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SERVIZIO PUBBLICO: MICHELE SANTORO SI INTRUPPA COI NO TAV E RIABILITA MARCO BRUNO, ‘ER PECORELLA’
di Marco Leardi
02/03/2012 - 17:18

A Servizio Pubblico certe notizie viaggiano su un binario preferenziale. Sfrecciano sempre a senso unico, e quella è l’unica forma di alta velocità tollerata da Michele Santoro. Per il resto, il giornalista preferisce intrupparsi tra i No Tav, come ha fatto ieri sera nel corso del suo talk show. Il conduttore ha dedicato l’intera puntata alle proteste in Val di Susa, ma il suo racconto è parso volutamente sbilanciato a favore dei dissenzienti.
Per tutta la trasmissione Santoro ha dato voce ai No Tav, collegandosi con Sandro Ruotolo che si trovava a Bussoleno. Il giornalista ha mostrato con estrema astuzia alcune immagini girate durante le manifestazioni di protesta. Michele, infatti, ha alternato le testimonianze pacifiche di alcuni valligiani a filmati che documentavano le cariche della polizia nei confronti di qualche facinoroso. Così, i piani si sono sovrapposti e l’unica immagine che si presentava al pubblico era quella di una Val di Susa ‘usurpata’ dallo Stato.
Servizio Pubblico ha anche mandato in onda immagini esclusive sull’incidente capitato all’attivista Luca Abbà. Poi è arrivato Marco Travaglio, che ha definito il Tav un’opera “ad alta voracità“. Ma il momento cult della puntata di ieri è stata l’intervista a Marco Bruno, il militante che era stato ripreso mentre insultava e provocava un Carabiniere definendolo “pecorella“.
“Il mio gesto è un gesto che compio spesso quando faccio i blocchi (…) Per vincere la paura mi immedesimo nel mio idolo che è Peppino Impastato, cerco di essere un po’ più canzonatorio. Mi avvicino ai cordoni e provo a interagire con le forze dell’ordine…”
ha detto il giovane No Tav, sminuendo le parole che l’altro ieri aveva pronunciato con l’arroganza dell’impunito. Così Servizio Pubblico ha sdoganato pure “er pecorella”, che davanti ai Carabinieri non era apparso così conciliante come con Santoro.
Un’operazione mediatica che, alla fine, ha restituito al pubblico la tesi che la protesta No Tav sia una sorta di guerra santa, una reazione quasi obbligata da parte dei manifestanti. E chi dissente è un po’ nel torto, come una pecorella qualunque.
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Marco Leardi dice:
@JJ. Democraticamente vuol dire che la decisione è stata presa dagli organi rappresentativi, nei quali vince l'opinione espressa dalla maggioranza. La polizia è lì a rappresentare lo Stato, non a invadere un territorio (come qualcuno vuol far credere). Con i No Tav il dialogo sta diventando impossibile, spesso ci si trova davanti a persone che contestano a prescindere e dunque come si possono discutere soluzioni alternative o eventuali modifiche al progetto? Sulle proteste: i manifestanti possono esprimere tutto il loro dissenso ma vale il principio che la mia libertà termina quando inizia la tua. Quando vengono occupate le autostrade, le stazioni, vengono forzati i blocchi o malmenati i giornalisti... la protesta diventa prevaricazione, ed è normale che la polizia intervenga di conseguenza. Parliamo di azioni fuorilegge, non so se mi spiego.
JJ dice:
@Marco Leardi Un territorio presidiato notte e giorno dalle forze dell'ordine come lo definiresti? La decisione di realizzare il tav (treno alta velocità) è stata presa democraticamente? E da chi? Democraticamente vuol dire che delle persone in comune accordo hanno deciso la realizzazione del tav, ti pare che siano tutti daccordo? Senza addentrarsi nei tecnicismi, credo che con dati alla mano, l'editoriale di Travaglio sia stato alquanto esaustivo, per comprendere quali sono i motivi che spingono i no tav ad opporsi e quali sono i motivi che spingono da 20 anni tutti i governi che si sono alternati a voler imporre questa opera inutile a tutti i costi. Se ci vogliamo raccontare le favole è un conto ma se vogliamo parlare seriamente di fatti concreti è un'altra cosa. Una protesta che non sortisce effetti e non ottiene risultati a che serve? Tanto vale starsene a casa, no? Protestare senza che nessuno ti ascolti sembra quasi come a voler dire, si si, protesta pure quanto ti pare, ne hai tutto il diritto, ma tanto alla fine facciamo come vogliamo noi. In linea di principio la violenza và condannata senza se e senza ma, ma se tu vieni a casa mia e metti in pericolo la salute dei miei figli, io perdo il lume della ragione e me ne frego dei principi e della protesta pacifica. Lo stato inteso come istituzioni, entità astratta, per definizione rappresenta legalità e giustizia, ma lo stato è fatto da esseri umani, e come abbiamo visto non sempre stanno dalla parte dello stato, gente che, non solo non incarna nessuno dei principi di cui sopra, oltretutto non rappresenta proprio nessuno, poichè non sono stati i cittadini ad eleggerli ma i segretari di partito, ma questa è unìaltra storia.