Nella prima puntata stagionale di Non è l’Arena, Massimo Giletti ha affrontato l’ormai noto caso Pratiful, ospitando in studio la vera protagonista, vittima o carnefice che sia, della vicenda: Pamela Prati. Ripercorrendo tutto il fattaccio, il conduttore ne approfitta e in diretta si scaglia apertamente contro chi a detta sua ha strumentalizzato il tutto al solo scopo, evidentemente, di fare ascolti:
“Questa vicenda, se fosse stata trattata in modo serio, perché chi è sotto testata giornalistica e si vanta di essere sotto testata giornalistica deve essere serio, avrebbe trovato una serie di documenti che forse avrebbero potuto aprire gli occhi a chi trattava questo argomento”.
Giletti prosegue la sua arringa, accusando – senza fare nomi – chi fa tv a suo dire senza alcuna morale:
“E’ un dovere di chi fa la nostra trasmissione, la nostra tv, di avere un punto forte: morale, deontologia. Si sa ancora cos’è? E’ possibile che il sottobosco, il nulla, il vuoto assurgano programmi televisivi? Si possono perdere mesi e mesi di programmi televisivi quando bastavano poche ore, una settimana, per capire, aldilà della verità della signora Prati, che qualcosa in quella vicenda non tornava? Bastava cliccare, bastava andare e trovare dei documenti”.
Precisa che, anziché investigare per mesi sull’esistenza o meno di Mark Caltagirone, bastava semplicemente indagare sul passato, neanche troppo lontano, di Pamela Perricciolo ed Eliana Michelazzo, scoprendo così che le due – prima della Prati – avevano già tentato con altri personaggi di creare, come lo definisce lui, il nulla per guadagnarci. Un caso che, dice, se affrontato in modo corretto sarebbe stato ’smontato’ nel giro di poco tempo.
Ma in tutto ciò, con chi ce l’avrà mai il conduttore di Non è l’Arena?
1. controcorrente ha scritto:
23 settembre 2019 alle 10:44