Certe storie vanno raccontate con cura, perché non se ne perda il valore. E’ il caso della vicenda giudiziaria che coinvolse Enzo Tortora, padre fondatore della tv italiana. Il presentatore fu vittima di un vergognoso episodio di malagistizia che oggi la Rai intende ricordare con una fiction: Il caso Tortora. Un’opera meritoria, sulla quale però tira aria di polemica proprio nei giorni delle riprese a Napoli.
Gaia Tortora, figlia del conduttore e giornalista del TgLa7, si è infatti lamentata per alcuni aspetti legati alla sceneggiatura diretta e interpretata da Ricky Tognazzi (maggiori dettagli qui):
“Mi hanno fatto leggere la sceneggiatura e non la condividevo. Ho manifestato i miei dubbi a Ricky Tognazzi, ma da allora nessuno si è più fatto vivo con me”
ha detto la secondogenita del presentatore al settimanale Gente. Il motivo dello sfogo risiederebbe dunque nella trama, sulla quale la stessa Gaia ha puntualizzato:
“Sono felice si ricordi l’ingiustizia subita da papà ma temo la si voglia trasformare in una fiction romanzata parlando di donne e sentimenti. E sarebbe inaccettabile“
Non conosciamo quali siano i reali contenuti della sceneggiatura, ma in ogni caso le parole della giornalista meritano attenzione. A pronunciarle, infatti, è una persona che ha vissuto sulla propria pelle i giorni delle calunnie, quelli del disonore e pure le conseguenze della gogna pubblica contro un uomo perbene.
Il caso Tortora, infatti, fu il prototipo del processo mediatico, l’inizio di una deriva che ancora oggi mostra le sue conseguenze più deleterie. Questa è la verità dei fatti e sarebbe un peccato ”romanzare” la fiction in produzione, come teme possa accadere la anchorwoman figlia del grande Enzo.
1. MisterGrr ha scritto:
5 febbraio 2012 alle 17:17