Striscia la Notizia avrebbe leso la reputazione di Claudio Baglioni e per tale ragione il libro del tg satirico “Tutti poeti con Claudio” è stato sequestrato su ordine del gip del Tribunale di Monza. L’inchiesta vede indagati Antonio Ricci, Ezio Greggio, Enzo Iacchetti e il Mago Casanova (Antonio Montanari). Patron, conduttori e inviato della trasmissione di Canale 5 sono accusati di aver ripetutamente definito il cantautore romano – in diversi servizi del 2019 – “con termini tali da farlo passare come un disonesto, che copia senza neppure dirlo”.
Il gip Gianluca Tenchio – riferisce Il Corriere della Sera – ha disposto il 9 maggio scorso il sequestro del libro per evitare “che il reato sia reiterato”, accogliendo la richiesta dei legali di Baglioni (avvocati Gabriele Minniti e Andrea Pietrolucci).
“Quanto sostenuto dagli autori del libro e dal programma tv è in parte non veritiero, in parte frutto di manipolazione“
spiega il giudice, affermando che non si può parlare di plagio poiché alcune parole usate dall’artista nelle sue canzoni e segnalate da Striscia come copiate apparterrebbero ad opere di autori morti da più di 70 anni, dunque non vi è alcun diritto d’autore e c’è invece la possibilità che tali opere vengano rappresentate, citate e rielaborate da chiunque. In altri casi si tratta di termini – si legge – “di uso talmente comune da far dubitare che godano del diritto d’autore”.
In “Tutti poeti con Claudio”, inoltre, viene riportata una parte di un’intervista che Baglioni rilasciò nel 2013, che il pm Vincenzo Fiorillo considera “parziale e manipolata”. La frase incriminata è “come forse ho rubato in altre occasioni, come tanti di noi”, estrapolata da un contesto ben più ampio per farlo passare “per uno che copia sistematicamente, senza mai dirlo”.
Gli accusati – scrive il gip – non possono appellarsi al diritto di satira perché “presuppone che il fatto su cui si satireggia sia vero“. Ma non solo: l’accostamento a Lurch (personaggio della Famiglia Addams) più volte fatto da Striscia, sbeffeggiando l’aspetto estetico di Baglioni, è considerato “un attacco gratuito alla persona, dato il contesto complessivamente diffamatorio”. Nell’inchiesta viene sottolineato come Ricci, supportato dai suoi “assistiti” (Greggio, Iacchetti e il Mago), nel corso degli anni abbia manifestato “un’autentica avversione verso Claudio Baglioni“.
La difesa di Antonio Ricci
Antonio Ricci respinge le accuse, sostenendo che da parte di Claudio Baglioni ci sia una manovra intimidatoria nei confronti di Striscia la Notizia:
“Noi non abbiamo offeso nessuno. Abbiamo raccolto e verificato le segnalazioni di spettatori e fan pentiti. I giudici stabiliranno se siamo nei limiti della satira. Per me si tratta di una manovra intimidatoria di Baglioni nei confronti di una libera trasmissione. E’ una questione di libertà. Tutto si può toccare, tranne il divino Baglioni? E no! La satira è essenziale nel viver civile. Tutto quello che c’è nel libro è vero. E poi non lo abbiamo accusato di plagio, ma più elegantemente di amnesia verso le fonti. Scrive nel 1957 Lec (scrittore polacco, ndr) ‘…ci sono zebre che starebbero anche in gabbia pur di passare per dei cavalli bianchi…’. Canta nel 1999 Baglioni ‘…viviamo come zebre e poi, rinchiusi dietro gli steccati, illusi di sembrare dei cavalli bianchi…’. Ma è evidente che non si tratta di un plagio. Baglioni le sue zebre le chiude dentro uno steccato, mica in una gabbia come quel banale di Lec”.
1. Paolox ha scritto:
11 giugno 2022 alle 12:40