Quando, ancora adolescente, già mi nutrivo di pane e televisione, aspettavo con impazienza due eventi televisivi ai quali, per nulla al mondo, avrei potuto mancare: uno era il Festival di Sanremo, l’altro, ancora più importante, era la notte dei Telegatti, durante la quale avrei potuto fare una scorpacciata di tutti i miei beniamini e dei miei programmi preferiti in una volta sola.
Un’attesa, quella per il Gran Premio Internazionale della TV, quasi maniacale, accompagnata da un cerimoniale altrettanto attento e minuzioso: poltrona di fronte al televisore, telefoni spenti, silenzio assoluto. Un clima, insomma, paragonabile ad una finale dei mondiali di Calcio in cui a contendersi l’ambito trofeo c’è la nostra nazionale. Con la differenza che in quest’ultima situazione s’ “incappa” di rado. I Telegatti, al contrario, arriva(va)no puntualmente ogni anno.
Proprio quest’anno ricorre il venticinquesimo compleanno dell’aureo gatto. E si è pensato bene di festeggiare nella maniera migliore, ovvero facendo saltare la manifestazione che, per la seconda volta nella sua storia, non verrà realizzata. Ma poco male, la mancata edizione “2009″ del Premio è soltanto il punto più basso di una parabola discendente. Un’occasione non colta per riportare la manifestazione, viste le particolari celebrazioni che avrebbero dovuto contraddistinguere l’edizione di quest’anno, ai vecchi splendori.
E si, perchè, quanto agli occhi di chi vi scrive, i Telegatti sono finiti nel 2004, l’ultimo anno in cui Milano ospitava l’evento e diventava l’ombelico (televisivo) del mondo trasformandosi nella meta preferita di star di spicco del panorama catodico mondiale, andando ben oltre gli italici confini. Una triste involuzione coincisa col trasferimento dell’evento a Roma e con una serie di modifiche che hanno ridotto il Gran Premio Internazionale della TV in una sempliciotta manifestazione diventata dapprima Gran Premio Internazionale dello Spettacolo e sprofondata, eliminata qualunque velleità internazionale e spostata da Maggio a Gennaio, nel “Gran Premio dello Spettacolo”. Un “premio qualunque” che accanto alla Televisione, premia Cinema, Musica e Sport. Una “nazionalizzazione” che ha fatto perdere all’evento quella verve e quell’appeal che gli consentivano di far impennare lo share tenendo incollati milioni di telespettatori che, dal 2004 in poi, hanno preferito cambiare canale e coccolare il proprio gatto sul divano piuttosto che quello di Sorrisi e Canzoni.
E che non si venga a dire che in tempi di crisi non pareva elegante mandare in onda una trasmissione grondante di opulenza, divi e celebrità perchè si rischia di cadere nel buonismo e nella banalità più grotteschi oltre che in un’ipocrisia imbarazzante. Ma soprattutto non si terrebbe in considerazione che mai nessuno ha pensato che il mondo dello spettacolo potesse in qualche modo rispecchiare la quotidianità di quei telespettatori che annualmente aspetta(va)no la notte dei Telegatti. Anche, forse, per svagarsi un po’. E non ci si prenda nemmeno in giro parlando di semplice spostamento perchè, se la matematica non è un’opinione e il calendario non è un optional, spostarli a gennaio 2010 significherebbe sit et simpliciter far saltare di un anno la manifestazione. Proprio quest’anno che ci si era illusi di poterli rivedere a Maggio, riportando la mente alle vecchie, gloriose edizioni.
Ma tant’è, per la stagione 2008/2009 niente aurei gatti, niente red carpet, niente celebrità, niente Telegatti. A noi, piace ricordarli così.
1. matteoc4 ha scritto:
10 marzo 2009 alle 14:27