Ha risposto colpo su colpo su ascolti, costi, nuovi programmi, palinsesti e linea editoriale. Audito oggi in Commissione di Vigilanza, Carlo Freccero ha furoreggiato per oltre due ore, rompendo la compostezza del cerimoniale e appassionandosi per la causa di Rai2, rete che da alcuni mesi sta cercando di ristrutturare tra tentativi di rinnovamento ed esigenze aziendali. “Io sono solo un supplente” ha chiosato il direttore, alludendo alla breve durata del suo mandato. Stuzzicato poi sui dettagli della programmazione e sui riscontri degli ascolti, il professore ha zittito le critiche.
A far infervorare Freccero è stato in particolare l’intervento del deputato della Lega Paolo Tiramani, che lo ha accusato di aver ottenuto risultati deludenti. Il direttore, replicando, ha dichiarato di aver speso da gennaio ad ora solo 1.9 mln di euro. “Ma si rende conto che rapporto tra audicence e spesa? Dovrebbe farmi un monumento“. Di fronte alle insistenze del politico, il professore si è infervorato, parlando di ascolti in crescita: in prime time +0,52% e sull’intera giornata +0,17%. Nella fascia 21.20-23.30, +1,19%. Poi ha reagito così:
“Lei non è onorevole Tiramani, ma tirapugni in questo momento. Lei mi accusa in modo vergognoso, mi tira dei pugni ingiustificati, a tradimento. Io le risponderò per iscritto, sotto giuramento, perché i miei dati sono veri, i suoi no. Bisogna essere molto precisi“.
Scendendo nel dettaglio della programmazione, Freccero ha affermato:
“Il mio problema principale è Popolo sovrano, ma ci lavoro come fosse un dottorato di televisione, è una prova. Il problema è quello di rifondare l’informazione della rete. Sono partito da un titolo, Popolo sovrano, non per alludere al sovranismo, ma per fare capire che le istanze e i bisogni della gente“.
Sempre in riferimento alla trasmissione condotta da Alessandro Sortino, il direttore di Rai2 ha ammesso che la prima puntata “non era programmabile“, ma dopo “c’è stato un impegno degno di ammirazione“.
“Soffro per l’audience come fosse il primo giorno (…) ho questo insuccesso che mi pesa molto ed è un calvario terribile“
ha rivelato Freccero. Poi, parlando dell’approfondimento politico Povera Patria, si è sfogato così:
“Povera Patria l’ho fatto perché ha una sigla molto bella, che ho costruito io. È sbagliato che vada il venerdì, infatti doveva andare il mercoledì. Ma io ho dovuto inchinarmi al coordinamento dei palinsesti, perché Bruno Vespa non vuole controprogrammazione. Basta, mi sono liberato. E già so che pagherò questa affermazione“.
Dichiarazioni alle quali è seguita una replica da parte del conduttore di Porta a Porta:
“E’ la vecchissima regola di non sovrapporre informazione a informazione. E un consumato uomo di televisione come Carlo Freccero la conosce perfettamente“.
Freccero ha poi annunciato che Realiti con Enrico Lucci partirà a maggio, mentre in autunno arriverà Vero contro vero, un talk show che il direttore ha evitato di programmare ora per non interferire con la campagna elettorale. Dopo l’estate, al lunedì, tornerà Stasera tutto è possibile, seguito poi da Contenuti zero, un nuovo varietà in onda da Milano. Rai2, invece, non trasmetterà Improvviserai con Ale e Franz, ceduto invece a Rai1 perché non gradito dal direttore stesso. Farà invece ritorno in palinsesto Renzo Arbore, con due o tre show realizzati a Napoli, e in occasione dei dieci anni dal terremoto in Abruzzo verrà programmato un documentario, L’Aquila 3 – La generazione dimenticata, narrato da Lino Guanciale e raccontato con la prospettiva degli studenti. Un altro progetto riguarderà la Strage di Piazza Fontana.
Intanto, ad aprile, debutterà come noto The Voice con Simona Ventura. Riguardo al talent show, Freccero ha accennato alla cancellazione di Sfera Ebbasta dal cast dei giudici, voluta – secondo quanto riferito dal direttore – a seguito di pressioni di un consigliere. Secondo Freccero, il rapper “poteva partecipare, perché era un modo per riportare dentro la Rai un certo pubblico“.
Nella sua audizione il direttore ha anche replicato alle accuse per il programma dedicato a Beppe Grillo:
“Ero così preoccupato di non dare spazio al Grillo politico che in quel programma l’ho reso eunuco, l’ho censurato. Quindi per favore ditemi tutto ma non che faccio il tifoso per qualcuno. Tutto, ma questo no!“.
Parlando della necessità di una linea editoriale “solida e riconoscibile“, Freccero ha riaffermato la volontà di favorire il pensiero critico del pubblico, offrendo anche punti di vista non convenzionali. A proposito, il direttore ha ribadito che sarebbe interessante ambientare una nuova edizione de Il Collegio nell’epoca fascista, anche se questa ipotesi sta già incontrando resistenze.
1. marcov2 ha scritto:
12 marzo 2019 alle 19:15