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dicembre

Pay tv, decoder pirata: il «pezzotto» mette Sky, Dazn e Netflix sul piede di guerra

Pay tv pirata

Quando si tratta di aggirare la legge, i pirati della pay tv sono sempre sul pezzo. Anzi, sul “pezzotto“. In gergo si chiama infatti così il decoder che consente di vedere illegalmente tutte le televisioni del mondo, comprese le emittenti e le piattaforme a pagamento come Sky, Mediaset Premium, Netflix e Dazn. Il sistema, completamente illecito, è più diffuso di quanto di possa credere: il criminale giro d’affari ammonta a milioni di euro, alimentati dalla quota mensile che i pirati chiedono agli utenti del servizio abusivo.

Pay tv, decoder pirata – Come funziona il ‘pezzotto’

Il funzionamento, di per sé, non è complesso: i pirati acquistano abbonamenti originali per ogni canale o piattaforma che vogliono trasmettere. Estrapolato il segnale, lo inviano a server esteri noleggiati appositamente, per poi rivenderlo agli abbonati in Italia. Grazie al servizio offerto da un pacchetto di gestionali denominato Xtream Code, gli abbonamenti vengono poi venduti tramite intermediari ai clienti finali.

Pay tv, decoder pirata – Quanto costa

Agli utenti, che solitamente aderiscono alla rete illegale grazie al passaparola, è richiesto un ‘abbonamento’ dal costo medio di 12 euro al mese. 144 euro all’anno o poco più, a seconda del tariffario stilato dai pirati, dietro i quali si nascondono le organizzazioni criminali. Vanno aggiunti altri 60 euro circa per il decoder pirata. I furbetti del “pezzotto”, secondo quanto riportano le cronache, offrirebbero anche un servizio di assistenza ai loro associati.

Il sistema è diffuso in tutta Europa e, solo in Italia, si stima che oltre un milione e mezzo di utenti ne usufruisca. Guardia di Finanza e Polizia Postale stanno cercando di fermare il fenomeno con le indagini e le sanzioni previste dalla legge: chi installa il “pezzotto” e chi lo utilizza rischia una denuncia penale e una pena da 1 a 3 anni di reclusione.

A subire il danno dai decoder pirata sono in primis le emittenti e i produttori dei contenuti, che si vedono sottratti i proventi necessari al sostegno del loro lavoro. Recentemente a denunciare la nocività del fenomeno è stata Veronica Diquattro, Executive Vice President Italy di Dazn, che al Messaggero ha dichiarato:

La pirateria è il nostro principale competitor (…) I pirati sono talmente strutturati ed evoluti che è difficile fermarli ed è per questo che è importante anticiparli. Noi sappiamo che se blocchiamo un hosting in un Paese ne nasce subito uno in un altro e così via. Bisogna studiare anche strategie creative differenti perché la pirateria si prende il valore economico dell’utente ma anche gli investimenti che vengono fatti in termini di tecnologia“.

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2 Commenti dei lettori »

1. George Mendez ha scritto:

5 dicembre 2018 alle 15:44

Una precisazione: pezzotto è un aggettivo della lingua parlata napoletana usata in generale per riferirsi a qualsiasi tipo di prodotto contraffatto, non solo ai decoder. Anche le borse di Gucci vendute in mezzo alla strada, per esempio, sono dei pezzotti :)



2. luca_parma ha scritto:

5 dicembre 2018 alle 16:10

Io ho il decoder ufficiale di Sky. Però, visto come funziona la giustizia italiana, visto che nessun controlla niente, visto che pare che l’evasione fiscale sia di moda, direi che non si spaventa nessuno che la pena per il decoder pezzotto può essere fino a 3 anni di reclusione. In giro c’è pieno di ladri, di evasori, di corruttori e corrotti, di gente che in auto non indossa le cinture e magari parla al cellulare, tutti a piede libero. Figuriamoci se qualcuno si formalizza per un decoder tarocco.



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