Ci sono voluti innumerevoli anni affinchè i dirigenti Rai capissero che proporre all’alba del weekend due prodotti pressochè identici andava contro ogni logica di coordinamento palinsesti. Da quest’anno, promossa Sonia Grey in altri lidi più prestigiosi ed archiviato l’esperimento festivo di Unomattina, il “problema” è stato risolto con il trasloco dello storico programma di Rai2, Mattina In famiglia, sulla rete ammiraglia. Stessa formula conservativa, stessa conduzione doppia, stesso titolo, stessi ospiti fissi, e la solita concorrenza inesistente.
In un programma così granitico, da non ispirare particolari commenti o critiche, salta all’occhio la conduzione, per il secondo anno consecutivo, della coppia formata da Miriam Leone e Tiberio Timperi: due padroni di casa che ti pongono di fronte ad una seria considerazione. Da una parte la Leone è quasi perfetta: spigliata, con fare intelligente interviene negli argomenti trattati senza mai essere inadeguata ed eccessiva. L’ex reginetta di bellezza sembra che popoli il piccolo schermo da anni ed è la migliore risposta agli ultimi tentativi di trasformare Miss Italia in un ufficio di collocamento per giovani leve.
Ad affiancarla troviamo un Tiberio Timperi che riesce sempre più faticosamente a recitare la parte del conduttore soddisfatto: è pur sempre vero che in tempi di magra televisiva non si rifiuta mai nulla e poter condurre un programma settimanale di grande successo è un’ottima ancora di salvataggio ma Timperi, dopo anni di carriera, avrebbe – forse – anche voglia di ottenere una promozione sul campo. Promozione che non arriva e che lo trasforma in un eterno impiegato della tv di Stato.