendo il carattere testardo dei protagonisti, potrebbero sancire un definitivo strappo tra Michele Santoro e Marco Travaglio.
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Vince! dice:
Non è un fatto generico. Come ho scritto sopra è l'evento che mi ha fatto decidere di non prenderti più sul serio...
Nina dice:
Povero Vince che per screditare gli altri cita fatti generici, accaduti da troppo tempo per poter essere provati. La tecnica di mettere melma pur di screditare una persona è cosa nota, la tristezza è doverci ricorrere.
Vince! dice:
Povera Nina, attacca sempre gli altri. Poi, se le ricordi uno dei tanti episodi passati, nega tutto, disperatamente...
Nina dice:
Questa storia ha dei risvolti comici e tragici, assomiglia al Processo di Kafka. Peccato che sei sfortunato e ti sei scelto un episodio che non potrebbe mai essere accostato a me: il chiedere a qualcuno di prendere posizione è una cosa oscura per me, un concetto che non riesco neppure ad immaginare. Ritenta sarai più fortunato.
Vince! dice:
Io non sarò furbo, ma ho ottima memoria...
Vince! dice:
Io non demordo e cerco di farti tornare la memoria (anche se inizio a sospettare che tu abbia capito benissimo a cosa e chi mi riferisco). L'episodio è avvenuto circa un due anni fa, forse tre. Era una discussione qualsiasi, non di politica. La povera "vittima" scrisse un commento in cui non prendeva posizione e tu le rispondesti manifestandole tutto il tuo fastidio per il semplice fatto che lei fosse troppo accomodante in ogni suo giudizio e accusandola praticamente di non avere idee personali. Se non le hai dato della scema ci è mancato poco... Qualche altro bullo da tastiera ti venne dietro approvando il tuo commento; così la ragazza addirittura si scusò mortificata... Quella volta nessuno intervenne, sbagliando. Ma io ho letto, ci sono rimasto male per lei e ricordo bene, purtroppo per te...
Nina dice:
Il bello è che si crede pure furbo.
Nina dice:
No, no, no caro io non ho detto che non ricordo io ricordo benissimo e questo episodio non è mai accaduto. Si è capito ormai che sei entrato in un terreno periglioso ma per non sfigurare devi continuare a sostenere questa cosa, seppur falsa. Vedi il tuo problema è che tendi ad attribuire i tuoi sentimenti, di cui ti vergogni, agli altri. Come il continuo riferimento a "rigirare la frittata" cosa che non faccio io, ma fai tu. Se vogliamo analizzare la situazione in maniera obiettiva, cosa succede? Succede che tu mi accusi di aver commesso una nefandezza che io non ho mai fatto. Io non rigiro la frittata, ma dico semplicemente che non l'ho mai fatto. A questo punto tu rispondi: vedi che non te ne ricordi perchè lo fai sempre. Chi è che rigira le frittate?