pirateria



26
luglio

Mediaset vince un’altra battaglia contro la pirateria

Mediaset

Mediaset

Mentre le piattaforme streaming si stanno adoperando per combattere la pirateria, piaga tutt’altro che semplice da eliminare, Mediaset batte cassa. Pier Silvio Berlusconi si è infatti aggiudicato la battaglia legale contro il sito Rojadirecta, che per anni ha trasmesso illegalmente gli eventi sportivi che la tv del Biscione garantisce ai propri abbonati (prima Premium, oggi Infinity).




26
gennaio

Pirateria tv, smantellata organizzazione che forniva il segnale a 550mila ‘clienti’

Guardia di Finanza

L’organizzazione pirata smantellata dalla di Milano aveva base in Campania e ramificazioni in Toscana, Emilia Romagna e Calabria. Quella messa in piedi era una vera e propria rete tecnologica, un sistema che consentiva a oltre mezzo milione di persone in tutta Italia di accedere illegalmente a Sky, Dazn, Netflix e altri servizi di pay tv a prezzi fortemente ribassati. Venti gli indagati, perquisiti e accusati di violazione della legge sul diritto d’autore.


13
novembre

Pay tv pirata, maxi sequestro. Anche gli ‘abbonati pezzotti’ rischiano multe e galera

Pay tv

Il contrasto alle pay tv piratate non si ferma. Anzi, si estende: ora, infatti, a rischiare grosso non sono solo i gestori delle suddette piattaforme illegali ma anche gli utenti che ne hanno fatto uso. Furbetti avvisati. Il dettaglio emerge da una recentissima operazione congiunta di Guardia di Finanza e la Polizia, che ha portato allo spegnimento di più di 5.500 siti di live, server, piattaforme informatiche e canali Telegram che offrivano illecitamente partite di calcio, film e altri contenuti. L’inchiesta, denominata “Perfect Storm“, ha coinvolto 19 Paesi a partire dal 6 novembre.





9
giugno

Mediaset: risarcimento da quasi 5milioni per la pirateria ai danni di Premium

Mediaset

Ammonta a quasi 5 milioni di euro il risarcimento che dovrà ricevere dal gestore di un sito che piratava le partite. Lo ha stabilito il Tribunale delle Imprese di Milano, come riporta Il Sole24 Ore. Il provvedimento – a quanto si apprende – è stato emesso nei confronti del sito “Calcion”, che nella stagione 2015/16 trasmetteva illegalmente in streaming le gare di Serie A di cui l’azienda del Biscione aveva acquistato i diritti tv per la messa in onda su Mediaset Premium.


21
maggio

Pay tv pirata: oscurati altri 10 siti dopo la denuncia della Serie A

Pay tv pirata

Il contrasto alle pay tv pirata segna un altro punto a proprio favore. Per arginare il dilagante fenomeno, infatti, alle autorità non resta che stanare le singole violazioni e chi le mette in atto. E’ notizia di oggi che il Tribunale di Roma – Sezione del Giudice per le Indagini Preliminari – ha disposto il sequestro preventivo, mediante oscuramento, di altri 10 siti web che consentivano l’accesso abusivo a contenuti audiovisivi non autorizzati, in particolare eventi sportivi, a un numero indeterminato di utenti finali.

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2
aprile

Pay Tv: 2 milioni di abbonamenti illegali. Campania e Puglia in testa alla classifica dei pirati

Calcio, partite in streaming

Gli italiani che guardano gli eventi sportivi illegalmente sono 4,6 milioni. La camorra ringrazia. E incassa. Secondo quanto emerge da un’indagine della Fapav (Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali), il giro d’affari legato alla pay tv pirata ammonta infatti a circa 200 milioni di euro l’anno. Soldi che finiscono nelle casse delle organizzazioni criminali, ormai specializzate nella gestione di questo business illecito.


5
dicembre

Pay tv, decoder pirata: il «pezzotto» mette Sky, Dazn e Netflix sul piede di guerra

Pay tv pirata

Quando si tratta di aggirare la legge, i pirati della pay tv sono sempre sul pezzo. Anzi, sul “pezzotto“. In gergo si chiama infatti così il decoder che consente di vedere illegalmente tutte le televisioni del mondo, comprese le emittenti e le piattaforme a pagamento come Sky, Mediaset Premium, Netflix e Dazn. Il sistema, completamente illecito, è più diffuso di quanto di possa credere: il criminale giro d’affari ammonta a milioni di euro, alimentati dalla quota mensile che i pirati chiedono agli utenti del servizio abusivo.