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UNA GRANDE FAMIGLIA: I RENGONI STRIZZANO L’OCCHIO A BROTHERS AND SISTERS E CONVINCONO

di Salvatore Cau

16/04/2012 - 20:43

UNA GRANDE FAMIGLIA:  I RENGONI STRIZZANO L’OCCHIO A BROTHERS AND SISTERS E CONVINCONO

Stefania Sandrelli in Una Grande Famiglia

Non è certo la prima volta che un nucleo familiare si trova al centro di una serie televisiva. Allargata, patriarcale, piuttosto che tormentata da mille sventure, la famiglia ha fornito negli anni molteplici spunti a sceneggiatori e registi di fiction e serie tv. Trovare una chiave originale per narrare le gesta di una nuova dinastia potrebbe dunque non essere sempre così semplice e la tentazione di strizzare l’occhio alle fortunate produzioni d’Oltreoceano è dietro l’angolo.

E’ il caso di Una Grande Famiglia, serie prodotta da Magnolia Fiction che “riecheggia” Brothers and Sisters, celebre serial statunitense, trasmesso per cinque fortunate stagioni dalla Abc. Nella fiction in sei puntate, diretta da Riccardo Milani, troviamo i Rengoni, ricca famiglia d’industriali brianzoli ritrovatasi improvvisamente alle prese con problemi economici derivanti dalla misteriosa scomparsa del figlio Edoardo. Difficoltà finanziarie vissute anche dalla famiglia Walker di B&S, alla morte del patriarca William. Ad accomunare i Rengoni con la famiglia californiana, anche la presenza di cinque figli, di carattere ed età differenti, e di una madre, impegnata quotidianamente nel cercare di mantenere unito il nucleo familiare.

Nessun plagio, però, perchè, al di là del fatto che l’idea di Brothers and Sisters non sia poi così originale, Ivan Cotraneo, Stefano Bises e Monica Rametta, sceneggiatori della serie con all’attivo il successo di Tutti pazzi per amore, sono riusciti nell’impresa di realizzare un prodotto di ottima fattura, decisamente superiore alla media delle produzioni made in Italy. In Una Grande Famiglia le dinamiche interne ed esterne alla famiglia, dalla crisi di coppia al bullismo, riescono a colpire l’interesse e la sensibilità di un pubblico trasversale.

Ma a fare la differenza è soprattutto il nutrito gruppo di attori, perfettamente calati nei rispettivi ruoli. Dalla matriarca Eleonora, cui dà il volto una sempre valida Stefania Sandrelli, a Stefania Rocca, impegnata nel vestire i panni di Chiara, una cognata mai pienamente accettata dalla famiglia del marito, passando per Sonia Bergamasco, nei panni di Laura, donna forte e determinata ma pronta  a crollare di fronte ai problemi con l’ex marito.

Nessuna manichea divisione tra buoni e cattivi, tra eroi e delinquenti, bensì un gruppo di persone con pregi e difetti, pronta ad adeguarsi alle inevitabili vicissitudini della vita, come Serafina, interpretata da Piera degli Esposti, la fidata e storica segretaria dell’azienda di famiglia, costretta ad assumere un atteggiamento misterioso ed ambiguo per  assolvere a un debito di riconoscenza nei confronti dello scomparso Edoardo.

Nel complesso, dunque, una serie che ha tutte le carte in regola per coinvolgere il pubblico grazie ad una trama che non cede ai soliti luoghi comuni e a facili stereotipi mostrando una fotografia credibile di una grande famiglia italiana.

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25 commenti su "UNA GRANDE FAMIGLIA: I RENGONI STRIZZANO L’OCCHIO A BROTHERS AND SISTERS E CONVINCONO"

  1. Valentina, io non sono in grado di dire se all'estero lo acquisterebbero, però questo non può essere il solo indicatore di qualità. Non necessariamente la musica italiana che ha più successo all'estero è la migliore, non sempre il cinema più esportato è anche quello di maggiore qualità. Quanti prodotti fatti benissimo in questi campi non trovano mercato all'estero? Solo per dirne uno, Battisti ci ha provato tante volte a esportare la sua musica, ha anche cantato in inglese, non se lo è filato nessuno ... Poi, potrei anche venirti incontro su tutto, ma non sulla recitazione ... non è possibile sostenere che Sandrelli o Rocca o Cavina, o Degli Esposti, ma anche tutti gli altri, recitino male, dai ... o vogliamo veramente sostenere che gli attori di Brothers&Sisters sono più bravi? Che poi, semmai, in Italia possiamo solo dire che sono bravi i loro doppiatori ...

  2. Limone, prova a fare una cosa: impacchetta il prodotto e prova a venderlo. Se a parte sud america, forse spagna, e sicuramente europa dell'est, qualcuno te lo compra, allora poi parliamo della pertinenza dei commenti su internet. Finché faremo prodotti invendibili, e parlo per competenza ed esperienza, in qualunque paese minimamente avvezzo alla qualità visiva, possiamo anche chiudere gli occhi, ma la sostanza non cambia. Parlo di luce, recitazione, inquadrature, montaggio, campi e e controcampi, ritmo. Quelle inquadrature in cui il cattivo entra da sinistra all'improvviso, che neppure Welles si azzardava più... E non è vero che ci vuole un grande sforzo di immaginazione per trovare difetti a questa fiction: ripeto, basta solo provare a venderla a un nordamericano, un inglese, un francese, uno scandinavo. Un canadese. E i difetti te li dicono loro. Per il resto, certo, paragonato a Don Matteo, allora è nell'olimpo delle miniserie mondiali.

  3. Mi sta piacendo moltissimo!!!

  4. Chissà perchè mi viene in mente quello che ha detto Savino dalla Bignardi a proposito dei commenti anonimi su internet .... ;D Per trovare dei difetti a questa serie bisogna proprio fare un grande sforzo di immaginazione. Come ho già scritto ieri mi sembra una bellissima produzione che si pone sulla scia di gloriosi sceneggiati italiani del passato a sfondo familiare. Rispetto alla maggior parte delle fiction più recenti, qui c'e' un salto di qualita' notevole, non c'e' che dire. Non sapevo che ci fossero così tanti nomi "dietro le quinte" in comune con Tutti pazzi per amore, ora si spiegano tante cose, speriamo solo che non ci sostituiscano la Rocca pure qui ... Si, la sigla ricorda inesorabilmente "Gocce di memoria". Invece continuo a non vedere un così forte parallelo con Brothers and Sisters. Dopotutto, la figura della madre di famiglia forte e autorevole che tiene in mano le redini di tutto appartiene molto di più alla nostra cultura che a quella americana. A me l'unico paragone "americano" che è venuto in mente è con Desperate Housewives per la voce fuori campo che si sente all'inizio di ogni puntata. Comunque, non vedo l'ora di vedere la prossima puntata. Ho anche severamente redarguito il marito che ha osato proferire parola durante la scena in cui la Rocca va a trovare l'amante del marito ... ;D

  5. Sono d'accordo con la lettrice sopra su una cosa: la scena di ieri dell'hacker, con figlia e padre che ironizzano sui tromboni che si fuma, e lui poi, dipinto come un disadattato, ma senza neppure andare a scavare fino in fondo nel cliché del nerd. Qualcosa di inguardabile a livelli strani proprio. Quanto alla Bergamasco, è brava e bella, ma l'ho vista in interpretazioni migliori. Sulle critiche a Cotroneo, in parte le condivido e in parte le trovo ingenerose ed esagerate. Se hai talento e vivi a LA scrivi The Sopranos, o Breaking Bad. Se vivi a Roma scrivi Tutti pazzi per amore, ed è già grasso che cola. E sul provincialismo sconcertante della nostra fiction venezuelana, be', almeno in questa gli attori recitano, e non ululano. E a parte qualche caduta di stile nel complesso la sceneggiatura regge abbastanza.

  6. sceneggiatura con punte di ridicolo. l'hacker che si fa le canne e parla come un cretino dimostra solo l'ignoranza di cotroneo e rametta, che al di fuori delle loro quattro mura ben pensanti non conoscono molto. si salva la bergamasco, che sta un gradino sopra tutti come tecnica e empatia. alcuni scambi di battute sembrano uscite da una telenovela venezuelana. e basta poi di dire che in confronto a Don Matteo sembra bella..... che alibi provinciale.... in confronto a The Wire, Dexter, Breaking Bad, The Sopranos..... fa schifo. Se poi al confronto di Dancing Days è carino, be', pure io paragonata alla figlia di Fantozzi sono un pezzo di gnocca mai vista. ma non per questo mi propongo come modella. Se Cotroneo, Rai, e attori italiani uscissero dalle quattro strade che frequentano, avremmo forse una speranza di inseguire la qualità nordamericana. Ma noi no, a noi ci basta essere cool in confronto a.

  7. Rossella R. dice:

    VERAMENTE UNA BELLISSIMA FICTION. BEN FATTA, CASTING SUPERLATIVO E PERSONAGGI E STORIE AGGLOMERATI TRA LORO IN MANIERA SUPERBA. DOPO TUTTI PAZZI PER AMORE ED I LICEALI QUESTA E' LA TERZA VOLTA CHE VENGO COSì RAPITA DA UNA FICTION ITALIANA, MA QUESTA SERIE HA QUEL QUALCOSA IN PIU'! QUANDO IERI SERA E' FINITA LA SECONDA PUNTATA LA PRIMA COSA CHE HO PENSATO E' STATO: "MA ORA DEVE PASSARE UNA SETTIMANA INTERA PRIMA DI VEDERE LA TERZA PUNTATA?!? NOOO" ... EH LO SO, ANCHE SE HO 39 ANNI, MI HA PROPRIO PRESO QUESTA SERIE! COMPLIMENTI DAVVERO A TUTTI.

  8. massimiliano dice:

    Bella fiction. Ma con dei distinguo. La trama è avvincente, ma non tutti gli attori sono convincenti. I Brother&Sisters tutto ruotava attorno a Nora Walker, qui non si potrebbe fare altrettanto, la Sandrelli non è Sally Field. Giusto quindi che il cardine, almeno in un certo senso, ruoti oltre che attorno al figlio scomparso, attorno al patriarca, il grande Gianni Cavina. Molto carina la recitazione di Sarah Felberbaum nei panni di Nicoletta. Bravissima invece Stefania Rocca che più aumentano gli anni più diventa bella e brava. Chi recita con la scopa al c**o come dice qualche post è Giorgio Marchesi nei panni di Raoul, ma anche Primo Reggiani non è che sia cosi naturale, ma è ancora giovane, anche se il più giovane Luca Peracino è molto più avanti di lui bella recitazione. Da applaudire Piera Degli Espositi. Insomma tutto assieme però è ben riuscito, unico ambiamento a mio parere sarebbe stato avere Lydia Biondi. perfetta nei panni della Sciura del nord, a mio avviso

  9. Sono 6 puntate. Le altre 4 che restano, andranno in onda i prossimi Lunedì

  10. ma quante puntate sono?....due?