Promossi
9 ad Achille Lauro. Se già lo scorso anno aveva portato forza e irruenza sul palco dell’Ariston, per il suo bis sanremese il trapper punta su un look ad effetto sorpresa, ispirato dall’affresco di Giotto sulla storia di San Francesco (per maggiori info clicca qui). A poche ore dall’inizio della kermesse, in una mail inviata ai giornalisti preannunciava: “Ho deciso di osare, di azzardare, qualcuno potrà dire che sono pazzo: sono disposto a correre il rischio, certo che chi non comprenderà avrà comunque il mio rispetto. Per tutto il resto: “me ne frego”. Fregatene, fai il performer.
8 al monologo di Rula Jebral. La giornalista sensibilizza sul tema della violenza sulle donne con un monologo che abilmente alterna racconti di ingiustizie a versi di canzoni celebri. Il picco emotivo lo registra quando entra nel personale soffermandosi sulla storia del suicidio di sua madre. Sarebbe stato meglio se ad un certo punto avesse messo da parte il freddo e preimpostato leggio. Intensa.
“Lasciateci essere quello che siamo e quello che vogliamo essere”@rulajebreal #sanremo2020 #sanremo70 pic.twitter.com/SoEYqzMXJs
— Rai1 (@RaiUno) February 4, 2020
8 all’apertura del Festival di Sanremo 2020. Fiorello inizia a bomba, deborda tra frecciate, sassolini e stoccate politiche. E lancia Amadeus che apre il Festival in un modo finalmente spettacolare (per maggiori info clicca qui). Fanfare.
7 ad Albano e Romina Power. Sempre loro, sempre uguali, eppure ti prendono. Si poteva rimarcare maggiormente l’eccezionalità del brano inedito. Nostalgia Canaglia.
7 a Diletta Leotta. La prorompente siciliana tenta di andare oltre il ruolo di valletta, si cimenta in uno sketch e un monologo, e se la cava. C’era retorica nel monologo sì ma anche un apprezzabile tentativo di personalizzarlo e, sì, in una dinamica festivaliera, l’avremmo evitato ma per lei tanto di guadagnato. Bomber.
6 1/2 alla prima serata del Festival di Sanremo 2020. Il pericolo dell’ordinarietà è scampato, almeno per questa prima puntata. Sono mancati, però, compattezza e, in alcuni momenti, ritmo. Non si può parlare di cattivi ingredienti bensì di ingredienti sovraccaricati e duplicati. Troppo di troppo.
Bocciati
5 all’enfasi per la fuoriuscita dal teatro Ariston. Buona l’iniziativa della Rai di andare fuori dal teatro e far vivere la piazza di Sanremo. Con l’enfasi di Barbara D’Urso quando presenta una busta shock, Amadeus accompagna Emma fuori dal teatro e basta. Nemmeno un’esibizione. Tutto qui.
4 a Tiziano Ferro. Poco integrato nella macchina, il cantante di Latina si è limitato ad eseguire delle cover di canzoni italiane, tanto belle quanto ascoltate e riascoltate. Ce n’era bisogno? Tenero il momento -dopo aver cantato di Almeno Tu Nell’Universo- in cui fa ammenda per “aver rovinato tutto”, peccato che l’emozione e la passione non aggiungano di utilità il suo ruolo. Lasciatelo parlare.
3 al cast de Gli Anni più Belli. Intervento promozionale scritto, slegato dal contesto, che ha appesantito una scaletta già ricca di momenti di riflessione. Inutile.
1 a L’Altro Festival su Raiplay. Un programma in diretta su una piattaforma streaming è già di per sè un’operazione dubbia. Ciò tralasciando, a quanti verrà voglia di accendere il pc, stare a guardare lo schermo di un cellulare o andare sulla propria smart tv per guardare un programma televisivo all’1.30 della notte? Pourquoi, pourquoi.
1. Marco ha scritto:
5 febbraio 2020 alle 10:18