Lei nella televisione pubblica pagata da tutti fa dei processi pubblici non consentendo a chi mette sotto processo di avere il contraddittorio, quindi mi lascia finire il mio discorso. Prima dico tutti i miei punti…non sono a sua disposizione: è eloquente il messaggio del presidente Berlusconi, così come la sua rabbia nei confronti di Floris e Ballarò, considerati ancora una volta longa manus del comunismo che serpeggia nell’editoria e che, sempre secondo il premier, costituirebbero la vera anomalia democratica del paese.
La trasmissione non è mia, ma nemmeno sua. Dopo tale affermazione netta il conduttore è messo all’angolo, ma alla fine accetta di subire il profluvio di accuse e l’esuberanza del presidente, conscio dell’eco mediatica che l’intervento telefonico avrà. Rosy Bindi cerca di intervenire sottofondo cercando di dissentire e chiedendo al conduttore che il programma si allunghi di 15 minuti visto il tempo sottratto alla trasmissione da Berlusconi; ma il Presidente ne ha per tutti, nonostante la scarlattina e grazie a una trasmissione nemica che lo processa. La stoccata provocatrice è molto forte: gli italiani di buon senso non guardano mai Ballarò, dato che secondo i dati del presidente ancora il 68% esprimerebbe gradimento per la sua figura. Una fiducia incondizionata contro la quale poco possono fare le oligarchie rosse: questo è il messaggio chiaro con cui si congeda a fine intervento.
Esclusa la telefonata a Porta a Porta, a margine della sentenza per il Lodo Alfano, era da parecchio tempo che Berlusconi non faceva capatine telefoniche in tv. D’ora in poi il discorso potrebbe cambiare, considerata la manifesta volontà di difendersi mediaticamente in prima persona ogni volta che si alluda alle sue vicende giudiziarie. Dato che la magistratura gli mette i bastoni tra le ruote, vuole parlare con gli italiani e sbugiardare le toghe rosse raccontando le sue verità: eccolo il progetto che senza remore il primo ministro ha espresso poche settimane fa.
Non basta che in trasmissione fossero presenti due ministri molto quotati del governo e del Pdl quali Alfano e La Russa. Il primo non apre bocca lasciando libero corso alla foga retorica di Berlusconi, il secondo invece sbraccia per far capire che è contento di delegare il diretto interessato alla difesa. Floris cerca di arginare il fiume polemico provando a dimostrare la presenza bipartisan nel programma. Il premier però afferma di non accettare difese da parte di terzi quando lo si cita direttamente, ingenerando un precedente per cui ogni trasmissione di approfondimento adesso dovrebbe averlo presente per commentare le evoluzioni legislative e politiche portate avanti dall’esecutivo (nel suo intervento infatti non parla dei suoi processi ma commenta le azioni predisposte per combattere la crisi, come ad esempio lo scudo fiscale).
Michele Santoro ha già il telefono pronto sperando in un bis storico con una telefonata in diretta. E non è detto che il premier si risparmi al capofila dei giornalisti a suo dire ‘eversori’. L’eloquenza retorica messa in campo ieri sera sembra riecheggiare i modelli classici di oratoria politica infuocata, per un attimo nella tenzone a distanza abbiamo tutti avuto l’impressione che Floris fosse per il Berlusconi inferocito come Catilina per Cicerone o Filippo per Demostene.
1. gray ha scritto:
28 ottobre 2009 alle 12:31