Questa sera, 3 febbraio 2014, alle 21,10 su Rai1 andrà in onda L’Assalto, tv movie diretto da Ricky Tognazzi. L’Assalto, che dà il titolo a questa nuova produzione fortemente voluta dal direttore di Rai Fiction Tinny Andreatta, è quello subito da Giancarlo Ferraris, un imprenditore edile milanese interpretato da Diego Abatantuono. Nel cast anche Ninni Bruschetta, nei panni del leale capo cantiere Franco, Camilla Semino Favro, nel ruolo della figlia di Ferraris di nome Federica, e Paolo Mazzarelli nella parte dell’ambiguo Giovanni de Luca.
L’Assalto nasce da un’idea di Monica Zapelli, che firma anche la sceneggiatura con Claudio Fava, Francesco Ranieri Martinotti e Ricky Tognazzi. Prodotto dalla Iter Film per RaiFiction, il film tv accende i riflettori su una realtà drammatica ma poco conosciuta, ovvero l’insediamento negli ultimi vent’anni della ‘ndrangheta nell’Italia del Nord. La criminalità organizzata è entrata ormai in pianta stabile nei tessuti vitali, imprenditoriali ed economici del nord, concludendo grossi affari, costruendo case, amministrando ospedali, e soprattutto corrompendo uomini politici.
L’Assalto – Trama
Giancarlo Ferraris è un imprenditore della provincia milanese, uomo onesto e gran lavoratore. Ha fatto sacrifici per trent’anni partendo dal nulla e vinto molti appalti, anche nella contingenza attuale della crisi economica. Ora però, come molti altri, rischia di fallire per crediti: nessuno paga più. E’ in questa strettoia che diventa vittima della ‘ndrangheta. Domenico Crea (Luigi Maria Burruano), calabrese da vent’anni insediato al Nord, storico esponente dell’espansione della ‘ndrangheta nel tessuto industriale più ricco d’Italia, mette in atto il suo subdolo avvicinamento offrendo a Ferraris un aiuto “amichevole”, mirando alla sua azienda e al suo sfruttamento per il riciclaggio dei rifiuti tossici.
L’Assalto – Foto
All’inizio Ferraris rifiuta: è un uomo tutto d’un pezzo, vuole farcela con le sue forze come sempre. Poi lo stato dei conti sempre più rovinoso e una serie di strani incidenti che avvengono in azienda lo spingono ad accettare. Lo fa sperando di riuscire a gestire in maniera imprenditoriale il rapporto con Crea, ma è un’illusione: Ferraris conosce molto presto la pericolosità del clan che ha messo le mani su tutto ciò che lui ha costruito e che arriva a minacciare Federica, la figlia appena laureata che è appena entrata a far parte dell’impresa di famiglia. E’ la presenza di Federica, il suo approccio coraggioso e “puro”, a dare una svolta alla situazione. La ragazza registra sin da subito delle anomalie in cantiere, inizia a sospettare qualcosa, ad indagare. E rimane profondamente ferita quando scopre che suo padre è in affari con la ‘ndrangheta, il padre che fino ad allora è stato per lei un esempio da seguire.
Federica gli chiede di uscirne, di denunciare i Crea, di pagare il suo conto con la giustizia e tornare a essere pulito. Ferraris sa che quella è l’unica strada da percorrere, ma sa anche che ribellarsi vuol dire mettere in pericolo di vita sua figlia. Accanto a Ferraris, oltre a Federica, c’è il capocantiere e amico con cui ha condiviso tutto, e c’è naturalmente la Polizia, impegnata a difendere il territorio e a sostenere gli imprenditori che trovano il coraggio di denunciare le intimidazioni e il taglieggiamento della ‘ndrangheta.