1 a Raffaella Carrà. Tornata in prima serata su Rai1, la regina del Tuca Tuca si è resa protagonista di uno dei flop più fragorosi (e ad onor del vero prevedibili) della stagione, quello di Forte Forte Forte. Come se non bastasse Raffaella ne è uscita indebolita anche per le fastidiose celebrazioni che il programma metteva in scena trasmettendo suoi filmati del passato e affidandole un ruolo dominante in giuria. Un insuccesso per cui la Carrà si è dovuta confrontare per la prima volta con le pesanti critiche del web, talmente feroci da risultare in alcuni casi ingiustificate. Fallita l’esperienza su Raiuno, alla star bolognese non è rimasto che fare un passo indietro e tornare con la coda tra le gambe a The Voice. Grimilde ammansita.
Daria Bignardi
IL VOLO E L’ITALIA REALE (CHE NON E’ QUELLA DI DARIA BIGNARDI)
Daria Bignardi, sulle pagine di Vanity Fair, invita a farsene una ragione: “per il resto del mondo Il Volo siamo noi“.
La giornalista, che si definisce ironicamente radical chic (e noi che credevamo avesse preso finalmente coscienza di sè), spiega che il trio di “tenorini” si inquadra perfettamente nella visione stereotipata che il resto del mondo ha del nostro Paese. Un cliché, quello della “bella Italia”, che avremmo tentato invano di scrollarci di dosso negli ultimi anni. Ora però siamo costretti a rassegnarci.
Daria Bignardi “fattene una ragione”
La verità è che chi dovrebbe farsene una ragione è proprio Daria Bignardi e con lei tutto il popolo di Twitter e di radical chic, “inorridito” dalla vittoria de Il Volo. Ginoble, Boschetto e Barone non sono (solo) dei prodotti d’esportazione ma “siamo noi“. Non solo Il Volo non partecipava all’Eurovision (dove con ogni probabilità trionferanno) bensì al Festival della Canzone Italiana, ma il 56% del pubblico sanremese televotante non è mica composto da immigrati o americani in vacanza.
Da escludere pure che a votarli siano stati solo mamme, nonne e parentame vario, in considerazione della mole di voti ricevuti e del fatto che Grande Amore stia volando su Itunes. Ma probabilmente gli stessi che gridavano al fenomeno per Lorenzo Fragola, primo sulla stessa piattaforma subito dopo X Factor, questa volta taceranno o forse parleranno sì di fenomeno, ma da baraccone. Prima o poi agli snob 2.0 bisognerebbe far capire che l’Italia non è Twitter, che il talent show più visto nella storia della tv non è X Factor – ma la seconda edizione di Ti Lascio Una Canzone (quella in cui i futuri componenti de Il Volo muovevano i primi passi) – che ci sono più teenager sintonizzati su Un Medico in Famiglia che su Gomorra.