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Quello che alle donne non serve

Stefania Stefanelli

di Stefania Stefanelli

30/11/2020 - 18:27

Quello che alle donne non serve
Detto Fatto
Detto Fatto

Sapete cos’è davvero offensivo per una donna? Che non le vengano riconosciuti il suo valore e i suoi sforzi, la fatica che fa per far quadrare più vite in una, e soprattutto che l’impegno che ci mette venga svilito, giudicato, liquidato o, peggio ancora, usato. Che si usi la sua condizione per scrollarsi di dosso responsabilità, ottenere consensi o per legittimare scelte che, molto probabilmente, sarebbero state fatte a prescindere. In quest’ottica la sospensione di Detto Fatto non ci sembra affatto un gesto a favore del genere femminile, ma solo l’ennesimo esempio di moralismo forzato e strumentale.

Che il siparietto sulla seduzione al supermercato sia stato squallido e patetico è un dato di fatto, ma lo avevamo già visto diverse volte, e proprio su quegli stessi schermi. Solo che i vertici Rai all’epoca non se n’erano preoccupati e neanche l’opinione pubblica, che adesso è esplosa, perchè ormai galvanizzata da una ricerca spasmodica del politicamente corretto che toglie la libertà di espressione, e pure la possibilità di scherzare, che dovrebbe essere sacra anche quando non fai ridere nessuno.

Roberto Benigni una volta fece riflettere il pubblico televisivo ricordando la massima “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire“. Beh, oggi non è più così, oggi bisogna aver paura di tutto quello che si dice, soprattutto in tv o sui social, perchè ogni cosa può essere usata contro di te, trasformando il tuo pensiero, peggiorandolo ed impedendoti anche di spiegarti. Perchè dai social si levano continuamente grida indignate su tutto e, benchè senza competenza e a volte prive di fondamento, c’è chi preferisce assecondarle per placare gli animi. Del resto, viviamo in una società talmente smarrita e confusa da aver improvvisamente tacciato Dumbo e Gli Aristogatti di razzismo per sentirsi più perbene.

Cosa volevano fare davvero gli autori di Detto Fatto in quell’evitabile segmento? Volevano giocare con le telespettatrici, essere pruriginosi perchè al pubblico questo piace, e hanno toppato alla grande. Bene, ora, proviamo a giocare noi con un paradosso: se il 99% delle telespettatrici fa la spesa in modo pratico e veloce, senza grilli per la testa, ci sarà un 1% che invece spera davvero di trovare l’amore al supermercato e metterebbe davvero in pratica quei consigli per essere sexy. Provocatoriamente domandiamo: perchè, in un contesto in cui si celebra la libertà delle donne di essere se stesse, quelle donne devono essere messe a tacere? Solo perchè sembrano disperate e ridicole? Eh, no.

La sospensione di Detto Fatto è come quella di Parliamone Sabato, che subì la stessa sorte per un’altrettanto imbarazzante discussione sul valore delle donne dell’est rispetto a quello delle donne italiane. Team evidentemente sacrificabili, di cui ci si sbarazza senza appello, come se chiudere un programma che ha fatto uno scivolone servisse a salvare vite umane, ad impedire violenze, ad arginare la paura.

Bisognerebbe occuparsi di queste questioni in altre sedi, non con un palinsesto dedicato alle donne – che il pubblico nemmeno apprezza – ma con leggi severe, che puniscano davvero chi fa alle donne del male o che, meglio ancora, ascoltino subito le loro richieste d’aiuto. Ma queste sono cose troppo complicate da mettere in atto, dunque accontentiamoci dei gesti plateali, che, chissà come, dovrebbero far sentire le telespettatrici tutelate e al sicuro.

La verità è che servirebbe più rispetto per tutti e anche un minimo di comprensione. Bisogna avere coerenza e dare il giusto valore alle cose: una trasmissione di tutorial che da anni va in onda nel pomeriggio di Rai 2 tra gossip, baracconate, sfilate in lingerie e chiacchiere, non è una cosa seria – benchè pagata con i soldi del canone, dettaglio che in questi giorni ha fatto indignare i più – e mortificare e spingere Bianca Guaccero alla pubblica autoflagellazione, fatta per tutelare se stessa e i propri colleghi, non è una vittoria.

A maggior ragione quando quella trasmissione, forzando e snaturando il suo mood leggero con risultati non del tutto convincenti, ha cercato di dare il proprio contributo alla lotta contro il body shaming, portata avanti da una delle sue ospiti fisse. Alla quale la situazione dovrebbe insegnare ad essere meno rigida nel giudicare e condannare sui social tutto quello che riguarda l’argomento, anche alla lontana: tutti possono commettere una leggerezza e demonizzare gli errori altrui non aiuta a diffondere i valori dell’uguaglianza e del rispetto. Anzi.

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3 commenti su "Quello che alle donne non serve"

  1. Io non posso credere che cancellino davvero il programma. Bisognerebbe avere il coraggio di invertire questa rotta sciagurata, e iniziare ad ignorare gli strepiti del web, che quasi mai (per non dire mai) rappresentano veramente il pensiero comune. Ormai siamo in balia di "blogger" ed "influencer" che fanno le anime belle e si autoincoronano vestali della morale (la loro) e si divertono ad aizzare orde di webeti e ad accendere ogni giorno flame che portano solo acqua al loro mulino. Se tutti insieme ci ribellassimo a questa dittatura della stupidità e della falsa morale, non sarebbe meglio per tutti?

  2. Avete mai visto la pubblicità di un assorbente???Questo è oscene, sopratutto quando sono bambini davanti alla tv Fanno vedere un assorbente a forma della parte intima della donna chè si muoveva QUESTO è OSCENA NON X ME MA X BAMBINI CHè GUARDANO è CHIEDANO.

  3. Condivido ogni parola. Non si sa ancora nulla su quando ritornerà in onda il programma? Mi auguro che non venga davvero cancellato per sempre, sarebbe ingiusto come è stato ingiusto tutto questo clamore.