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ERIKA E OMAR OGGI (FOTO). DA AVETRANA A NOVI LIGURE, IN TV IL GRAND TOUR DELL’ORRORE.

di Marco Leardi

03/10/2011 - 01:02

ERIKA E OMAR OGGI (FOTO). DA AVETRANA A NOVI LIGURE, IN TV IL GRAND TOUR DELL’ORRORE.

Omar Favaro ed Erika De Nardo, oggi

Della cronaca nera non si butta via niente: tutto fa brodo. Anzi brodaglia, da rimestare nel calderone mediatico con un pizzico di cinismo. Succede così che delitti antichi e recenti si cedano il testimone, diventando protagonisti di un unico filone narrativo capace di far impallidire i grandi classici della letteratura gialla. Ieri pomeriggio, ad esempio, Domenica Cinque ha rispolverato l’efferato delitto di Novi Ligure, avvenuto nel 2001 per mano di Erika De Nardo e Omar Favaro. I due fidanzati uccisero a coltellate la madre e il fratellino della ragazza, la quale uscirà dal carcere il prossimo dicembre. Dieci anni dopo, quell’omicidio torna a far parlare di sè; come se non bastassero le iniezioni di cronaca nera somministrate ogni giorno dalla tv.

Canale5 ha trasmesso un’intervista a Deborah Barbarito, l’attuale compagna di Omar. La donna ha raccontato un lato inedito dell’assassino (conosciuto in chat), che oggi sarebbe diventato “un’altra persona“, “dolcissima, buona, di cuore…“. “Non chiedo alla gente di dimenticare ma di darci una possibilità per un futuro migliore e una vita normale” ha affermato la Barbarito, confidando di volere una figlia da Omar. E in effetti dimenticare è difficile: quelle cinquanta coltellate inferte con bestialità sulla madre ed il fratellino di Erika impressionarono il pubblico, che ancora oggi non scorda.

Omar mi ha raccontato di quella sera piangendo e mi ha chiesto di non tirare più fuori l’argomento” ha detto la donna a Domenica Cinque, dichiarando di sentirsi vittima di pregiudizio. Poco prima, la trasmissione di Canale5 aveva proposto un’intervista esclusiva a Michele Misseri; da Avetrana a Novi Ligure, il grand tour dell’orrore sta trovando nuove forme di espressione. Che, ovviamente, riguardano tutte le emittenti e diversi programmi.

In mancanza di luoghi del delitto da sezionare, infatti, la tv racconta la cronaca nera porgendo il microfono direttamente ai suoi protagonisti. I mea culpa di zio Michele, il dolore dei genitori di Melania Rea, i ricordi di Claudio Scazzi (fratello di Sarah): dal mattino alla sera – festivi compresi – i palinsesti si arricchiscono di spunti che acchiappino l’interesse dei teleguardoni.

E intanto, per oggi è attesa la sentenza d’appello ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Pur di intervistarli, c’è già chi sarebbe disposto a vendere la propria sorella al mercato delle pulci.

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23 commenti su "ERIKA E OMAR OGGI (FOTO). DA AVETRANA A NOVI LIGURE, IN TV IL GRAND TOUR DELL’ORRORE."

  1. PERCHE NESSUNO DEVE DIMENTICARE ‹‹21 febbraio 2001, ore 20.53. E’ tutto finito finalmente. C’è silenzio adesso. Solo il gocciolio del rubinetto nella vasca da bagno Iacuzi piena d’acqua. L’acqua è tiepida, rossa. IL piccolo Gianluca vi galleggia in posizione fetale, con addosso brandelli della tuta da ginnastica, lacerata da 50 coltellate. Sotto le unghie la pelle che ha strappato ai suoi assassini. Ha lottato come può lottare un bambino di 12 anni. Ha lottato sgomento contro un mostro a due teste, che prima ha ammazzato sua madre davanti a lui e poi lo ha inseguito, ingannato, dilaniato. Un mostro che gli era cresciuto accanto, giorno dopo giorno. Invocava l’aiuto del papà, Gianluca, ma è morto solo. Strisce di sangue dalla vasca da bagno portano fuori, lungo le scale, fino al pianterreno, in cucina. Lì il sangue forma una vasta chiazza su cui giace bocconi Susy Cassini, una donna massacrata da 47 coltellate, che mentre moriva ha perdonato chi le toglieva la vita. La porta di casa De Nardo si apre e dal villino a due piani color salmone in via Lodolino, a Novi Ligure, Alessandria, esce una ragazza in pigiama, a piedi scalzi, gli occhi vuoti: Erika. Cerca aiuto nella notte fredda. La soccorrono. La giovane blatera poche parole confuse, si capisce che qualcosa di terribile è avvenuto in casa sua. “Sono stati due albanesi”, afferma Erika. E lo ribadisce anche al padre, arrivato dopo pochi minuti, e che ora sta lì, davanti casa, con le mani nei capelli. Erika dichiara che mentre si trovava in camera sua aveva sentito il fratello urlare e aveva visto la madre correrle incontro inseguita da due rapinatori armati di coltello; dichiara quindi di essere scappata. Però agli investigatori che compiono il sopralluogo qualcosa non torna. Ad esempio, le orme dei piedi della ragazza ‘in fuga ’ dimostrano che camminava e non correva; e poi, perché i cani da guardia non hanno abbaiato? E che ruolo può aver avuto Mauro Favaro, detto Omar, il fidanzato della ragazza, che ora la segue a testa china, dovunque lei si sposti, fuori e dentro la casa del delitto? Forse nessun estraneo è entrato nella villetta. Forse il mostro non viene da fuori. Forse è dentro: in famiglia.>> Attendono nascosti in un bagno della villetta il ritorno di Susy e Gianluca. Entrati in casa, la madre va in cucina e il piccolo corre sopra, nella cameretta, a leggere un fumetto di Pokemon, mentre si riempie la vasca per il bagno. Susy, di spalle, viene aggredita a coltellate da Omar: i colpi, inferti con un coltello della cucina, sono talmente violenti che la lama si piega a 90 gradi. A questo punto a dar manforte al ragazzo interviene Erika, che con un altro coltello, ringhiando “Muori! Muori!”, finisce la madre, la quale sussurra: “Erika, ti perdono”. Alla fine il corpo di Susy sarà attraversato da 47 coltellate. Gianluca sente le urla della madre e si precipita al piano di sotto, dove assiste all’assassinio. Erika ferisce il fratello ad un braccio e lo costringe a risalire nella sua stanza, dove lo chiude a chiave. Il bambino distrugge parte del mobilio nel tentativo di uscire. La sorella scende dal fidanzato: non sanno che fare. Omar vorrebbe risparmiare il piccolo, che però ha visto e capito: è la sua condanna. Decidono di fargli bere un veleno per topi acquistato tre giorni prima, forse allo scopo di avvelenare tutta la famiglia (si rinviene anche un manuale dei veleni, in cui sono sottolineate le parti riguardanti le dosi letali per l’uomo). Erika alza al massimo il volume dello stereo e torna dal fratello, cercando di rassicurarlo; con la scusa di lavare il sangue lo porta in bagno. Qui arriva Omar col bicchiere d’acqua in cui è disciolto il veleno. I due tentano di far bere Gianluca, che si rifiuta, lotta, morde, finchè il bicchiere cade per terra. Improvvisamente Erika accoltella più volte il fratello, che grida: “Erika, perché mi fai questo?” e tenta disperatamente la fuga, cercando addirittura di arrampicarsi sulla parete, come testimoniano le impronte delle manine insanguinate. Anche Omar infierisce col coltello su Gianluca, che alla fine soccombe. Il piccolo viene trascinato nel bagno ed annegato nella vasca piena d’acqua. Omar fa per andarsene, ma Erika gli dice: “Come, te ne vai? E mio padre non lo uccidiamo?” “Se vuoi fallo da sola. Io me ne vado, non ce la faccio più” ribatte lui e si allontana col motorino (visto da un testimone). Erika butta all’aria alcuni oggetti per inscenare una rapina. Poi esce di casa e inizia a recitare … >> [Paolo De Pasquali, pagg. 138-139, 2004]