Fabrizio Piscopo, ora DG della neonata Rai Pubblicità e per anni in Sky Italia, ne è convinto: in Sipra non c’era nulla che andava bene ed è pronto ad operare una vera rivoluzione. Per il DG Gubitosi, la nuova dirigenza dovrebbe (o vorrebbe) rappresentare l’inizio di una svolta; per il Direttore di Rai1 Giancarlo Leone, invece, solo a settembre vedremo i primi risultati di questo agognato e sofferto cambiamento. Le solite promesse da marinaio? Lo scopriremo solo vivendo, ma una certezza c’è già: The Voice of Italy dovrà essere l’inizio della nuova era di Rai2 e in futuro, ascolti permettendo, anche di Rai1.
E non c’è dubbio, come più volte sottolineato da Leone e Teodoli, che ci siano tanta attesa e tante speranze sulla nuova produzione della Toro di Pasquale Romano e Marco Tombolini; nulla, quindi, può essere lasciato al caso. Sky ha reso la tv “2.0″ con XFactor: interazione su tutti i fronti, televoto gratuito su sette piattaforme diverse, app per iOS e Android, continui aggiornamenti social e un’accortezza per i minimi dettagli quasi imbarazzante. The Voice of Italy non può non proseguire sulla stessa strada: non è più una possibilità, ma un dovere. Il pubblico – sempre più intransigente – non è affatto disposto, oggi, a seguire produzioni che percorrano il solito, vecchio, schema tipico della televisione generalista.
E allora, dopo aver già fatto un excursus in passato su quali “servizi premium” dovrebbe offrire il nuovo talent della seconda rete, rilanciamo con un’altra novità che, siamo certi, contribuirebbe non poco a rendere più partecipe il pubblico televisivo: l’integrazione con i servizi di streaming musicale, Spotify e Deezer. Spotify è un servizio musicale ondemand nato in Svezia nel lontano 2008 che permette di ascoltare in streaming gratuito (su PC e Mac, mentre sui dispositivi mobili solo dietro pagamento di un abbonamento mensile) una vastissima selezione di brani. In Italia è disponibile solo da pochi giorni ma è già un successo senza precedenti: 11 milioni di brani ascoltati in una settimana pari a 70 anni di musica, con i pezzi di Sanremo già ai vertici della classifica degli ascolti.
Numeri abnormi e inarrestabili, che stanno contribuendo – grazie ad un nuovo, comunque tutt’altro che perfetto, modello economico – a risollevare un mercato in stato comatoso da diversi anni, permettendo anche agli indipendenti e ai meno noti di farsi strada nel mare magnum della musica italiana. E allora, nelle 6 puntate di live di The Voice previste per la prossima primavera, dopo le Blind Auditions e la Battle a due, se rivoluzione dovrà essere, perché non rendere disponibili in streaming dopo le varie esibizioni i brani cantati dai protagonisti, oltre a fornire la possibilità – che ormai riteniamo scontata – agli utenti di scaricarli dai vari store digitali?
Va detto però un passo avanti, da questo punto di vista, è stato già fatto con il Festival di Fazio e Littizzetto: nonostante sia stato tutt’altro che pubblicizzato, Rai e Deezer – altro famoso network europeo di streaming musicale online, concorrente se vogliamo di Spotify – hanno stretto un accordo in occasione della kermesse sanremese per rendere disponibili agli internauti alcuni dei pezzi più famosi proposti nelle varie edizioni della manifestazione, all’interno di playlist ad hoc. Che l’accordo venga esteso anche in occasione di The Voice?
1. lu85 ha scritto:
28 febbraio 2013 alle 14:56