29
dicembre

Bridgerton: quando Shonda incontra Harmony

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Bridgerton

Avete presente quei romanzi d’appendice pieni di amori, passioni, tradimenti e segreti stile romanzi Harmony? Ecco, Shonda Rhimes, che aveva già a suo modo declinato il genere in una nuova veste medical con Grey’s Anatomy, o politica con Scandal, questa volta punta proprio all’originale, mettendo in scena con Bridgerton un racconto in costume che fa il pieno di intrighi e, benchè ambientato nel lontano 1800, si rivela molto più audace di tutti gli altri.

I romanzi scritti da Julia Quinn a partire dall’anno 2000, il cui primo capitolo è adesso diventato una serie Netflix, raccontano le gesta della famiglia Bridgerton, formata da madre vedova e tanti figli, impegnati a mantenere la propria posizione sociale attraverso matrimoni proficui ed adeguati. Un racconto nel quale le vere signore non possono neanche passeggiare in un giardino con un uomo, mentre i loro fratelli consumano amplessi appoggiati ad un albero, con l’amante di turno e il valletto lì presente, ma voltato per non guardare.

Un insieme di peccaminosi espedienti, nudi parziali, botta e risposta tra personaggi perfettamente scritti che giocano con il concetto stesso di rispettabilità e strizzano un occhio anche al mondo moderno: il cuore del racconto è un pamphlet scritto da tale Lady Whistledown, la voce narrante, che con sagacia e un buona dose di cattiveria commenta le loro vite, governandole ed indirizzandole dove vuole. Come in pratica fanno oggi i moderni media.

Questo pepato feuilleton sfida il perbenismo dell’epoca, lo ridicolizza, gioca con lo scarso valore dei regnanti, con la sessualità, l’omosessualità e con culture diverse, introducendo personaggi di colore e dando loro un posto di risalto, come del resto è avvenuto anche nella trasposizione di Sanditon. E la messa in scena è riuscita, con un interessante lavoro scenografico, costumi ed acconciature pompose e con l’interpretazione di attori belli, intriganti e capaci. Di recitare ma, soprattutto, di far sognare il pubblico “in rosa”.

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