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SANTORO AL VETRIOLO PRIMA DI BATTER CASSA. QUALE TV PUBBLICA AVREBBE MAI PERMESSO UN SERMONE DI VENTI MINUTI SU QUESTIONI PRIVATE?

di Rosario Giugliano

21/05/2010 - 14:30

SANTORO AL VETRIOLO PRIMA DI BATTER CASSA. QUALE TV PUBBLICA AVREBBE MAI PERMESSO UN SERMONE DI VENTI MINUTI SU QUESTIONI PRIVATE?
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L’ora x è scattata: l’atteso one man show di Michele Santoro si è consumato ieri all’interno di AnnoZero, come da molti era stato preannunciato. Venti lunghi minuti in cui il giornalista salernitano, complice le polemiche di questi giorni sulla risoluzione consensuale del suo rapporto con la Rai con conseguente buonuscita milionaria, ne ha avute per tutti, presunti “amici” compresi.

Si parte con una captatio ai telespettatori: “Quando un programma viene portato via o un conduttore cambia il pubblico s’incazza”. Ma il più incazzato sembra lui, il Michele Sant’uomo resosi martire davanti a milioni di persone che lancia attacchi indistintamente alla Rai di destra, quella che quattro anni fa si è trovata costretta a riaccoglierlo nell’azienda pubblica turandosi il naso solo perchè “E’ stata una sentenza che lo ha voluto” e che “Non ha mai voluto prendere atto che l’azienda ha tratto profitto dalla sua trasmissione incassando per produrre programmi meno nobili”, e, soprattutto, a sinistra. Già, proprio quella sinistra di cui il nostro si è reso negli anni baluardo e portavoce scatenando in ogni suo intervento polemiche abbondanti e che ora sarebbe rea di non tutelarlo abbastanza, di non aver difeso il suo operato, avendolo lasciato solo a trincerarsi circondato da “indiani pronti a colpire il bersaglio in ogni momento”. Ce n’è per tutti, Zavoli e IDV compresa, colpevoli di sindacare sulla cospicua somma offertagli dall’azienda a titolo di trattamento di fine rapporto: “Sono affari miei, la mia liquidazione è un fatto privato” e per giornali come Repubblica e Corriere, tacciati, nemmeno troppo velatamente, di non aver avuto, in molti casi, la sua stessa libertà intellettuale.

Michele contro tutti” si sfoga in diretta per quasi mezz’ora e conclude lanciando un’ultimatum: se i suoi considereranno AnnoZero “una perla del servizio pubblico” l’accordo, non ancora siglato, potrà saltare e il nostro eroe potrà “sacrificarsi” per il bene di tutti e tornare l’anno prossimo nuovamente con la trasmissione, rinunciando così a battere cassa.

Video nella seconda parte del post:


Il pubblico in studio è silente, perplesso, quello davanti ai teleschermi anche. La difesa di Santoro è, a detta di molti, debole e pretestuosa: non ci sembra che, in tutto questo tempo, il nostro giornalista abbia avuto da parte dell’azienda pubblica qualche veto o censura e la sua linea ideologica, discutibile o meno ma nota a tutti, è sempre stata portata avanti nel corso delle puntate. Nelle sue prime serate del giovedì è stato affrontato tutto e il contrario di tutto, dalla polemiche sugli aiuti all’Aquila fino alla recente ospitata della D’Addario, senza che nessuno potesse sindacare preventivamente sui contenuti delle sue scelte editoriali. Quale azienda pubblica occidentale (ma anche orientale per dirla come ieri il conduttore di Annozero) avrebbe mai permesso ad un suo dipendente (e Santoro a quel che ci risulta è, allo stato attuale, ancora un dipendente dell’azienda pubblica) di tenere un sermone al vetriolo di venti minuti?

E questo, se volesse, potrebbe continuare a farlo anche durante la prossima stagione (visto che la sentenza di reintegro è, a quanto sappiamo, ancora valida) se il suo desiderio fosse davvero quello di offrire un servizio pubblico d’informazione ai cittadini, fregandosene quindi di essere apprezzato o meno da chi comanda in Rai e dalla classe politica: a nostro avviso un giornalista che si vanti di fare servizio pubblico dovrebbe avere come unico referente soltanto il pubblico, appunto.

Un giocatore si vede dal coraggio” diceva una vecchia canzone, e bene, ci sembra che sia proprio questa la dote che manchi a Santoro poiché, accettando questa buonauscita milionaria, il giornalista cadrà nella contraddizione di fare gli interessi (economici) esclusivamente suoi piuttosto che dei telespettatori, poco importa che la sua ribalta mediatica sulla seconda rete l’anno prossimo presumibilmente non ci sarà più e che chi lo ha sempre seguito si troverà orfano di un programma su cui poter fare riferimento a prescindere dalle convinzioni politiche.

 

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72 commenti su "SANTORO AL VETRIOLO PRIMA DI BATTER CASSA. QUALE TV PUBBLICA AVREBBE MAI PERMESSO UN SERMONE DI VENTI MINUTI SU QUESTIONI PRIVATE?"

  1. E' BELLO VEDERE E LEGGERE CHE VESPA E' LA BIBBIA E SANTORO LA MERDA... SE UNO MI STA SULLE SCATOLE NON NE PARLO... MA EVIDENTEMENTE GIOVA A TUTTI... OGNI TANTO CI DEVE ANCHE ELEVARE...

  2. adriano marras dice:

    Bisogna vedere se lo faranno rientrare in rai, perche io penso che masi non lo fara piu rientrare... Poi se prendera 7 mln di euro bisogna vedere

  3. Adriano Marras dice:

    Vorrei fare delle osservazioni Voi dite quale azienda pubblica permetterebbe a un giornalista di fare un monologo? Io rispondo Quale azienda pubblica licenzia un suo dipendente solo perche quello che dice non piace al politicante di turno? La liquidazione che prendera non sara di 10 milioni come molte teste calde dicono, ma oscilla tra i 2,5 e i 2,7 mln di euro... Anche Bruno vespa tempo fa lascio la rai (ora e collaboratore esterno) e prese una bella liquidazione, come mai il processo si fa solo contro santoro? Forse se sarebbe stato un po piu apprezzato dal consiglio di amministrazione della rai forse oggi non se ne sarebbe nemmeno andato... Vi rendete conto di quanti ascolti e quindi di quante entrate pubblicitarie ha garantito alla rai la presenza di Santoro? Poi ha ragione Santoro a criticare la sinistra che nelle campagne elettorali si fa portavoce della libertà di informazione e poi quando è in parlamento fa ricorso assieme al centrodestra alla sentenza che reintegrava santoro... Vorrei chiedervi se siete coscienti a che livello sta l'informazione in italia? Il tg1 è oramai equiparato a un cinegiornale del regime...Santoro e uno dei pochi in rai che ha sempre saputo dire le cose come stanno e non merita un trattamento del genere

    1. @ Adriano Marras: sono da aggiungere i 7 milioni di euro all'anno (per due anni, quindi 14) che prendera' per produrre docufiction. L'importo non lo conosco con esattezza. La fonte, in questo caso, e' un pezzo di Bruno Vespa.

  4. martina, davvero è stata censurata? Non pensavo succedessero queste cose; a me non è mai capitato, per ora. E poi vengono pubblicati commenti offensivi come il 57!

  5. Noto con piacere che non ha pubblicato il mio commento..... la cosa mi fa sorridere, perchè tanta paura delle parole? Mi scusi ma dal mio punto di vista se una persona è convinta delle proprie ragioni e delle proprie idee, le difende a spada tratta contro tutto e tutti.... evidentemente non è così per lei....

  6. Questo articolo è pura spazzatura ed intellettualmente deprimente come sanno essere i berlusconiani più convinti. Ad ogni modo non mi scompongo più di tanto. Sono certo che Berlusconi farà la stessa fine che hanno fatto tutti i dittatori che lo hanno preceduto... In quanto ai fessi che si bevono le sue scemenze, beh... Dio perdonali perchè non sanno quel che dicono!

  7. ieri sera all'ultima parola di paragone si è parlato di santoro.... avranno avuto ascolti più alti, obiettivo raggiunto!! =)

  8. martina pennisi dice:

    @rosario: grazie per la risposta innanzitutto. premetto che non definivo superficiale l'autore ma l'analisi fatta e che il bello di questo blog e di un blog in generale è proprio il poter esprimere il proprio parere. io credo che i 15 minuti di santoro siano stati eccessivi, penso altresì però che quello che è accaduto nei giorni precedenti sia stato assurdo. indiscrezioni sulla recisssione di un contratto, che come ha commentato qualcuno sono assolutamente nell'ordine di un rapporto lavorativo, hanno portato al solito tam tam mediatico. più che tam tam mediatico tiro al bersaglio diciamo. questa la chiamerei assurdita 1. l'assurdità 2 è il monologo. e il tutto è inserito in un contesto dove non esistono più regole ed equilibri da tempo, mentre i cittadini pagano il canone e senza poter più usufruire di un servizio di informazione obiettiva. in una scacchiera fatta di milioni di pedine santoro è una torre, come lo è il direttorissimo del Tg1, e presumibilmente si è stufato di questa partita che, a destra o a sinistra vada la tua idea, non porta a niente.

  9. @ Angelo D'Adamo: "Non esiste una sola campana che dice verità… è solo sentendo le varie campane (Santoro, Travaglio, Brachino, Vespa, Piroso, Carelli, Gabanelli, Repubblica, Giornale...) che possiamo trarre da tutte le versioni soggettive le informazioni oggettive" Vero, ma se alcune campane possono suonare più forte delle altre (anche se suonano male!) e addirittura ad alcune viene bloccato il batacchio, beh... lì mi indigno.