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GABRIELE BELLI, FORSE NON UN MASCHIO MA…
di Irene Pivetti
09/11/2009 - 14:14

Gabriele Belli è un uomo che combatte. Da tutta la vita combatte, prima dentro e contro il corpo di Elettra, quella donna che lui sembrava essere, e non è mai stato, la ragazza per tutti un po’ diversa, e così uguale invece, se la si fosse vista com’era realmente, un ragazzo della sua età, con i suoi desideri, i dubbi e le paure.
Ma a Gabriele non era permesso avere solo paura di crescere: Gabriele doveva provare anche il dolore di essere, di vivere ostaggio nel suo stesso corpo, di mentire a sé per non mentire agli altri, fino all’orlo della pazzia, nella vertigine dei gesti quotidiani, finché morte non ci separi. Magari una liberazione, ha pensato, e non una sola volta, eppure no, Gabriele non è di quella pasta, perché lui voleva vivere e, guarda un po’, pretendeva di essere felice. E allora giudicassero pure, condannassero anche, perché “quella ragazza” deludeva le aspettative, mentre lui silenziosamente lavorava dentro di sé, preparava l’evasione che lo avrebbe reso finalmente vero.
“Una seconda nascita, un nuovo inizio“, dice Gabriele quando parla di sé di fronte a quel dottore, e racconta la sensazione certa di sentirsi riconosciuto, guardato dentro per la prima volta, e quella volta ha già tanto da dire, di sé, degli uomini, del mondo. “Forse non maschio, ma certamente un uomo“, si descrive con giusto orgoglio mentre, con sollievo, si accarezza la barba, conquista felice finalmente, ed anzi la più grande, “perché con quattro peli in faccia rassicuriamo gli altri che siamo uomini comuni“.
Gli altri, di nuovo. Gabriele sa bene quanto non possiamo fare a meno degli altri, della loro approvazione, del loro consenso, ne abbiamo bisogno per vivere, e non è un vezzo da caratteri deboli, ma la forma esatta della nostra mente. Perché noi siamo fatti-per-gli-altri, anche quando ce ne stiamo in disparte, e ci concediamo il lusso della solitudine mentre sappiamo bene, in fondo, che “là fuori” qualcuno ci desidera. Gabriele ora può provare anche questa gioia sottile, e profonda, di restare solo con se stesso: “E’ come un padre che parla al proprio figlio”, dice, “mi coccolo”.
E’ giusto, Gabriele, è un abbraccio quello che ti devi.
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sirio dice:
Io ho visto la signora Pivetti ad Exit e l ho trovata molto acuta ed equilibrata nelle osservazioni...
Il Mio Reality (fulvio) dice:
DM: cmq vogliamo la Pivetti sull'isola dei famosi ;)
Davide Maggio dice:
@ Il Mio Reality: prova a scriverle: irenepivetti@davidemaggio.it
simo dice:
@ Peppe Ho conosciuto un numero sufficiente di leghisti per sapere benissimo come la pensano riguardo determinati temi e per poter ribadire ciò che ho detto. Macchè dichiarazione e dichiarazione, dove vivi nel mondo delle favole? Chi vuoi che faccia apertamente una dichiarazione del genere e poi qua non siamo mica in un tribunale in cui bisogna portare le prove! Ad ogni modo oggi come oggi la sig.ra Pivetti, come si legge, ha cambiato completamente idea.
Peppe dice:
SIMO scusa ma te che ne sai? Ripesca una sua dichiarazione in merito e ne riparliamo! Bellissimo post, molto molto bello!
simo dice:
Cosa non direbbe la Pivetti pur di cercare un rilancio televisivo consono all'attualità e pur di svecchiare la sua immagine da bacchettona. E' capace perfino di rinnegare il suo passato ultra conservatore e di spacciarsi per progressista dell'ultima ora cavalcando la risonanza che ha avuto la storia di Gabriele. Durante la sua gioventù leghista non avrebbe neppure tollerato la presenza sulla faccia della terra di esseri dal genere non meglio identificato, ma si sa, tutti fanno degli errori in gioventù.
Il Mio Reality (fulvio) dice:
E' bello leggere queste parole quando a scriverle è una donna sicuramente intelligente, fortemente cattolica e osservante, con un background politico di un certo tipo. Mi piacerebbe sapere cosa pensa la sig.ra Pivetti relativamente alle unioni tra omosessuali, o meglio rispetto al tema più complesso del riconoscimento giuridico e sociale delle coppie di "fatto" (stesso sex o altro). Grazie
vince dice:
Sarei contento se la storia di Gabriele che va idealmente ad accostarsi a quella apparentemente più scanzonata di Luxuria, desse l'opportunità di una riflessione seria a livello socio-politico sulla tematica dell'identità sessuale. Al contempo mi chiedo quando sarà possibile uno sdoganamento televisivo altrettanto serio e dichiarato degli omosessuali dal ruolo di macchietta sensibile o di comare salottiera....