5
agosto

NOMINE RAI: QUALCUNO È PIÙ RENZIANO DI RENZI?

Matteo Renzi

In Rai c’è qualcuno più renziano di Renzi? La domanda sorge spontanea e provocatoria, anche e soprattutto dopo il recente giro di nomine varato a Viale Mazzini. Ma non solo: sin dall’insediamento dei nuovi vertici aziendali, avvenuto giusto un anno fa, c’è chi denuncia una graduale e allarmante virata filo-governativa del servizio pubblico, sebbene il premier in persona abbia negato di voler mettere le mani sulla Rai.

Ma in politica, si sa, le parole non sempre corrispondo ai fatti. E, da che mondo è mondo, l’antennona di Viale Mazzini fa gola a chi siede sugli scranni più alti. Con l’avvento della rottamazione renziana, però, in molti si erano illusi che qualcosa potesse cambiare e che il servizio pubblico si svincolasse dall’annoso legame a doppio filo con i partiti.

Niente paura. Il futuro arriverà anche alla Rai. Senza ordini dei partiti“. Con questo tweet, lanciato in rete nel maggio 2014 dopo un’ospitata a Ballarò, Matteo Renzi annunciava l’imminente svolta. Gli incoraggianti proclami, però, non trovarono compimento quando – nell’estate dell’anno successivo – fu rinnovata la governance Rai: le nomine, infatti, avvennero con la vituperata legge Gasparri, secondo le più tradizionali logiche della lottizzazione.

Qualcuno, inoltre, fece notare che il designato Direttore Generale, Antonio Campo Dall’Orto, fosse un frequentatore della Leopolda renziana, ma tali questioni appartengono al passato. Ricordiamo piuttosto un altro passaggio ritenuto cruciale e divisivo: l’approvazione della riforma Rai che, di fatto, ha assegnato maggiori poteri al DG ed ha attribuito a Palazzo Chigi e al ministero dell’Economia un’influenza decisiva.

Più recentemente, i critici hanno avuto pane per i loro denti con la cancellazione di Virus, il talk show di Nicola Porro, e con la chiusura di Ballarò di Massimo Giannini. Prima di ricevere il benservito, il conduttore trascorse una stagione di attriti con il Pd, che per voce di alcuni esponenti arrivò a chiedere il suo licenziamento. I dietrologi sono convinti che la cancellazione del programma sia stata una conseguenza di quegli screzi.

Ed infine eccoci alle chiacchierate nomine per la direzione di Tg. Carlo Freccero ha parlato di attentato alla tv: “con questi direttori Renzi ha la certezza di controllare definitivamente i tre telegiornali” ha detto. Secondo Enrico Mentana, invece, l’obiettivo era rimuovere Bianca Berlinguer a seguito di un ordine arrivato da fuori.

Una Rai sempre più in mano a Renzi? Alcuni fatti lo farebbero credere, anche se il premier assicura di non voler influenzare in alcun modo la gestione del servizio pubblico. L’ha ribadito con forza più volte, anche di fronte a circostanze che in altri periodi avrebbero forse fatto gridare allo scandalo. E allora i casi sono due: o Matteo dice una colossale bugia o in Rai c’è qualcuno più renziano di Renzi, che legge nella mente premier e ne supera persino le volontà. Misteri di Viale Mazzini.

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