Dallo scorso venerdì 26 febbraio, Boris è entrata nel catalogo italiano di Netflix, diventando così la prima serie tv nostrana a comparire nell’offerta del servizio di streaming californiano. Al di là degli ostacoli per acquisire library di Rai e Mediaset, perchè Netflix ha scelto proprio Boris, una serie battezzata nel lontano 2007?
C’era una volta Boris, la “fuori serie” italiana
Iniziamo facendo mente locale. Ambientata sul set televisivo della fiction fittizia Gli occhi del cuore, Boris racconta con piglio satirico ed autocritico la vita dietro le quinte delle produzioni italiane attraverso gli occhi del giovane stagista Alessandro, alias Alessandro Tiberi (attualmente in video con Tutto può succedere). E’ celebre, a tal proposito, una battuta del finto regista della serie René Ferretti, interpretato da Francesco Pannofino, “Signori io mi scuso con tutti voi, ma questa fiction è veramente tremenda.“. Oltre a Pannofino, hanno preso parte alle riprese molti noti attori del piccolo e grande schermo, fra cui Pietro Sermonti (anche lui in Tutto può succedere), Caterina Guzzanti, Antonio Catania, Carolina Crescentini, Ninni Bruschetta e Paolo Calabresi. La serie nasce da un’idea di Luca Manzi, prodotta poi dalla Wilder per Fox. Boris rimane in produzione dal 2007 al 2010, tempo in cui si realizzano tre stagioni da 14 episodi della durata di 25 minuti ciascuno. La fiction con protagonista Tiberi rimane in esclusiva per gli utenti della pay tv fino al 2009, quando arriva in chiaro su Cielo ed in seguito su Rai3. Il quarto appuntamento con Boris lo si è avuto attraverso la trasposizione cinematografica del 2011.
Boris nel corso delle sue tre stagioni ha ricevuto buoni commenti di critica e pubblico, senza però conquistare mai del tutto i cuori degli italiani. La scelta di investire su Boris, una serie di quasi 10 anni fa e chiusa alla terza edizione, da parte di Netflix potrebbe apparire irragionevole, eppure l’azzardo potrebbe essere ben calibrato. Boris, infatti, si presenta in quasi perfetta linea stilistica con le proposte del catalogo dell’azienda di Reed Hastings, lontano dalle commedie all’italiana o dai mistery con la tonaca tanto amati dal pubblico della generalista. Inoltre, la fiction ambientata sul set de Gli occhi del cuore è molta vicina al gusto internazionale, con un contenuto non rasserenante, un linguaggio non politically correct ed una realizzazione non convenzionale. Netlix potrebbe essere la casa più adatta per Boris, quella in grado di dargli l’accoglienza desiderata, tuttavia, i dubbi non mancano, perchè accedere a Netflix per fruire di una serie disponibile altrove, più volte trasmessa in tv, datata, in qualche modo archiviata e nemmeno così tanto conosciuta dal pubblico italiano?
Certamente il 26 febbraio rimarrà per Netflix Italia un giorno importante, quello dell’approdo in catalogo della prima serie tv nazionale. Tutto ciò è ad oggi un primo test per miscelarsi con il territorio ed affacciarsi su di un nuovo terreno, riproponendo agli italiani contenuti fatti in casa. Boris conquisterà Netflix? E voi, quale serie tv italiana – questioni di diritti a parte – vorreste vedere su Netflix?
1. Alex ha scritto:
1 marzo 2016 alle 21:02