Di Cristiano Carta, concorrente romano della nuova edizione di The Voice of Italy, qualcuno aveva distrattamente notato il cognome famoso anche se forse l’associazione più immediata era stata quella con Marco, cantante sardo lanciato da Amici e pronto a partire per l’Honduras per L’isola dei Famosi. A dire il vero gli osservatori non ci avevano visto male, e molto più semplicemente avevano sbagliato la mira. Cristiano è infatti il nipote di Paolo Carta, nel dettaglio il figlio del fratello. E per chi non lo sapesse, Paolo Carta da anni è il compagno di Laura Pausini, che è dunque la zia acquisita del giovane talento.
Cristiano si è esibito nella puntata che abbiamo visto mercoledì, la prima delle blind auditions di questa edizione. Il cantante romano, che ha 23 anni e fa il musicista di professione, ha presentato il brano I got You (I feel good) di James Brown, e con la sua voce è riuscito a convincere tutti e quattro i coach che hanno deciso di girarsi per lui, ognuno con l’obiettivo di farlo entrare nella propria squadra. Lui però ha scelto di fare parte del team di Max Pezzali, nonostante le avances di Dolcenera che ha voluto precisare: “Mi piaci anche fisicamente”. A The Voice, tuttavia, Cristiano non ha dichiarato la parentela con Paolo Carta (che oltre ad essere compagno della Laura nazionale, è anche membro della sua band). Una scelta voluta, perchè pare il ragazzo voglia affrontare il percorso con le sue gambe e senza sfruttare il suo cognome.
Il musicista romano sarebbe a questo punto il secondo “parente di” in gara in questa edizione di The Voice: nelle prossime puntate si esibirà infatti anche Federica Valente, moglie di Michele Placido.
The Voice of Italy 2016: biografia di Cristiano Carta
Cristiano è stato iscritto sia al liceo scientifico sia all’istituto classico per poi mollare gli studi al secondo anno. Dopo la scuola, ha lavorato per un anno e mezzo come pasticcere. La prima volta che ha cantato in pubblico è stato durante il musical Rugantino, ai tempi della scuola media. Non ha mai preso lezioni, ha poi ampliato i propri orizzonti in direzione del blues, del jazz, del funky. Ha fondato i “Greatest Heads”, un gruppo che reinterpreta grandi successi in versione funky. Vive di musica, cantando per strada, spesso a via dei Fori Imperiali.
1. Marco ha scritto:
26 febbraio 2016 alle 21:14