Continua impietosa la crociata del Moige contro la tv dai contenuti ‘audaci’. Con le pagelle di fine stagione arrivano nuovi giudizi severi sulla qualità della rappresentazione televisiva con un occhio costante alla prospettiva simbolica e pedagogica dei messaggi veicolati dal tubo catodico. A finire sotto il banco d’accusa stavolta è proprio la rete giovane di Mediaset bacchettata, per non dire bastonata, soprattutto per due scelte editoriali estive.
Gran parte dell’indignazione dell’associazione riguarda Gossip Girl :
‘Gli episodi descrivono in modo del tutto inverosimile l’improbabile vita quotidiana di questi ragazzi del college che sembrano trascorrere il loro tempo esclusivamente tra feste e costosi locali di ritrovo per giovani e che condiscono la loro adolescenza con droghe, alcol e sesso, senza progetti e senza ideali’.
Ai censori del mondo catodico basterà osservare che è tipico vezzo delle serie tv la tendenza alla stereotipia dei comportamenti sociali più estremi. Nei meccanismi di narrazione sono insite scelte di estremizzazione per rendere pregnanti i processi di significazione: sarebbe sbagliato dire che tutta la generazione dei ventenni è uguale alla gioventù rappresentata dall’ultima ondata di registi ma è altrettanto ingiusto non sottolineare certe mode e gusti serpeggianti e un innegabile disincanto e svuotamento di ideali in coloro che saranno la futura classe dirigente.
Stesso discorso per Tamarreide, ugualmente condannato dal Moige. Facile demolirlo, ne abbiamo sottolineato noi stessi i difetti, ma anche gli spunti nuovi. Ci sono le giovani eccellenze universitarie che non fanno notizia così come gli operai che si sudano la pagnotta. E’ altrettanto vero però che, al di là della concentrazione grottesca e caricaturale, c’è tutto un mondo che nella sua vita quotidiana manifesta simili tendenze, a prescindere dalle telecamere e dagli occhi di bue.
Non c’è pietà nemmeno per Tabloid, né per Uomini e donne story (come se il giudizio storico negativo contro la trasmissione della Castigatrice non avesse già fatto capire a tutti da tempo che i tronisti sono profondamente indigesti ai genitori dell’associazione). Apprezzamento invece per i buoni modelli educativi proposti dal ciclo tv Storie di un Italiano dell’ammiraglia Rai, La valigia dei sogni, Chi vuol essere milionario, Alle falde del Kilimangiaro.
A ben guardare queste famigerate pagelle del Moige sembrano sempre ostinarsi contro tutto l’intrattenimento del postmoderno fatto di show con persone comuni e interattività, un fenomeno peraltro globale. E’ come se si continuasse a non tenere conto della complessità del mondo in cui viviamo, come se la televisione dovesse pagare sempre tutto il dazio per i mali dell’universo, in un contesto in cui la tv diventa sempre un mezzo più marginale di riferimento per i giovani. Lecite le riserve, legittimi i punti di vista alternativi e critici, ma francamente discutibili le rigidità.
Si dimenticano forse troppo spesso i giudici dei contenuti catodici che parallelamente all’avanzare della tecnologia si sono velocizzate tutte le tappe di accesso alla sfera della maturità e dell’indipendenza degli individui.
In una società in cui si è abbassata notevolmente l’età media dei primi rapporti sessuali, delle convivenze, dei viaggi in giro per il mondo, e l’accesso ai contenuti on demand su altre piattaforme è comodo ed economico, è verosimile pensare a sistemi proibizionisti di protezione da presunti scandali legati a immagini di alcol, sesso, droghe o a modelli di comunicazione fermi alla pedagogia frontale e non interattiva?
1. Giuseppe ha scritto:
2 agosto 2011 alle 17:31