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QUELLO CHE (NON) HO: FAZIO E SAVIANO REPLICANO SU LA7 IL LORO FORMAT DI SUCCESSO. EFFETTO DÉJÀ VU
di Marco Leardi
15/05/2012 - 12:04

Vieni via con me, ti mostro Quello che (non) ho. Così capisci che mettere in piedi un evento televisivo non è mica difficile: basta trovare la formula giusta e il gioco è fatto. Fabio Fazio e Roberto Saviano, che sanno stare al mondo, hanno capito il trucco e infatti ieri sera, all’esordio su La7, hanno proposto un “remake” del programma che li consacrò come reucci della tv per bene. Sì, in pratica hanno rifatto Vieni via con me, apportando giusto qualche modifica al format di proprietà Rai. Tra monologhi, canzoni e ospiti, va da sé che l’effetto déjà vu sia stato fortissimo.
Per carità: nessuno si aspettava chissà quali stravolgimenti, anche perché il conduttore e lo scrittore antimafia sono ormai vincolati a una liturgia televisiva di successo che li costringe a ruoli ben definiti. Però uno sforzo di fantasia lo potevano pur fare. Su Rai3 c’erano gli elenchi e gli ospiti si esibivano davanti ad un microfono retrò, su La7 ci sono invece le parole ed i protagonisti parlano dinanzi ad un leggìo. Differenze minime. A cambiare sono stati piuttosto gli argomenti, stavolta ispirati all’attualità economica e sociale del Paese, anche se non sono mancati riferimenti ai ‘burlesque’ berlusconiani.
Roberto Saviano ha punzecchiato la Lega Nord sui presunti legami con la ‘ndrangheta e ha dedicato il suo primo intervento al dramma dei suicidi causati dalla crisi. Lo scrittore ha poi ricordato il massacro dei bambini di Beslan, avvenuto nel 2004 in Ossezia, proponendo uno dei momenti più toccanti ed intensi della serata. Sui contenuti nulla da eccepire: peccato solo che la narrazione di Quello che (non) ho sia risultata troppo lenta, priva di un ritmo adeguato alle quasi tre ore di diretta.
Nel contesto del programma, l’intervento di Luciana Littizzetto si è rivelato in gran parte fuori luogo. Per parlare di violenza sulle donne, la comica torinese si è messa a raccontare di tette, jolande in fiamme, scimmioni in calore, mutande… Segno che la crisi ha colpito anche la fantasia degli umoristi. Degni di nota, invece, i momenti riservati a Pierfrancesco Favino, a Raphael Gualazzi e alla cantante Elisa.
Nella prima puntata di Quello che (non) ho hanno parlato anche Marco Travaglio, Gad Lerner, Massimo Gramellini, Paolo Rossi, Erri de Luca, Pupi Avati. Tutte voci appartenenti alla compagnia di giro che Fazio scomoda puntualmente per accendere i suoi programmi. Stasera, nella seconda serata dello show, vedremo Elio Germano, Francesco Guccini, Raffaele La Capria, Paolo Giordano, Ettore Scola, Rocco Papaleo, Nicola Piovani, Paolo Rumiz, Salvatore Settis.
La scommessa di Fazio e Saviano sarà quella di mantenere alta l’attenzione del pubblico, che certo non è abituato a digerire tre giorni consecutivi di monologhi e parole.
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Nina dice:
Pretino e santone non sono insulti, al massimo scherno.
sara dice:
Perche chiamarli pretino e santone è segno invece di rispetto e tolleranza vero critico tritatutto? puoi stare alla larga da loro come proclami di voler fare nel tuo precedente messaggio anche senza scadere nell'insulto. Per poi tra l'altro abbastanza ipocritamente riprendere a mo di maestrino chi non condivide il tuo pensiero, critico non ti chiedo coerenza perche è troppo e non la chiedo neanche a me stassa , ma almeno "plausibilita"
Critico Tritatutto dice:
Come sempre,noto il massimo rispetto per chi non la pensa come chi incensa il "pretino" e il "santone"....Vero Morgatta?E questi son quelli del rispetto e della tolleranza [altrui,però].
Critico Tritatutto dice:
Infatti,ribadisco:alla larga.Da gente così.
Nina dice:
Giuseppe: ci sono molti di coloro a cui piace che si comportano esattamente allo stesso modo.
Giuseppe dice:
L'aspetto che non mi convince in questo programma, e in tutta la produzione recente di Fazio, non sono tanto gli argomenti e gli ospiti quanto il fastidioso tono retorico tipico di coloro che ritengono di avere la verità rivelata in tasca e la vogliono elergire con falsa (e irritante) modestia al volgo tenuto all'oscuro dal potere. E' la forma che prevale sul contenuto generando un senso di vuoto. A molti piace. Buon per loro.
Nina dice:
Comunque potrà anche essere una stupida polemica per voi "talebani" di Fazio e Saviano (suppongo che avrete tremato in attesa dei dati di ascolto) però a me è venuta voglia di leggerlo quel libro. Ah Pippo, hai letto Grasso? (Aldo non Pietro).
Critico Tritatutto dice:
Il "pretino" Fazio e il "santone"" Saviano...Alla larga,alla larga!!!!
morgatta dice:
esatto pippo... io mi ricordo quell'evento, in qualsiasi modo lo racconti è l'orrore all'ennesima potenza, senza copyright di sorta..
Pippo76 dice:
Il problema non è tanto Libero quanto la polemica assurda. Come se io parlassi in televisione dell'11 settembre o di Vermicino raccontando quanto accaduto ma dovendo citare gli autori di libri o testi su queste vicende. Non si tratta di una tesi di laurea e la citazione è obbligatoria solo nel caso in cui si dovesse trattare di notizie, tesi,inchieste, informazioni riportate ESCLUSIVAMENTE da quell'autore. Non è questo il caso, perchè ciò che ha raccontato Saviano voleva essere un ricordo di un fatto doloroso e tragico con informazioni reperibili in rete, su articoli di giornale dell'epoca, libri vari.. Per non dimenticare