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Puntata sui generis oggi ad Amici, con risvolti tanto esilaranti da far ridere veramente di gusto la stessa Maria De Filippi, moderatrice compiaciuta di dibattiti artistici sempre più peperini e molto generosa nel sopperire alle varie esigenze che si vengono a creare, vedi la necessità di fungere simpaticamente da leggio umano per Matteo Macchioni. A tratti, all’interno dello studio, si è creata una vera bolgia, tanto il delirio per l’arrivo di Robbie Williams; persino la regia e il servizio d’ordine sono stati travolti dalla festa d’eccezione per la popstar. Svenimenti a catena per chi ha avuto modo di toccare la rockstar, sommerso dagli entusiasmi, a tal punto da controllare con difficoltà la sua esibizione per cui ha scelto coraggiosamente la formula live.
Anche la sfida di Stefano è stata a dir poco particolare: un Gheorghe Iancu in versione insolita non sapeva a che santo votarsi per scegliere tra il ragazzo interno e lo sfidante, e dopo lunghissime digressioni ha colto il suggerimento piovuto dall’alto dal pubblico e si è cavato dall’impiccio scegliendo in maniera poco convinta. Alla fine ha deciso di salvare la pelle e di non risultare impopolare premiando il beniamino della scuola acclamato a gran voce dagli spalti. Niente da dire sulle qualità di Stefano, per carità, ma è stato imbarazzantemente poco chiaro il modo con cui il commissario ha decretato. Forse per la produzione meglio affidarsi ad altri giudici fin quando Iancu non ritroverà la sua strada.
La sfida a squadre, vinta ancora una volta dal Sole per merito di Loredana, passa quasi in secondo piano in mezzo al brulichio di grandi personaggi che quest’edizione, più delle altre, fa emergere. L’evoluzione del programma da semplice talent a varietà completo, quest’anno si respira profondamente: si passa con estrema naturalezza dal patrimonio lirico al siparietto della trash dance, dalla poesia in note e in passi alle ‘rapinate’ più eclatanti, dall’alto spettacolo al simpatico retroscena. Agli avversari tocca inventarsi qualcosa di ancora più inquietante del dito medio.
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MOMENTI COOL DELLA PUNTATA
George Iancu versione Lorenzo Lamas: tanto è stato lo shock all’epoca delle debuttanti che ha fatto perdere le sue tracce e ha cambiato persino i connotati. Chi se lo ricordava come maestro irreprensibile e imbalsamato oggi avrà avuto un coccolone nel trovarsi davanti un centauro capellone, un po’ svampito e con occhiale galattico con tanto di catenella ad anelli rosso fuoco (al confronto quelli di Mughini sono da prete da convento di campagna). C’è chi dubita che non fosse lui e che abbia mandato il cugino underground.
Suggestivo omaggio ad Alda Merini firmato Celentano: una strofa, tra le più belle, di Alda Merini è degna introduzione di una coreografia che alla luce del senso di quei versi si rivela di un lirismo davvero toccante. Un canto alla vita dell’amore che fa meritare ancora una volta ad Alessandra Celentano un elogio per la sua sensibilità e la sua professionalità nel riuscire a creare settimane dopo settimane piccoli gioielli televisivi, tutti giocati sulle linee e sulla poesia della bella danza.
La migliore esibizione dell’anno di Matteo: finalmente il tenore prodigio della scuola alterna il bel canto all’intensità dell’espressione con un’esecuzione di Miserere perfetta. Preciso vocalmente, delicato nei passaggi di registro, se prima era amato dal pubblico dopo questo piccolo capolavoro non può che confermare la sua leadership nel gradimento. Il segreto del suo successo sta tutto in quella sua semplice ironia, nella tenera goffaggine che lo accomuna a Pierdavide, in quel mettersi in gioco amabilmente, qualità che stemperano il rigore di una disciplina come la sua molto rigida nei codici.
Garofalo hardcore production: spudoratamente alla ricerca dello “scandalo”, sempre di più ad ogni puntata che passa, oggi il genere hard di riferimento è passato dal fetish-bondage al teeny collegiale, valorizzato da inquietanti sinusoidi sui divani e da provocatori kilt. Maria De Filippi non nasconde l’imbarazzo della ballerina Elena nel calarsi nei panni dell’adolescente birichina che richiama l’attenzione più per gli ambigui ammicamenti ad altezza vita che per le doti artistiche. Gorofolo, come lo chiama la Celentano, sa di essersi guadagnato la ribalta per tutto l’anno grazie a questo trucchetto.
Charlie Rapino, la suocera della ‘popera‘: Enrico Nigiotti anche oggi non usa piccioni viaggiatori per dire coraggiosamente quello che pensa. Dopo il gran rifiuto fatto al suo mentore Rapino lo bacchetta per il suo atteggiamento da suocerina imbizzarrita per il delitto d’onore subìto. Dal canto suo il discografico che con le sue estreme fantasie vuole fare il paiolo a tutti si esibisce nell’ennesima trovata coniando un nuovo genere musicale, ritagliato su misura per Matteo, la popera, ovvero quella che i comuni mortali chiamerebbero opera-pop. Che mondo sarebbe senza Rapino!
Lo chiamavano Rudy il discografico: forte dei plebisciti per gli album di Amici, Rudy Zerbi, talent scout della Sony, è ormai padrone del palcoscenico; ruba microfoni, dispensa florilegi retorici, si diletta nelle freddure contro i colleghi che non celano il rammarico per non aver pensato per primi ad avere un’esclusiva con la scuola. Emi e Warner, nonostante l’ospitata di Willams e la poetica del cd vuoto, si devono per ora arrendere al probabilissimo successo della Sony con Sfida, nuovo album che regalerà anche la mitica maglietta rossa della sfida ai fan sfegatati del programma.
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1. axer ha scritto:
14 novembre 2009 alle 18:29