La quarta stagione di Che Dio ci Aiuti è partita bene e dopo tre appuntamenti continua a tenersi al di sopra del 20% di share (qui tutte le anticipazioni). Cosa che non stupisce, dal momento che la fiction Lux Vide si è riproposta al pubblico ricalcando quasi alla perfezione gli schemi e i toni del fortunato passato: bello e gratificante per il pubblico di fedelissimi appassionati… ma un po’ di fantasia in più non avrebbe guastato.
Che Dio ci Aiuti 4: troppi déjà vu facilmente evitabili
L’insieme è sempre gradevole, le storie belle e gli attori nel complesso bravi, compresa la maggior parte delle new entry chiamate a dar vita alle nuove necessarie linee romantiche. Ma le trame di Che Dio ci Aiuti 4 sono caratterizzate da troppi elementi singolari già visti in passato, che dunque si potevano considerare singolari la prima volta ma adesso sembrano solo una sorta di copia – incolla. Come ad esempio il fatto che la nuova protagonista femminile Monica (Diana Del Bufalo) debba occuparsi del figlio del suo defunto marito, così come il Guido di Lino Guanciale aveva avuto il compito di crescere quello della sua defunta moglie.
Un déjà vu è stato poi messo in scena anche per Azzurra, colei a cui dà vita Francesca Chillemi e che, arrivata come eroina in rosa nel secondo capitolo, è rimasta al convento con escamotage sempre più improbabili. Se, infatti, nel terzo capitolo era arrivata la sorellastra “segreta” Rosa, in questo quarto è arrivata per lei addirittura una figlia avuta in gioventù e abbandonata. Un po’ troppo anche per questa eccentrica e stravagante protagonista.
E non è esente da questi ritorni dal passato neanche la stessa Suor Angela, che in ogni stagione ritrova qualcuno legato in qualche modo alla famosa rapina che la portò diritta in prigione facendole poi incontrare Dio. A cambiare, ma neanche poi troppo, sono i casi umani di puntata di cui la suora si occupa, che raccontano sempre storie dolorose e infarcite di riscatto, capaci di infondere speranza nei telespettatori.
Nel complesso, per evitare di ripetersi ci voleva poco. Ma, finché funziona in termini di dati Auditel e gradevolezza, è un qualcosa che si può perdonare.
1. Lella ha scritto:
22 gennaio 2017 alle 09:16