Bentornata «normalità». Se l’obiettivo del Festival di Sanremo 2022 era quello di far scordare almeno per qualche ora le conseguenze della pandemia, allora si può parlare di intento raggiunto. Dopo la passata stagione, caratterizzata dalla surreale assenza di platea in sala, la rassegna canora si è ripresentata al pubblico restituendo una certa consuetudine. In tutti sensi. Anche dal punto di vista dello show, che nella première di ieri non ha stupito per particolari motivi ma è pur sempre filato liscio. Senza intoppi.
Il triplete sanremese di Amadeus si è aperto nel più classico dei modi, senza sorprese o colpi di scena: l’ingresso del presentatore sul palco dell’Ariston, gli applausi del pubblico ritrovato e poi via, subito la prima esibizione (quella provocatoria di Achille Lauro). Quello che in altri tempi avremmo forse bollato come un esordio minimal, in questo caso è parso invece come un rassicurante ritorno a quel che davamo per scontato. In questo senso la «normalità» di questo Festival, con le sue liturgie e i suoi canoni, ha avuto in sé una nota di speranza.
Fiorello, che anche stavolta ha fatto il Fiorello (tra battute riuscite e gag da villaggio turistico), non ha debordato e questo lo ha premiato: preso a piccole dosi, lo showman siciliano riesce infatti portare quell’iniezione di leggerezza di cui il Festival necessita per avere respiro oltre la gara canora. Nulla da dire, invece, su Amadeus: il padrone di casa, impeccabile forse pure troppo, ha condotto le oltre quattro ore di show viaggiando come un treno. Senza sbavature. Impalpabile, invece, la presenza sul palco di Ornella Muti. Al netto del suo fascino, l’attrice romana non si è presa la scena come invece avrebbe potuto fare.
E poi ci sono stati gli ospiti. I Maneskin, innanzitutto: una vera bomba. A undici mesi dal loro trionfo sanremese, i quattro artisti italiani sono tornati all’Ariston da star internazionali. Con un’energia che ha conquistato l’Ariston, ma soprattutto con un’apprezzabile gratitudine nei confronti dello show e del Paese che li ha portati ai vertici della musica. Nessun match point, invece, per il campione di tennis Matteo Berrettini, la cui passerella festivaliera non passerà probabilmente alla storia della kermesse.
Sul fronte musicale, il ritorno del pubblico in sala ha arricchito la resa televisiva dello spettacolo: gli stessi applausi, più convinti per un cantante e più deboli per un altro, sono e saranno parte fondamentale dello spettacolo 2022. Un segno di «normalità» in un Festival volutamente normalizzatore. Al punto da apparire a tratti noioso.
1. Marco3.0 ha scritto:
2 febbraio 2022 alle 13:03