7
dicembre

QUATTRO CASE: UN PIACEVOLE PASSATEMPO SENZA URLA NE’ ISTERISMI

Paola Marella

E’ vero, Quattro case non ha nulla di particolarmente innovativo. La formula è la stessa di Quattro Matrimoni e Quattro ristoranti, tutti programmi già visti e rivisti. Ma il debutto di Paola Marella in prima serata su Cielo (clicca qui per tutte le info) piace e si rivela un godibile passatempo, misurato ed elegante. Forse un po’ lungo – probabilmente dilatato per arrivare a coprire in tutto un’ora e mezza – ma ugualmente all’altezza.

In ogni puntata quattro concorrenti aprono le porte delle rispettive case e sono chiamati a valutare con un voto da 0 a 10 lo stile, la funzionalità, l’atmosfera delle altrui dimore. La malsana curiosità – che volente o nolente si scatena nello spettatore – di entrare nelle case degli altri qui è ripagata appieno: assieme ai concorrenti si ha tutto il tempo (troppo!) di aprire ripostigli e cassetti, analizzare l’interno dei frigoriferi, vedere quanta polvere si è depositata sulle mensole, scoprire preziosi soprammobili o ammennicoli kitch.

Azzeccata la scelta dei partecipanti: i quattro personaggi che in ogni puntata si sfidano sono evidentemente stati scelti sì per le loro case, ma anche per le loro personalità. E così, la settimana scorsa abbiamo conosciuto una imprenditrice croata trapiantata a Milano dal piglio litigioso mentre nella seconda puntata l’hypster sciupafemmine la faceva da padrone.

Appropriata anche l’idea di intervallare i blocchi in cui si scoprono le quattro case con degli intramezzi in cui Paola Marella si improvvisa “documentarista”. Ma se la settimana scorsa poteva essere interessante scoprire identità e atmosfere delle varie zone di Milano in cui la brigata si spostava per conoscere le abitazioni (anche e soprattutto per chi Milano non la conosce), nella seconda puntata “a tema” la spiegazione sociologica dei luoghi che i single abitualmente frequentano (il supermercato, il parco, la palestra) è sembrata piuttosto inutile, quasi un pretesto per allungare il brodo. La conduzione è comunque buona: Paola riesce a commentare con pungente garbo anche le soluzioni più pacchiane e il suo stile si adatta perfettamente al contesto.

Un peccato invece che, almeno finora, non si sia usciti dal circondario di Milano. Vuoi per esigenze di produzione, vuoi per manifesta ricchezza di case “degne di”, abbiamo finora assistito soltanto a puntate girate sotto alla Madonnina. Chissà se, negli ultimi appuntamenti, vedremo anche qualche altra città.

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