E via, che lo spettacolo è ricominciato. Tutti a guardare, mi raccomando. Nel carcere di Taranto si sta celebrando la prima udienza del processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, e il circo mediatico dei teleguardoni è tornato ad accendere i suoi riflettori. Fuori dall’aula c’è il solito esercito di operatori con gli zoom spianati; dentro invece, sfilano i protagonisti della tragedia: Michele Misseri con la moglie Cosima Serrano e la figlia Sabrina, accusate di omicidio. Sono presenti anche i familiari della vittima, sul cui dolore si è troppo spesso speculato.
Ora che siedono davanti al giudice, Sabrina e Cosima non vogliono le telecamere. La Corte, tuttavia, ha deciso che il dibattimento sarà ripreso dalla tv visto “l’eccessivo interesse della società alla rilevanza del processo“. Bisogna capire se questo sia un bene: la cronaca nera in tv è un’arma a doppio taglio. Dunque, in aula saranno ammesse solo le telecamere (3 per il momento) della trasmissione Rai ‘Un giorno in pretura’, che poi passeranno le immagini alle emittenti che ne faranno richiesta. Non si potranno invece fare foto né immortalare gli imputati che negheranno il loro assenso.
Non mancherà dunque il materiale per imbastire un nuovo capitolo del tragico Avetrana show. Ora ci si mette anche Twitter, dove impazzano i trend #avetrana, #sabrinamisseri, #sarascazzi. Fate voi. All’attenzione dei tele-sciacalli ci saranno soprattutto le deposizioni di Sabrina; la ragazza, che stamane è apparsa molto dimagrita e coi capelli lunghi, entrata in aula è scoppiata più volte in lacrime e si è sistemata in un angolo, alle spalle della madre. A pochi metri di distanza si è accomodato Michele Misseri, reduce da un tour di interviste televisivo che lo ha tenuto impegnato nei mesi scorsi.
L’Orco ammaestrato di Avetrana, che oggi si è tolto gli occhialini da intellettuale per sfoderare un look più dimesso, continua a dichiararsi colpevole ma i magistrati non gli credono proprio. Dall’aula si apprende che l’uomo sia rimasto impietrito di fronte alla moglie e alla figlia.
Nel giorno in cui inizia il processo che farà giustizia sull’abominevole omicidio di Sarah, ripensiamo al grido che Cosima Serrano lanciò lo scorso novembre in una lettera (leggi qui). La donna si indignò per l’atteggiamento di Michele Misseri, spalleggiato da quella tv che lo aveva reso una star. Ora il problema si pone di nuovo, in altri termini.
Per evidenti motivi, infatti, nel corso del dibattimento emergeranno alcuni dettagli raccapriccianti sulla morte di Sarah e i media hanno il dovere filtrare le notizie che usciranno dall’aula di giustizia. C’è modo e modo di raccontare la cronaca. E gli alibi degli sciacalli ora son finiti.
1. Pippo76 ha scritto:
10 gennaio 2012 alle 14:11