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THE VOICE: LA NOIOSA RIPETITIVITÀ DI UN FORMAT STRUTTURATO MALE MA DAL GRANDE POTENZIALE
di Daniele Pasquini
31/05/2013 - 10:33

Ci si può sempre dire che i numeri di The Voice parlano chiaro. E noi, che un po’ ce ne intendiamo, proprio dai numeri vogliamo partire. Ecco allora che, anche solo ad uno sguardo veloce, ciò che salta immediatamente all’occhio è il preoccupante dato calante dei live show. Bisogna prendere atto che, nonostante la concorrenza decisamente meno spietata rispetto alle due fasi di casting registrati, la fase clou del nuovo talent di Rai2 ha subìto una curiosa battuta d’arresto, in controtendenza rispetto a quanto ci si sarebbe naturalmente aspettato.
La questione, però, trova presto risposta: The Voice è un format strutturato male, che da noi si è pure dovuto subìre il classico adattamento “all’italiana” per coprire prima e seconda serata e l’intero periodo di garanzia. Ma se questo fosse l’unico problema, a Rai2 sarebbero già a cavallo. Preoccupa invece che il talent soffra della ripetitività del meccanismo, che ha giovato senza dubbio durante le Blind Auditions, ma ha danneggiato non poco nella fase più importante, quella dei Live Show, in cui ci hanno semplicemente catapultato a (ri)seguire in loop quanto già visto nelle fasi precedenti, vestito a festa con tanto di giacca e cravatta.
Ecco che viene a galla quella perenne sensazione di assistere ad un casting senza fine, non essendoci alcuna sfida tra i troppi concorrenti dello stesso team, tagliati fuori a manetta ad ogni puntata, né men che meno tra gli stessi team, ritrovatisi uno contro l’altro solo in occasione della finalissima. E così pure quell’interessante alchimia nata tra i coach nelle audizioni al buio è stata buttata all’orticaria: se, oltre alla scelta – magari apprezzabile ma spesso inutilmente forzata – di eliminare qualsivoglia possibilità di esprimere una critica, non viene fornita ai coach la facoltà di cambiare le carte in tavola (sin dalle Battle ognuno guarda il suo orticello) è inevitabile che il programma perda vertiginosamente interesse.
Oltre al fatto non proprio trascurabile che The Voice non ha potuto contare curiosamente su alcun daytime, come nei talent concorrenti, impedendo agli spettatori non tanto di affezionarsi, quanto invece di conoscere i protagonisti, anche solo da un punto di vista prettamente artistico. Dopotutto è scontato: alcuni emergono all’istante, altri invece potrebbero aver bisogno di tempo per esprimere il loro talento.
Non solo il format però, anche il contorno ci ha lasciato in alcuni casi di stucco. Come il tanto sbandierato lato social, ridotto – nonostante le belle premesse – all’osso (e al sito internet), con una Carolina Di Domenico relegata a comprimere in qualche manciata di interventi i commenti del pubblico da casa. E se una seconda serata post-puntata avrebbe inutilmente attirato le critiche degli avvoltoi, si poteva pur sempre pensare a soluzioni diverse ma ugualmente interessanti, peraltro già testate in passato con altri talent dalla stessa Rai. E poi la totale mancanza dei “servizi premium” (per dirla alla Scrosati): niente televoto gratuito multipiattaforma, ma manco le app per smartphone e tablet. Sveglia, non siam mica nel 2000.
Certo, a tutto c’è un rimedio, in futuro. D’altronde gli ascolti di questa prima edizione tutto si possono definire fuorché negativi ma forse insufficienti per fare il grande salto. Troppe ancore le lacune, troppi i dettagli da rivedere nel meccanismo: la strada per una conferma è dietro l’angolo, quella della promozione invece si fa sempre più lontana.
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macchiavelli dice:
Concordo su quanto hanno detto molte persone: troppi 16 concorrenti, troppo lunghe le puntate e toglierei pure la lettura dei twitter. Troiano fuori luogo, dei giudici salvo Pelù e la Carrà nella prx edizione vedrei molto bene Morandi. Mi sono piaciuti i giudici quando si sono messi in gioco.
giò dice:
la sensazione guardando the voice è che sia un programma vecchio. Si è verificato l'effetto contrario. Amici che è alla 13sima edizione sembra un programma nuovo, mentre the voice che è alla prima edizione sembra un programma superato se paragonato ai meccanismi e scenografia di Amici. Anche a livello di scenografia e coreografie. Se vedi le esibizioni di Amici le coreografie sono spettacolari, guardi the voice e le coreografie sono banalotte,viste e riviste. Di certo la De filippi ha più mezzi, ma quest'anno si è davvero superata, e soprattutto ha riportato l'attenzione sui concorrenti,facendo più ascolto della scorsa edizione che nonostante il trash di demartino e compagna incerottati non ha mai avuto questi ascolti e soprattutto la credibilità e l'effetto evento che ci sono stati quest'anno, Quest'anno ci sono stati sia gli ascolti che la qualità.
Andrea dice:
Tante cose non ho gradito del programma, una su tutte mi ha fatto seguire con poca costanza persino le blind audition: la durata. Tre ore di programma sono davvero tante, specie se si tratta di roba ripetitiva come The Voice. Quest'anno nel regno unito i telespettatori si sono lamentati perché invece che puntate di 60 minuti le avrebbero fatte di 90, figuratevi! Il presentatore poi secondo me va cambiato. Hanno preso Carolina di Domenico (una che ha fatto anni di TRL in diretta e non solo) per metterla a leggere tweet? Lei avrebbe condotto molto meglio. I giudici sono simpatici, ma ho trovato tanti dei loro commenti non solo banali ("sei bravissimo", "sei fantastico", "sei una vera stella", "mi togli le parole") ma anche infarciti di falsità ed ipocrisia: non puoi non girarti e poi dire "eeeh, sono stato proprio stupido, mi sarei dovuto girare!", che una volta va bene, due anche, ma alla terza, quarta, ecc. inizio a dubitare delle tue capacità di giudice. Sempre complimenti, sempre lodi sperticate, raramente ho sentito critiche (forse solo da parte di R. Cocciante). Assurdo. Non voglio che si ammazzino in diretta, solo che ci sia un po' di onestà. Sono riuscito a provare un po' di antipatia perfino per R. Carrà... L'ho trovato un programma noioso, difficilmente lo guarderò nuovamente.
Emy dice:
Assolutamente d'accordo con Tiziana.A me la giuria è piaciuta tanto e mi sono divertita ieri a vedere i travestimenti di Pelù e Noemi e sono rimasta piacevolmente sorpresa da un Cocciante,all'inizio così riservato,che ha ballato con Noemi durante l'esibizione della Carrà!Finalmente un talent in cui i giudici non si scannano a vicenda e dove si ride e si scherza come in una normale serata tra amici! Anch'io penso dovrebbero ridurre il numero di puntate e partecipanti.Quanto al conduttore,mi sono già espressa in altri commenti.La Di Domenico come conduttrice andrebbe anche bene,anche se io punterei sulla Agosti,in Academy è stata brava,l'unico elemento positivo di quel flop di talent!
iki dice:
Shiver:rispetto alle modalità da te proposte sulla serata come deve essere strutturata per The Voice per te ha un nome=XFACTOR
shiver dice:
Per eliminazione incrociata intendo che prima si esibiscono i primi 4 cantanti ognuno di un giudice diverso e poi tra questi ne esce subito uno, poi gli altri 4 rimanenti ed esce un altro concorrente (per fare un esempio). E' quasi uguale a XF lo so, ma il meccanismo di quest' anno appiattiva la gara e alla fine tutti i talent funzionano così non ci si può inventare chissà che per le eliminazioni.
shiver dice:
Io il programma l' ho seguito più all' inizio, dopo ho dato solo un breve sguardo senza seguirlo interamente, ma l' anno prossimo cambierei così: Conduzione: Massimiliano Ossini; Eliminare lo spazio social durante la trasmissione: toglie solo ritmo e coinvolgimento al programma, non importa a nessuno quello che scrivono su twitter durante la trasmissione 2 puntate di Blind e 2 di Battles, semplificando e velocizzando il meccanismo delle Battles La giuria attuale va bene, ma deve dare giudizi concreti senza essere smielata e buonista. Questo non significa litigare, semplicemente esprimere un giudizio vero e non nascondersi dietro il sei stato bravissimo (quando poi non hai scelto il concorrente) oppure farai una grande carriera. I giudici se ogni tanto discutono perchè sono in semplice disaccordo con le loro opinioni senza litigare non c'è nulla di male. Ridurre il numero di concorrenti come già detto, e nei Live show anzichè fare l' eliminazione per ogni squadra, farla incrociata tra le diverse squadre. I giudici insieme scelgono tra i due meno votati chi deve tornare a casa. Come già suggerito dall' articolo, bisogna implementare una piattaforma per il televoto social e le app per Iphone e smartphone, senza togliere il televoto tradizionale. Un daytime come già suggerito per seguire le prove per il live settimanali. Chiudere il Live show e quindi terminare le eliminazioni entro la mezzanotte, dopodichè una seconda serata potrebbe essere condotta appunto dalla Di Domenico che intervista gli eliminati insieme ai coach e non i giudici leggendo i commenti della serata e le domande che arrivano da FB e Twitter
simonevarese dice:
A me sono molto piaciute le blind, poi è stato tutto un po' più noioso. E soprattutto, 13 puntate sono TANTISSIME, TROPPE!!! Ieri mi sono ritrovato a gioire per il fatto che fosse l'ultima puntata! Troiano a parte, che ho trovato inadeguato, per la prossima edizione vorrei un conduttore con uno stile di conduzione più veloce e leggero: quest'anno sembrava dovesse finire il mondo ogni volta che chiudeva il televoto, sembrava che chissà quale decisione fosse stata presa! è un gioco mamma mia! Così diventa davvero pesante. Ultima cosa, come detto da tania, 64 concorrenti sono troppi! La metà sarebbe perfetta, così tagli anche un po' di puntate...
Dasmix dice:
La penso come Tiziana! E figo come ha detto Hammer, questo si che smuoverebbe qualcosa.
Hammer92 dice:
In America è già diverso rispetto a quanto andato in onda in Italia. Se un concorrente viene eliminato durante le battles può essere rubato da un altro coach e tutti i concorrenti sono a rischio eliminazione e quindi in finale un coach potrebbe arrivarci senza nessuno dei suoi. Speriamo che anche nella 2a edizione italiana apportino questi cambiamenti. Dopo le blind The Voice è diventato di una noia insostenibile complice il meccanismo ripetitivo, i giudici forzatamente buoni senza MAI esprimere una critica anche di fronte a palesi ciofeche e un conduttore senza nessuna verve