Taodue non si smentisce. Le sue fiction hanno un marchio di fabbrica, si somigliano tremendamente, e questa tendenza può, da un lato, essere considerata una riuscitissima firma della casa di produzione, dall’altro, può avere il sapore della scarsa propensione al cambiamento ed alla novità. Il che è strano, considerato quanto Valsecchi diceva non troppo tempo fa a proposito del non dover mai proporre qualcosa di già visto. Romanzo Siciliano, la nuova fiction partita ieri sera (con ascolti bassi), coniuga alla perfezione tutto ciò che lui e la sua squadra hanno avuto modo di sperimentare in passato.
Romanzo Siciliano: un prodotto pieno di déjà vu
In Romanzo Siciliano c’è la terra di Squadra Antimafia, il padre vedovo di Distretto di polizia (e poi Squadra Mobile), ci sono volti già noti a quel pubblico di Canale 5 e, nonostante i Ris dovevano esserci e poi sono stati eliminati (il progetto di Romanzo Criminale nasceva come un Ris Sicilia), la loro impronta è rimasta, indelebile. Basti pensare che la serie si è aperta con la strage causata da un bombarolo e che le indagini sono state praticamente identiche a quelle eseguite dal buon Lorenzo Flaherty nel lontano 2005.
La storia, però, è di quelle che prendono al cuore, coniugando legalità e famiglia e puntando sull’emotività suscitata dalla giovane età delle vittime della strage. Il racconto è sviluppato benissimo, il pathos cresce e, a dispetto di un certa voluta lentezza narrativa, la tensione non si spezza e lo spettatore può appassionarsi facilmente. Peccato solo che molto spesso i colpi di scena siano “telefonati”, e dunque svelati prima ancora che accadano.
Romanzo Siciliano: il cast funziona
Il cast, benchè composto da volti visti e stravisti in universi fatti di indagini e malavita, funziona. Filippo Nigro e Claudia Pandolfi fanno il loro lavoro senza sbavature; Ninni Bruschetta non delude mai, né nei ruoli leggeri in cui si è soliti vederlo ultimamente né in quelli drammatici come questo (è il boss); Alessio Vassallo è ancora più incisivo che ne Il Giovane Montalbano e, quanto a Fabrizio Bentivoglio, la sua prima prova da detective può dirsi riuscita al pari di tutte quelle che ha in curriculum.
In conclusione, visto che gli elementi forti ci sono, sarebbe bastata un po’ di fantasia in più a fare la differenza: se ci sono riuscite Lux Vide e addirittura Ares ad uscire un po’ dal proprio seminato, potrebbe provarci qualche volta anche Taodue, un tempo eccezionale pioniera.
1. Giulio ha scritto:
17 maggio 2016 alle 16:05