[Qui tutta la cronaca della puntata in liveblogging]
Le sfide nobilitano l’allievo: presto nella scuola di Amici, accanto alle parole chiave che la Celentano ha fatto imprimere sulle pareti della sua palestra, potrebbe comparire questa insegna, a suo modo allusiva al Lasciate ogni speranza dantesco. Oggi però piatto fin troppo ricco di sfida dialettica, tra i duelli per il banco e le divergenze filosofiche sul mondo della danza nell’affaire Grazia.
Non va proprio giù alla maestra Alessandra l’affronto di avere un altro insegnante classicista a pestare le sacre tavole del parquet, specie uno che le ha spiattellato in faccia di essere stato primo ballerino alla Scala. Acidità celentanesca alle stelle (bolla la sua allieva addirittura come mediocre!), per quanto un fondo di verità è ben presente nella bacchettata anti-precariato italiano, tutta incentrata sul doppio volto dei supercommissari-direttori che temono l’impopolarità in tv e a teatro sono eternamente insoddisfatti. La catilinaria però ha poco effetto: la ballerina comunque rimane al suo posto.
Poco spazio alla sfida a squadre, e aggiungeremo purtroppo visto il buonissimo livello (citofonare Enrico per tastare il malumore). Continua la marcia inarrestabile del quartetto dei sogni, quella compagine MECM (Macchioni-Errore-Carone-Marrone) che con due duetti molto particolari prenota, a buon diritto, la semifinale del programma. Brave ma ancora prive di Fattore A le cantanti Arianna ed Anna. Solo Elena tra i ballerini ha tutte le carte per rimanere in quel gruppo di fuggitivi, come li ha etichettati, a buona ragione, Rapino.
[Le pillole cool della puntata qui sotto]
La chiamavano Sanguinaria: chi ha parlato della signora De Filippi nei termini di una macchinetta sforna prodotti per l’audience oggi forse deve battersi un po’ il petto. Solo un episodico soprassedere alla spettacolarità come regalo personale per il proprio compleanno? Fatto sta che più di metà trasmissione è dedicata alla promozione della beneficenza e ad una discussione sul classico che non strizza completamente l’occhio all’auditel, nonostante il valore notizia della conflittualità.
Amilcar o la perfezione: chi voleva trovare un difetto al ballerino professionista, illudendosi che fosse solo un grande interprete moderno, deve deporre clamorosamente le armi: anche nel passo a due classico è praticamente impeccabile oscurando la povera allieva, che al confronto è solo un piccolo pulcino che zompetta per raggiungere il cibo.
Premio Gian Lorenzo Bernini: oggi grazie al colonnato di ‘cornicchi’ che Davide Flauto si è eretto nei capelli, non ci sono dubbi sull’assegnazione del premio come migliore scultore-architetto della scuola.
Il girone degli ignavi: chi non troveremo sicuramente nel primo girone dantesco a respingere la pungolatura delle vespe è sicuramente la prof Celentano: esagerata ma profondamente convinta della sua linea meritocratica. Chi invece rischia di finirci con tutte le scarpe è il lirico moderato Matteo, autore dello slogan dell’anno per mascherare il suo equilibrismo: non sono qui per giudicare ma per emozionare. Nelle casette vedremo se saprà essere così evangelico.
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1. chris83tp ha scritto:
5 dicembre 2009 alle 17:37