Il premier Renzi passa all’azione: è tempo di riformare la Rai. Quest’oggi l’annunciata riorganizzazione del servizio pubblico approderà sul tavolo del Consiglio dei Ministri con un dossier che costituirà poi la base di confronto con i partiti. Il testo, di cui i quotidiani riportano le prime indiscrezioni, trasforma Viale Mazzini in un’ottica manageriale che prevede un Amministratore Delegato forte, un Consiglio d’Amministrazione più snello e tre reti ’specializzate’ (di cui una senza spot). Una rivoluzione copernicana, che oggi Renzi presenterà ai suoi collaboratori di governo.
Riforma Rai: arriva l’AD con potere di voto
Alcune bozze informali circolate a Palazzo Chigi auspicano una Rai più snella e competitiva, guidata da un responsabile “che possa decidere”. Con ogni probabilità, questa intenzione si tradurrà nella proposta di introdurre a Viale Mazzini un Amministratore Delegato con ampia autorità (in materia editoriale ed economica), che faccia parte del CdA con potere di voto e non solo di proposta, come invece accade oggi. Per la sua nomina si prevedono candidature trasparenti e curriculum pubblicati sul web.
Riforma Rai, cambia il CdA
Lo stesso criterio dovrebbe essere adottato per il CdA, altro punto forte della riforma in arrivo. Stando ad indiscrezioni, il numero dei Consiglieri dovrebbe passare da nove a sette (o cinque), con importanti novità sulle modalità di nomina. Secondo il Corriere, in futuro tre Consiglieri (tra cui l’AD) saranno nominati dal Consiglio dei ministri su proposta del ministero dell’Economia, tre saranno scelti dalle Camere in seduta comune e uno votato dai dipendenti Rai. Non solo: ciascuno di essi dovrà essere scelto in base alla propria specializzazione negli ambiti dell’informazione, dell’intrattenimento, della cultura, del bilancio aziendale. Secondo un’altra ipotesi, invece, a nominare il CdA potrebbe essere un Consiglio di sorveglianza con membri nominati dal governo e dall’Autorità di garanzia.