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FRATELLI D’ITALIA, I TG IN DIALETTO SON DESTI: IL MANCATO PRIMATO PADANO

di Cristian Tracà

20/10/2009 - 12:54

FRATELLI D’ITALIA, I TG IN DIALETTO SON DESTI: IL MANCATO PRIMATO PADANO
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TG in dialetto

Strano ma vero, nel mondo delle logiche globali risorgono le culture territoriali e l’informazione si tinge dei colori lingustici più tipici di ogni zona. La Lega mette il primo tassello al mosaico della sua rivoluzione culturale cominciando proprio dai telegiornali il restyling economico e sociale del nostro paese.

Bona serada a toc, con questo saluto bergamasco Tg Nord Nazione, testata giornalistica di TelePadania, ha deciso di lanciare la nuova tendenza, o per lo meno rilanciare quel prototipo del cambiamento vagheggiato per il Nord dalle camicie verdi, proponendosi come vessillo del dialetto nella tv, dando realizzazione concreta ai desideri dei ministri Zaia e Castelli (leggi qui per ricordare i particolari del loro intervento nel dibattito politico-culturale a propositò dell’identità veicolata dalla lingua).

Il progetto, iniziato a metà settembre, ha basi serie e prevede il finanziamento di tale rilancio culturale attraverso la destinazione di parte del fondo regionale a sostegno delle industrie della comunicazione. I modelli di riferimento, espliciti anche nel discorso del giornalista pioniere dell’innovazione presso i cittadini, sono i tg in lingua cimbra e mochena delle valli trentine ma anche le produzioni sovvenzionate dagli enti locali di Sicilia e Sardegna.

Non è però la solita esclusiva trovata padana perché il paese è pieno di esempi di tg locali dialettali ed è proprio nel segno della rivendicazione che i tarantini hanno chiesto di riconoscere il loro primato nella messa in onda di un telegiornale interamente in una lingua diversa dall’italiano. Sette anni or sono da quando Tg Nuestre ha iniziato a trasmettere il notiziario seguendo completamente le intonazioni linguistiche del proprio territorio.

Basti guardare i video dei servizi del tg pugliese per comprendere quanto ormai sia entrato nell’orizzonte culturale, tanto che la gente non fa assolutamente fatica a essere intervistata in tarantino e rispondere in italiano, raramente a controbattere in dialetto stesso per il pregiudizio sociale che attribuisce poco prestigio alle varietà non standard della lingua. Peculiarissimo il servizio-reportage sulla notte di Santa Cecilia che racconta, rigorosamente in dialetto, tutto il folklore: dalle pettole ai presepi.

Sulla stessa lunghezza d’onda linguistica, e dunque pronti a smentire il primato nordico anche Tg Montaguto e le gag di una rete veneta nel Tg Bronse.

Regione che vai, tg dialettale che trovi insomma…

  • Video TG Nuestre (Taranto)

 

  • Video Tele Padania

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13 commenti su "FRATELLI D’ITALIA, I TG IN DIALETTO SON DESTI: IL MANCATO PRIMATO PADANO"

  1. Fate bene distinzione fra dialetti e italiano parlato con inflessioni regionali però...i confini sono labili ma la distinzione è importante

  2. TRCC, non è vero che solo quelli sono dialetti. Ci sono in linguistica delle categorie ben specifiche per distinguere dialetto e lingua. Fattelo dire da me: il siciliano è un dialetto, non una lingua...almeno allo stato attuale...perché lo statuto delle lingue è mutevole

  3. Bello...A'nutizia! A me piacerebbe che il tg regionale fosse veramente regionale...in ogni regione il proprio dialetto parlato da un nativo del posto però. Chessò mi trovo a Napoli e seguo la nutizia data alla "Luciano De Crescenzo"...che meraviglia!E' questo il problema...a me piace tantissimo il napoletano, così come il romagnolo, e altri...li capisco ma non li so parlare...parlo il mio anzi i miei che ascolto da sempre e li tramando ai posteri. Giusto anche l'insegnamento nelle scuole secondo me...un'ora alla settimana per mantenere il proprio dialetto e le proprie tradizioni...e perchè no anche la conoscenza di balli e costumi locali. Però...c'è un però...il piemontese parlato da un insegnante calabrese non si può sentire e altresì il siciliano parlato da un bergamasco e allora...a ciascuno il suo. Allora sì, tutti d'accordo.