Fuoco incrociato su Fabrizio Salini e Marcello Foa. Con tanto di urla e scambi d’accuse. Ieri in Vigilanza Rai, nella seduta notturna svoltasi eccezionalmente alla Camera, l’AD e il Presidente del servizio pubblico hanno dovuto replicare alle critiche bipartisan sul cosiddetto caso Conte, innescatosi in riferimento alla conferenza stampa tenuta dal premier il 10 aprile scorso.
Pd e M5S, in particolare, hanno rimproverato a Salini e Foa di aver chiesto chiesto e ottenuto eccessivi spazi di replica alle parole del premier, in favore di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. E questo, accogliendo le richieste che il Presidente della Vigilanza, Alberto Barachini, aveva espresso in una lettera personale.
Ma i due vertici Rai hanno dovuto far fronte anche al fuoco ‘amico’ arrivato da Forza Italia e Lega. Gli azzurri, infatti, hanno chiesto conto a Salini dell’ampia copertura mediatica assicurata al premier negli ultimi tempi e hanno voluto spiegazioni circa il rapporto tra la Rai e Palazzo Chigi. La Lega, invece, si è lamentata del modo in cui il Tg1 attaccherebbe regolarmente il governatore lombardo Attilio Fontana sulla gestione dell’emergenza coronavirus.
Nella sua replica, Salini si è assunto la responsabilità di aver preso atto della lettera arrivata da Barachini e di averla girata ai direttori Giuseppe Carboni (Tg1) e Antonio Di Bella (Rainews24), perché valutassero “in autonomia” come comportarsi in merito alla possibilità di replica.
“Non mi è arrivata nessuna richiesta di replica da parte di leader politici o di partito“
ha precisato l’AD Rai. Parole a cui ha fatto sponda il Presidente Foa.
“Non ho mai avuto un’interlocuzione con i direttori di testata sul tema. Ci siamo limitati a una riflessione con l’amministratore delegato sulla necessità di affrontare tutte le questioni con equilibrio“
ha affermato il giornalista alla Camera, ribadendo di non aver assunto personalmente la decisione di concedere 12 minuti di replica a testa a Salvini e Meloni. Replicando invece al centrodestra, Foa ha difeso l’operato di Salini, assicurando che lo spazio televisivo alle conferenze stampa di Conte è sempre stato dato “in modo coerente con il compito di un servizio pubblico“.
I due vertici dell’azienda di Viale Mazzini hanno quindi fatto scudo, in attesa del secondo round che potrebbe consumarsi nella prossima riunione del CdA Rai.