Commistione degli opposti, mescolanza di alti e bassi: è questo il segreto della carriera di Paolo Bonolis e della 59esima edizione del Festival di Sanremo. Così, in ossequio al trionfo di contrasti orchestrato da Bonolis, a vincere tra le proposte nel più elegante dei palchi è una Forrest Gump in gonnella alias Arisa, una che di nome fa Rosaria Pippa (Arisa è un acronimo delle iniziali sue, dei suoi genitori e delle sue due sorelle), con la canzone Sincerità. Mentre Big e non cercano in tutti i modi un significato morale, una nobilitazione delle loro canzoni, e ricorrono spesso, troppo spesso, a meri esercizi vocali per dimostrare la loro bravura, Arisa vince senza avere una gran voce con un motivetto semplice ma che ha il pregio di arrivare subito.
La vittoria di Arisa è il climax di una serata piacevole, forse meno della precedente ma pur sempre capace di percorrere tutte le possibili declinazioni dell’emozionarsi. Serata che non poteva che iniziare con una barocca fusione tra lirica e pop, con i cantanti lirici Dimitra Theodossiou e Gianluca Terrannova a intonare famose canzoni italiane e internazionali, da Caruso a We are the Champions, mentre a fare bella mostra sullo schermo scorrevano le immagini di ‘E la nave va’ di Fellini, cui è seguito un balletto del coreografo del musical ‘Across the Universe’, Daniel Ezralow.
La serata prosegue, poi, con i duetti dei big, o in alcuni casi semplici rivisitazioni dei brani, che non hanno, escluse poche eccezioni, sortito l’effetto di arricchire i pezzi. D’altronde, la levatura degli ospiti, era ben diversa dalla sera precedente. Stavolta bisognava non offuscare i cantanti. Le sole “star” erano Morandi, quarto uomo per Pupo, Paolo Belli e Youssou N’Dour, D’Alessio con il clone Da Vinci e Daniela Dessì, star della lirica, che in coppia con Renga è parsa ben assecondare le velleità da novello Bocelli di quest’ultimo. Ben riusciti, i connubi musica e recitazione di Albano sul palco con Michele Placido e di Masini con Francesco Benigno. Quest’ultima accoppiata riesce nell’arduo compito di rendere meno volgarmente banale la canzone.
Dopo il salto l’incursione della pornostar e le imperdibili pagelle di DM:
Nessun duetto ma solo una versione acustica accompagnata a delle illustrazioni di un’artista e alla messa in scena di una sorta di matrimonio da parte di due attori (Massimiliano Varrese e Rossella Infante), per il più discusso dei cantanti del Festival. Trattasi di Giuseppe Povia che a dispetto di quanto dice continua a cercare la polemica.”Serenità è meglio che felicità” è la scritta con cui il cantante sceglie di rispondere a quanto affermato da Grillini nella serata di martedì (“Povia impari cos’è la felicità degli omosessuali” queste le sue parole) comparsa sul solito cartello mostrato a fine esibizione.
Finiti i duetti, è tempo di eliminazioni inaspettate. Popolo sovrano e giuria di qualità (qui il meccanismo di votazione della serata) hanno decretato a lasciare definitivamente la rassegna canora Gemelli Diversi e Dolcenera. Se per i primi ce ne faremo una ragione, ieri sera sul palco con i Bmb Marchin’ Band, vista la canzone da perfetto manuale per rapper moralisti, per la seconda, il rammarico è tanto. Dolcenera ha talento, grinta e la sua canzone non era affatto male. Anche nel duetto della serata con Siria, la peggio vestita della serata, aveva dato prova di un’ottima interpretazione. In più per la prima volta abbiamo avuto modo di vedere un sorriso sul suo volto, di solito sempre imbronciato.
La quarta serata, infine, era quella che doveva essere ”matta” per la presenza di Hugh Hefner e delle sue conigliette ma così non è stato. Infatti patron di Playboy e consorti sono risultati alquanto sottotono. Hefner è stato protagonista di una normalissima intervista. Poche le gag, nonostante non sarebbe stato difficile trovare spunti. Ma è proprio durante la presenza di Hefner on stage che si dipana il coup de theatre della serata, che siamo sicuri farà molto parlare. A materializzarsi sul palco è una pornostar: nulla di strano, direte voi, sarà una coniglietta smarrita. Ma così non è. Il fatto è che Laura Perego, questo il suo nome, è giunta leggiadramente alla corte di Bonolis praticamente nuda, (s)vestita con un perizoma e col corpo tigrato, frutto di sapienti arti di bodypainting. Impassibile la reazione di Hefner, evidentemente assuefatto alle nudità femminili, ma lo stesso non può dirsi della security dell’Ariston, che con un piglio decisamente poco gentile (che fà si che Bonolis inviti alla calma), allontana la pornostar dal palcoscenico. Da agenzie uscite di lì a poco scopriremo che le impudiche gesta della striker di casa nostra non sono dettate da smanie di pubblicità, come si poteva pensare, ma sono frutto di una fantomatica crociata contro l’uso delle pellicce.
Ed ora le pagelle della serata:
Bonolis e il fatidico momento dell’eliminazione: “incredibile, impossibile” degno di una qualsiasi Paola Perego. Quando si tratta di dare il nome degli eliminati, il Paolino esagera: è sempre dispiaciuto ed esterrefato. King of paraculi Voto 3
Ivan Olita: primo modello italiano sul palco, primo modello parlante. Ci si chiede perchè la Piovan non ha avuto lo stesso spazio. Maschilismo di baudiana memoria? Spigliato, ne sentiremo parlare. Voto 6 1/2
Arisa: vince e convince. Più che sincerità, semplicità. Orecchiabile, carina. Look anticonvenzionale perfettamente adatto alla canzone. E’ nata una stella? bah… Una ventata di freschezza. Voto 8
Pupo e co: tra il corto, l’africano (per Pupo è l’africano più famoso del mondo, e noi che pensavamo fosse Mandela) e il pacioccone arriva finalmente un cantante. Morandi che riesce a rendere maggiormente ascoltabile la canzone. Si può dare di più. Voto 4 1/2.
Patty Pravo con Dave Weckel, Nathan East e Todd Rundgren: per la serie… dei suoi grandi musicisti proprio non ce ne siamo accorti. Non potevamo fare a meno di smettere di guardare lei e sentire la suadente sua voce. Ipnotica. Voto 7-
Marco Carta con i Tazenda: scelta chic per il più pop dei cantanti. Consapevole che in qualsiasi caso le sue “cartine” non l’avrebbero abbandonato, fa una scelta particolare che rieccheggia alla sua Sardegna e alla giuria di qualità. Figlio di Maria, furbo. Voto 7-
Le conigliette: Da loro ci saremmo aspettati qualcosa di più. Almeno vederle in divisa. Le vorremmo senza amore come direbbe la Zanicchi. Voto 5 e 1/2
Hugh Hefner: a più di ottantanni suonati regge tre fidanzate e dieci minuti d’intervista con Bonolis. Stoico. Voto 7–
Laura Perego: passerà alla storia la sua “protesta”. Coraggiosa ma non osa sino in fondo. Sbaglia il momento per salire sul palco e poi perchè rimane immobile e non parla. Ritenta sarai più fortunata. Voto 7 all’audacia.
D’Alessio e Sal Da Vinci: Piccoli D’Alessio crescono. Difficile persino distinguere il loro tono di voce. Ridondanti. Voto 5
[Foto AP via ilMessaggero.it e Emmevi via Corriere.it]
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1. Zoro! ha scritto:
21 febbraio 2009 alle 10:45