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CDA RAI, PANICO PER LA RIDUZIONE DEL CANONE: “RILEVANTI CRITICITÀ, CONTERREMO INVESTIMENTI”
di Marco Leardi
16/12/2016 - 11:10

I soldi, forse, non bastano. E le eventuali conseguenze non si faranno attendere. La Rai è già in allerta: il CdA di Viale Mazzini, riunito alla presenza del Direttore Generale Antonio Campo Dall’Orto, ha, infatti, espresso preoccupazioni riguardanti l’inclusione dell’azienda nell’elenco Istat e la riduzione del canone a 90 euro prevista per il 2017. Per affrontare tali questioni, il CdA ha formulato all’unanimità la richiesta di un’Assemblea straordinaria al Ministero dell’Economia. Servono risposte.
L’obiettivo della convocazione straordinaria – si legge in una nota – è quello di ottenere dall’azionista “elementi interpretativi sul quadro normativo di riferimento, sul contesto e sull’effettiva possibilità di realizzazione del piano industriale approvato dal Cda nei mesi scorsi in un contesto di risorse sensibilmente diverso“.
A Viale Mazzini temono innanzitutto conseguenze dovute all’inserimento – da parte dell’Istat – della Rai nel perimetro della Pubblica Amministrazione. La questione la avrebbe dovuta gestire il governo Renzi a margine della Legge di Stabilità, ma la recente crisi politica ha evidentemente modificato le priorità a Palazzo. Tuttavia, al dicastero economico è stato riconfermato Pier Carlo Padoan, al quale ora toccherà gestire la richiesta di chiarimenti formalizzata dal CdA Rai.
Altro grattacapo per il servizio pubblico risulta la riduzione a 90 euro del canone. Un provvedimento che, secondo quanto emerso dal CdA, modificherà “sostanzialmente” lo scenario per l’esercizio 2017 determinando “rilevanti criticità delle variabili economico finanziarie dovute alla contrazione delle risorse. Se non interverrà alcuna modifica, è stato ribadito durante il Consiglio, Rai dovrà attuare nel 2017 un significativo contenimento degli investimenti“.
Panico a Viale Mazzini, potremmo chiosare: la riduzione di 10 euro dell’ammontare del canone, infatti, potrebbe compromettere gli investimenti dell’azienda. Almeno, stando a quanto ribadito in Consiglio. E qui i casi son due: o il governo Renzi aveva lanciato l’operazione canone (contenuta nella Legge di Stabilità già alla vigilia del referendum) senza tenere conto delle sue effettive ricadute, oppure in Rai pongono la questione in termini un po’ estremi. Intanto qualche taglio c’è già stato (l’esempio più eclatante è la cancellazione di Italian Idol).
Nella medesima seduta, è stato consegnato ai consiglieri il testo della proposta di riorganizzazione dell’informazione elaborato dalla Direzione editoriale per l’offerta informativa (clicca qui per le indiscrezioni e la bozza del documento).
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Gian Mario Giuseppe Scacciti dice:
Buona sera, io non riesco a capire la preuccopazione della RAI sul canone a "soli 90" euro, quando nel 2000 era a circa 50 euro e chi lo pagava era solo la metà degli italiani, sen non meno, mentre ora, chiunque ha una utenza Enel, gli viene addebitato il canone. Di cosa deve lamentarsi il CDA RAI? Ha aumentato il bacino di utenti che pagano il canone! Conosco diverse persone che fino allo scorso anno erano riuscite a non pagare il canone, ma dopo che il canone è stato inserito nella bolletta Enel, sono state loro malgrado a pagare il canone. Loro erano infuriate (eufenismo) mentre io ero felice. Quindi dopo questa premessa, sarebbe sufficiente che qualche stipendio "d'oro" di conduttori, presidenti, manager, qualche collaborazioni esterne "amiche" di qualcuno, ecc..., si abbassasse o si abbassassero (abbassare- uguale a ridurre, scusate il parlar dialetto) le loro richieste economiche. Forse qualche euro si rispamierebbe? Penso di si e cercare inoltre di invitare personaggi internazionali famosi che abbiano la puzza sotto il naso e chiedano un cachet stratosferico per pochi minuti di televisione. Qui in Italia, non siamo più il paese del "bengodi", ma la dura realtà ci dimostra che non abbiamo più tanti soldi da buttare. Ma questo alla RAI lo sanno, oppure continuano a dirigere col senno di poi?