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LUCA ERA GAY. POVIA ERA UN CANTANTE
di Fabio Morasca
18/02/2009 - 02:23
Festival di Sanremo 2009. Mezzanotte inoltrata.
Bonolis, prima della pubblicità, annuncia Povia e la tanto temuta “Luca era Gay“, canzone che ha suscitato le ire di tutte le associazioni omosessuali in Italia. La pubblicità termina, il momento è arrivato. Paolo, nel tentativo di svegliare un pubblico naturalmente provato da 3 ore e mezza di diretta e canzoni, alcune delle quali si faticano a definire tali, tira fuori la lingua e sviolina il pubblico come mai aveva fatto. Prima la galleria, poi la platea. Un applauso a chi è chiamato ad applaudire.
Un’adulazione che non giunge affatto a caso. Come dire, prima che il palco sia ricoperto di frutta e ortaggi, fatemi addolcire il pubblico chè i pomodori sulla scenografia sono spiacevoli da vedere, poi Gaetano Castelli si incazza di brutto.
Tanto rumore per nulla. Entra Povia. Applausi timidi, qualche fischio, si sente un “Bravooooo!” dalla galleria urlato a squarciagola. Probabilmente era la Mussolini.
Bonolis presenta la canzone come uno di quei tipici brani nati da una chiacchierata con uno sconosciuto sul treno. Povia. Ma forse è meglio che avesse preso l’aereo.
Il brano che musicalmente è anche piacevole, ha un testo che è un accozzaglia di luoghi comuni, citazioni avventate, tanta, troppa carne sul fuoco. I versi che inneggiano al sesso sono accompagnati da un orgasmo femminile imbarazzante.
Povia, per paura di prendersi in faccia i precitati ortaggi, se ne va dal palco, affigendo un cartello con su scritto: “Nessuno in fondo sa, com’è fatto un altro“. E’ incredibile, il cartello aveva più personalità di Povia!
Finisce il brano. Gli applausi aumentano un pò, i fischi sono sempre gli stessi. La telecamera inquadra un Franco Grillini decisamente e tristemente sconsolato. Ma il conduttore sa bene che da questa storia può fruttare qualche altro bel momento e il microfono finisce nelle mani di Grillini, non senza una raccomandazione di Bonolis che mette le mani avanti sperando di non doversi pentire dell’altruistico, democratico, gesto.
Il presidente onorario dell’ArciGay, per replicare, tira fuori un cellulare e legge un sms arrivato qualche minuto prima, di un suo amico che si sarebbe commosso durante la performance di Benigni, un suo amico che da poco ha perso il suo compagno di vita. Grillini legge il messaggio e poi esclama: “Povia, impara la felicità degli omosessuali!“. E qui siamo rimasti di stucco. Non pensavamo si potesse tenere acceso il cellulare.
Il pubblico risponde con bordate di fischi, e il nostro stupore aumenta: i fischi, infatti, vengono dallo stesso pubblico che qualche ora prima applaudì a più non posso il monologo di Roberto Benigni, una lettera di Oscar Wilde, imprigionato per omosessualità, indirizzata al suo amato, con la quale lo invitava a scappare in Italia per evitare l’oscurantismo dell’Inghilterra.
Lo stesso pubblico che prima applaude Benigni in piedi, poi fischia Grillini da seduto. Non si riesce a comprendere il perchè.
Bonolis chiude la faccenda con una frase fatta: “E’ solo una canzone“.
Ma la musica, dov’era?
[Foto | via Corriere.it]
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pizzico dice:
Se non era chiaro allora, penso che il volto di Povia si sia rivelato quest'anno con l'ennesima strumentalizzazione ad arte della sua canzone (solo che quest'anno è stato mediaticamente scippato da Filiberto e Pupo). Si tratta di un personaggio senza troppi scrupoli, di una morale cangiante e paracula, ma soprattutto aguzzina. Non si è infatti fatto scrupoli a costruire una canzone su una storia che lui in realtà dice essere vera per dar maggiore credibilità, al collage di luoghi comuni che ha abilmente incatenato (madre castrante, padre assente, pederasta deviatore) fino a farne una trama, già fin troppo comune, già rintracciabile in altri racconti di libri o di fiction e per per ciò ben si presta ad essere presa acriticamente dal pubblico, perché di fatto ha soltanto rinverdito e consolidato quello che molti credono, ma purtroppo nessuno pensa al fatto che il risentire un luogo comune per l'ennesima volta non lo rende più vero. Un mi dice di aver visto gli alligatori nelle fogne di newyork, la sua testimonianza di certo non rende più vera questa leggenda metropolitana, ma sono cose che si capiscono specialmente se uno conosce i mezzi di propagazione e di rinviviscenza di tali fenomeni.
Carlo dice:
La canzone di Povia è una misera canzonetta, racconta la storia forse vera o forse inventata di uno che modifica il suo orientamento sessuale solo per fare piacere alla società! Luca se era gay lo rimane nella sua natura oppure non lo è mai stato. Una cosa è sicura che Povia ha voluto con questa canzone tornare alla ribalta perchè era finito nel dimenticatoio, allora per non rimboccarsi le maniche con la zappa per campare famiglia ha architettato questo piano malvagio, a discapito di gente come gli omosessuali che hanno una vita sociale difficile con tanti soprusi. Ci pensi Povia, un pò si vergogni.Se c'è un Dio ci penserà. Per non parlare della ragazza del suo coro della quale neanche i genitori ricordano la sua partecipazione al festival di chissà quale anno. Vergognatevi un pò Povia e company
ALESSIA dice:
Che dire???? Beh innanzitutto per commentare una canzone bisogna capirla...in ogni frase e in ogni parola... Di banale a Sanremo sono rimasti "cantanti" come Marco Carta che ovviamente hanno come tema la solita storia d'amore che ormai ha rotto i coglioni!!!! Io lascio il mio commento senza criticare ciò che ho letto finora in qst sito...per nn offendere nessuno... Per me qst canzone è veramamnte significativa...perchè nn parla solo dell'omosessualità..ma di tanti problemi che molti ragazzi oggi si ritrovano ad affrontare...la separazione di genitori,una figura del genitore che spesso viene a mancare x vari motivi...la difficoltà di crescere che TUTTI hanno provato,stanno provando o proveranno... ...perchè crescere comporta fare delle decisioni,in tutti i campi e nn solo in quello della sessualità... Faccio i complimenti a Povia..perchè ha sempre avuto il coraggio di scrivere canzoni nn banali...pur sapendo di nn essere capito dalla gente comune...
Nero Corvino dice:
DOVE STA L'ERRORE DI POVIA? L'errore è una scorrettezza senza eguali perpetrata ai danni di persone che hanno dato la vita per combattere il pregiudizio. E il fatto che sia una storia vera o verosimile non ha rilevanza. Mi spiego meglio con un esempio. Esistono molti RUMENI condannati per omicidi, stupri, furti ecc. Così come esistono persone che meritevolmente dedicano la loro vita a combattere il pregiudizio nei confronti degli immigrati e anche dei rumeni. Ora, se io portassi a Sanremo una canzone che racconta la storia di un rumeno che arriva in Italia dove comincia a rubare, stupra una ragazzina e infine commette anche un omicidio, cosa avrei fatto? Avrei portato una storia vera, ma di una scorrettezza unica. Perchè non si alimenta il pregiudizio. Si sa che tutti o quasi ce l'hanno coi rumeni e non si può in 3 minuti distruggere il lavoro di tante persone che si impegnano a combattere il pregiudizio. Idem con i gay. Si sa che l'Italia fa fatica a liberarsi dal pregiudizio. Che tanti hanno perso la vita a causa dell'omosessualità e ancora oggi accade (vedi statistiche sui motivi di suicidio adolescenziale). Anche se tu, caro Povia, conosci uno che era gay faresti meglio a tenerti questa storia per te o a raccontarla ai tuoi amici e parenti. Ma al grande pubblico una storia così non si racconta, perchè tra il grande pubblico c'è anche la mamma ignorante di un gay di un paesino dimenticato da Dio. E tu accendi in lei una speranza, e magari offri al marito un incentivo ad odiare ancora di più suo figlio. Che magari morirà per causa tua.
filippo dice:
ah vanno in tv in veste di persone? allora perchè la maggior parte si veste come moira orfei. non stiamo a prenderci per il culo. quando a chi comanda non facevano comodo, i gay se ne stavano a casa a guardarla la tv...non a farla. vadano in tv quanto vogliono...ma a portare le loro ragioni e a "lavorare" seriamente...non a fare i pagliacci
Fabio Morasca dice:
Sinceramente io tutti questi gay travestiti da femministi messi come marionette che sminuiscono il maschio violento non l'ho mai visti in tv in questa veste o semplicemente li abbiamo percepiti in modo diverso. Secondo me gli omosessuali difendono la loro condizione, sminuita da un testo come quello di Povia (e anche dal pensiero di molti italiani, visto che ha ricevuto molti applausi) e sinceramente gli omosessuali in tv si presentano prima di tutto in qualità di persone e non esclusivamente nelle vesti del gay, come se fosse un semplice ruolo da rivestire. Del tuo commento mi ha soltanto lasciato spiazzato il "state fuori dal catodico", come se i gay non avessero libertà di opinione. Tutto qui.
filippo dice:
@Fabio Morasca: allora su cosa non sei daccordo con me? io ho detto che i gay stanno ogni giorno in tv messi lì da femministe che cercano di sminuire il maschio "orco" e "violento" (le femmine si lamentano quì...ma perchè non si fanno un giretto in arabia saudita per vedere cosa vuol dire non avere diritti?). e poi ho detto che il target di pubblico è per la maggior parte femminile. sfido chiunque a dire il contario
Fabio Morasca dice:
Malgioglio non sdoganizza i gay perchè Malgioglio è in tv come Malgioglio e non come semplicemente come gay. E neanche il testo di Povia mi pare avesse l'obiettivo di sdoganarli, i gay.
filippo dice:
@Fabio Morasca: e secondo te vedere ogni santo giorno quell'essere ridicolo di malgiorglio in tv a dir ca**ate, sdoganizza i gay? contenti loro