Promossi
9 a I Fatti Vostri. Michele Guardì riesce a gestire la stagione post Magalli mettendo il segno “+” davanti allo storico programma, che spicca tra le “macerie” di una Rai2 in perenne difficoltà. Una ricetta un po’ datata che si dimostra efficace nel tenere compagnia al pubblico del mezzogiorno e che ha saputo negli anni rimanere coerente senza ricorrere a mezzucci.
8 a La Vita in Diretta. Il contenitore di Rai1 chiude una stagione vincente su tutti i fronti, ed è vero che l’assetto della concorrenza gli è stato favorevole ma è altrettanto vero che Alberto Matano ha messo su una formula consolidata.
7 a Stranger Things 4. La serie cult di Netflix alla quarta stagione non solo regge ma si rilancia a dispetto del tempo che passa e di un racconto che osa con molteplici trame non sempre convergenti. La discussa durata extralarge degli episodi non è un grande handicap.
6 a Luisella Costamagna. Dopo due stagioni, la giornalista viene fatta fuori da Agorà per ragioni legate più ad equilibri Rai che ai risultati (accettabili).
Bocciati
5 alle lacrime che hanno costellato i volti dei conduttori nel finale di stagione. Decisamente “too much”: state andando in vacanza, non avete salvato il mondo e nemmeno condotto Sanremo.
4 al pomeriggio estivo di Rai2. E’ durato 3 giorni il pomeriggio che prevedeva gli innesti targati Raiplay Tu Non Sai Chi Sono io e Corpo di Ballo, sulla scia di ascolti da allarme rosso. Programmi da rete tematica incastonati in una programmazione non sense in cui si passava da generi e profili di pubblico differenti senza soluzione di continuità, proponendo per giunta 3 produzioni di intrattenimento nuove, e inusuali per la rete, nel giro di un’ora e mezza.
3 al caos Rai direzione generi. Neanche il tempo di nascere che il nuovo assetto Rai crea confusione e malcontenti, sfociati nella rimozione clamorosa di Mario Orfeo dall’incarico di direttore della direzione Approfondimento.
2 a Monica Giandotti. La conduttrice si congeda da un’edizione floppeggiante di Uno Mattina, l’ennesima, parlando di “scommessa vinta”. Talmente vinta che appena possibile hanno ridotto il programma che, per giunta, dalla prossima stagione cambierà completamente.
1 a Non è L’Arena. L’apprezzabile audacia di una trasferta russa si perde ben presto offrendo un discutibile spettacolo che spinge Alessandro Sallusti ad abbandonare il collegamento in segno di protesta. Non chiedevamo che Giletti andasse in piazza Rossa col cartello ‘Stop Putin’ ma che almeno provasse a raccontare la popolazione russa. Beffarda l’intervista via Skype con la portavoce del ministro degli esteri sovietico.
1. Marco3.0 ha scritto:
7 giugno 2022 alle 18:41